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#iosonotorino

di Massimo Mauro

1988 – 2018, trent’anni di Torino. Il punto di vista

Abbiamo chiesto ad alcuni protagonisti della vita cittadina di questi anni, la loro opinione sul passato, sul presente, sul futuro di Torino. Un’occasione per fermarsi a riflettere su ciò che è stato e ciò che potrà essere. 

La testimonianza di Massimo Mauro, ex calciatore (anche) juventino, commentatore e dirigente sportivo.

Come ha visto cambiare Torino negli ultimi 30 anni?

Quando sono arrivato a Torino era il 1985. La città era ancora dipendente dalla Fiat ma per noi che la vivevamo da calciatori era tutto assolutamente esaltante perché potevamo giocare nella Juve. Avevo appena 23 anni e mi sembrava tutto perfetto. È per questo che ho scelto di restare a vivere a Torino. Anche se all’epoca aveva dei difetti, per me stare alla Juve era la cosa più bella che poteva capitarmi professionalmente. Riconosco che il settore industriale si sia impoverito ma ora si percepisce anche tanto turismo e la città è piena di giovani. Ha scoperto un’altra lato che prima si conosceva meno.

Avevo appena 23 anni e mi sembrava tutto perfetto. È per questo che ho scelto di restare a vivere a Torino

Come la immagina nel futuro?

Così com’è, perché già ora è molto vivibile. Certo ha molte contraddizioni, come tutte le città, però si riescono a vivere bene anche quelle. Onestamente non cambierei molto.

Un aneddoto degli ultimi 30 anni…

Più di uno in realtà. Ho avuto l’onore di portare la fiaccola paralimpica partecipando anche alla parata allo stadio ed è stato molto emozionante. Ricordo molto bene anche una partita di Hockey sul ghiaccio. Lo sport ad altissimo livello è sempre uno spettacolo!

 

 

Questa e altre 61 testimonianze

sul numero dei 30 anni di Torino Magazine.

Li ringraziamo tutti, da chi ha premuto più sui tasti del cuore e dell’emozione a chi ha messo l’accento sulle vicende storiche e sui progetti.