Home > People > Editoriali > #iosonotorino > 1988 – 2018, trent’anni di Torino. Il punto di vista
Abbiamo chiesto ad alcuni protagonisti della vita cittadina di questi anni, la loro opinione sul passato, sul presente, sul futuro di Torino. Un’occasione per fermarsi a riflettere su ciò che è stato e ciò che potrà essere.
La testimonianza di Roberto Cena, membro del Consiglio di Amministrazione OGR e fondatore della libreria antiquaria ‘Il Cartiglio’.
Come ha visto cambiare Torino negli ultimi 30 anni?
Le famose Olimpiadi portarono un’esplosione di creatività che non si era mai vista a Torino. Una città nuova, di una meraviglia incredibile. Mi colpirono queste libertà nuove che toccarono diversi settori, come quello dell’arte contemporanea. I torinesi si dovettero reinventare e ci sono riusciti appieno. La trasformazione è stata potente e per la prima volta si è scoperta l’attrattiva turistica della città, hanno aperto nuovi musei e ora, dopo la crisi del 2008, la città è chiamata a reinventarsi di nuovo.
Voglio vederla in mano alle nuove generazioni, tocca a loro portare linfa innovativa alla città
Come la immagina nel futuro?
Voglio vederla in mano alle nuove generazioni, tocca a loro portare linfa innovativa alla città. Le Ogr sono state un atto di grande coraggio che credo abbiano segnato la rotta da intraprendere mantenendo quello che finora è stato già consolidato.
Un aneddoto degli ultimi 30 anni…
Me ne vengono in mente due, di sentimento opposto. Il primo è legato all’incendio della cappella della Sindone. Ricordo ancora con sgomento le fiamme altissime che avvolgevano il cuore di uno dei simboli di Torino e della Cristianità. L’altro, invece, è il restauro della Reggia di Venaria, questo monumento fantastico, destinato a essere abbattuto e che invece ha trovato nuova vita grazie alla ristrutturazione. È un luogo a cui sono particolarmente legato.
Li ringraziamo tutti, da chi ha premuto più sui tasti del cuore e dell’emozione a chi ha messo l’accento sulle vicende storiche e sui progetti.