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Era meglio nascere topi al Teatro Gobetti

Uno spettacolo sul tema del razzismo strisciante e incolore. Abbattere gli stereotipi sulla cultura rom

A causa delle disposizioni imposte dal DPCM del 3 novembre  2020 contenente le nuove misure per fronteggiare l'emergenza epidemiologica Covid-19, fino al 3 dicembre sono sospesi gli spettacoli aperti al pubblico nelle sale teatrali

Che volto ha il nuovo razzismo? Dove si annida? Da un progetto di ricerca sull'universo rom, 'Era meglio nascere topi' riflette sull’ossessione, antica e contemporanea, per l’appartenenza etnica, il confine, lo 'straniero' come nemico.

Lo spettacolo della compagnia indipendente torinese Anomalia Teatro racconta di una tranquilla cittadina nella quale le autorità decidono di allestire un campo nomadi. La reazione della popolazione non si fa attendere: un presidio permanente chiede di spostare gli 'zingari' da un’altra parte. Ovunque, purché sia lontano. È il 31 dicembre, i presidianti si preparano alla Grande Festa di Capodanno e si stringono contro il nemico comune, rappresentato da ciò che sta al di là della rete: le ombre che abitano il campo. Lo spettacolo sceglie di soffermarsi sugli stereotipi, i cliché e le categorizzazioni che da sempre schiacciano il popolo rom, in una lunga storia di odio e discriminazione che continua ancora oggi.

Il razzismo non si basa più su questioni biologiche ma «continua ad annidarsi nelle proposte identitarie e nazionalistiche con la stessa violenza di quando parlava di razze inferiori» spiega l’autrice Debora Benincasa in scena insieme a Marco Gottardello. Cura la regia Amedeo Anfuso.