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#iosonotorino

di Franco Benech

1988 – 2018, trent’anni di Torino. Il punto di vista

Abbiamo chiesto ad alcuni protagonisti della vita cittadina di questi anni, la loro opinione sul passato, sul presente, sul futuro di Torino. Un’occasione per fermarsi a riflettere su ciò che è stato e ciò che potrà essere. 

La testimonianza del dottor Franco Benech, neurochirurgo di fama internazionale specializzato in chirurgia vertebrale.

Come ha visto cambiare Torino negli ultimi 30 anni?

Torino è cambiata molto in questi ultimi trent’anni. Da città cupa ma sobriamente elegante, austera e riservata oggi è una città meno industriale, più turistica ma meno raffinata. Professionalmente devo dire che Torino è riuscita sempre ad essere al passo con il progresso tecnologico/scientifico con serietà.

Vorrei una città più dinamica, più ottimistica, più proiettata verso il futuro. Vorrei una città più del fare che del parlare. Una città che sappia dire più dei sì che dei no

Come la immagina nel futuro?

Sinceramente vorrei che diventasse più milanese. Mi spiego meglio: vorrei una città più dinamica, più ottimistica, più proiettata verso il futuro. Vorrei una città più del fare che del parlare. Una città che sappia dire più dei sì che dei no. Ricordiamoci che la città è l’espressione di chi la vive e di chi la dirige.

Un aneddoto degli ultimi 30 anni…

Pur avendo usufruito della metropolitana in più città nel mondo, quando per la prima volta sono salito sulla ‘nostra’ e mi sono seduto sul vagone di testa, per un momento ho rivissuto la gioia che provavo da bambino quando a Carnevale si andava sulle giostre di piazza Vittorio. Era la nostra metropolitana.

 

 

Questa e altre 61 testimonianze

sul numero dei 30 anni di Torino Magazine.

Li ringraziamo tutti, da chi ha premuto più sui tasti del cuore e dell’emozione a chi ha messo l’accento sulle vicende storiche e sui progetti.

 


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