Home > People > Editoriali > #iosonotorino > 1988 – 2018, trent’anni di Torino. Il punto di vista
Abbiamo chiesto ad alcuni protagonisti della vita cittadina di questi anni, la loro opinione sul passato, sul presente, sul futuro di Torino. Un’occasione per fermarsi a riflettere su ciò che è stato e ciò che potrà essere.
La testimonianza di Beppe Gandolfo, giornalista e scrittore.
Come ha visto cambiare Torino negli ultimi 30 anni?
Torino è stata sempre assoggettata a una monarchia, prima i Savoia e poi la Fiat. La sparizione negli ultimi 15 anni del monarca ha costretto la città a trovare un’altra fisionomia. Dopo i Savoia si reinventò come città industriale e oggi, dopo l’egemonia della Fiat, sta cercando ancora la sua nuova identità, una nuova dimensione. È positivo che stia puntando molto sulla cultura e sull’enogastronomia.
Torino possiede uno degli indotti auto più grandi in Europa e non può andar perduto
Come la immagina nel futuro?
Spero che possa continuare su questa strada ma secondo me è indispensabile mantenere attivo anche tutto il comparto manifatturiero, della produzione vera. Torino possiede uno degli indotti auto più grandi in Europa e non può andar perduto. Il nostro know-how in questo settore è impareggiabile.
Un aneddoto degli ultimi 30 anni…
Era il 10 febbraio 2006 e al Tg5 conduceva Mentana. Io ero in collegamento diretto in attesa dell’arrivo di Ciampi. Dalla macchina del presidente scese anche la signora Ciampi che mi disse «Mi prenderò un malanno perché ho viaggiato con i finestrini aperti. Dovevo vedere bene Torino che oggi è bellissima!». Quella frase, quella giornata, il fatto che fossi proprio io ad aprire il telegiornale all’epoca più seguito in Italia è stata una bellissima esperienza che ricordo ancora oggi. Un episodio del mio passato che mi ha reso orgoglioso di vivere a Torino.
Li ringraziamo tutti, da chi ha premuto più sui tasti del cuore e dell’emozione a chi ha messo l’accento sulle vicende storiche e sui progetti.