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Torino, Inverno 2022
Non so quando gli anni hanno smesso di passare e hanno iniziato a scivolare, velocissimi, inesorabili. Eppure me lo ricordo il tempo fermo e denso, imperturbabile, da bambina in auto oppure quando per strada mia madre incontrava un’amica e parlava e parlava e io la strattonavo via per la noia. Ricordo il tempo dell’adolescenza quando sembra che la vita capiti a tutti tranne che a te, a te non capita mai niente. Averne un pochino di quel tempo ora, lo userei da cuscinetto tra me e il Duemilaventitré. Di recente mi è capitato di incontrare parenti che non vedevo da tempo, li guardavo e mi dicevo: che vecchi, madonna mia che vecchi. La consapevolezza che loro, nello stesso momento, stessero pensando la stessa cosa, mi ha stesa. Il ritratto di Dorian Gray è la tela interna della nostra coscienza che ci fa sentire più giovani di quello che siamo. Perché quella commessa mi chiama signora? Perché mi mostra questo vestito da anziana? Perché il ginecologo mi anticipa le gioie della premenopausa? Sono domande che mi colgono alla sprovvista e mi costringono a guardarmi da fuori. A fare delle considerazioni. Tipo che tutto quello che è secco cade, cosa che riguarda le piante ma ancora di più il sedere delle magre come me, per l’appunto.
Di recente mi è capitato di incontrare parenti che non vedevo da tempo, li guardavo e mi dicevo: che vecchi, madonna mia che vecchi
L’altezza non mi è servita mai a niente. Ok, a parte a prendere la confezione di sgrassante sull’ultimo ripiano del supermercato per la vecchietta: «Signora lei che è ben piazzata potrebbe…». Tolta questa parentesi, il mio 1 e 75 oggi serve esclusivamente a potenziare l’effetto gravità, la faccia mi cade da più in alto e quindi più rovinosamente. Ogni tanto scovo qualche notizia sorprendente sul corpo umano tipo che gli occhi non crescono durante la vita, gli occhi che ho adesso sono grandi come il primo giorno, diversamente il resto del corpo tende a rimpicciolire, con un’unica eccezione. Continuo a leggere l’articolo con avidità e, tra me e me, ripeto: di’ le tette, di’ che crescono le tette. Ma no. «La parte del corpo che continua a crescere è il NASO». Naso, avevamo fatto un patto, nonostante la tua importabilità ti avrei ignorato e invece tu te stai ad allargà. Potrebbe andare peggio, potrebbe crescere. Quindi all’anno che viene, ho solo una richiesta: vai piano, amico mio. Anzi: vacci piano. Grazie.