Home > People > Editoriali > #iosonotorino > 1988 – 2018, trent’anni di Torino. Il punto di vista
Abbiamo chiesto ad alcuni protagonisti della vita cittadina di questi anni, la loro opinione sul passato, sul presente, sul futuro di Torino. Un’occasione per fermarsi a riflettere su ciò che è stato e ciò che potrà essere.
La testimonianza della contessa Barbara Ronchi Della Rocca, giornalista, scrittrice ed esperta di galateo e buone maniere.
Come ha visto cambiare Torino negli ultimi 30 anni?
Non vorrei cadere nella trappola di chi, superati gli ‘anta’, critica il presente e idealizza il passato. Ma di certo i favolosi anni ’80 hanno significato anche per Torino un periodo di edonismo, spinta verso il futuro, ottimismo, desiderio di migliorare: secondo me, lo spirito delle Olimpiadi è nato allora. E non è un caso che in quegli anni sia nato Torino Magazine, per raccontare e ispirare una città allegra e in crescita, dai ristoranti ‘importanti’ ai tanti locali notturni, dalle anteprime al Regio alle feste private nelle location più suggestive. La crisi seguita al 2008 ha colpito al cuore la città, e ne vediamo ancora oggi i segni, nei mille e mille cartelli che segnalano appartamenti in vendita… ma soprattutto nella scarsità di sorrisi spontanei: sui mezzi pubblici, per strada, anche nelle occasioni mondane non c’è mai una vera gioia. Anche esteticamente i torinesi sembrano aver perso smalto ed eleganza nel vestire: d’inverno sono tutti luttuosi scarafaggi tutti in nero, d’estate ostentano nudità e sciatterie ben poco cittadine.
Di certo i favolosi anni ’80 hanno significato anche per Torino un periodo di edonismo, spinta verso il futuro, ottimismo, desiderio di migliorare: secondo me, lo spirito delle Olimpiadi è nato allora
Come la immagina nel futuro?
Cambiata in meglio. Tutti gli analisti dicono che la crisi finirà entro il 2020, e la ripresa economica darà impulso anche a quella morale. Spero che una città meno in crisi troverà il gusto delle cose belle, e delle buone maniere.
Un aneddoto degli ultimi 30 anni…
Senz’altro il 2011, quando per un breve periodo Torino ha ritrovato lo spirito di una vera capitale, l’orgoglio della sua storia e della regalità. E tra le tante manifestazioni di quell’anno, mi è rimasta nel cuore l’adunata degli alpini: un momento di festa vera, l’invasione pacifica della città, la condivisione di valori patriottici, ma anche di grande gioia.
Li ringraziamo tutti, da chi ha premuto più sui tasti del cuore e dell’emozione a chi ha messo l’accento sulle vicende storiche e sui progetti.