Al Bunker di via Paganini, un ritratto di uno dei più grandi cantautori del nostro tempo. 'Growin' up - la storia di Bruce Springsteen' è lo spettacolo di musica-teatro che racconta la storia del cantante dagli albori al (meritato) soprannome di 'The Boss' .
Presentato dall'Accademia dei Folli, 'Growin' up' è la biografia in parole e musica dell'artista e dell'uomo: l'infanzia in povertà vissuta con un padre perennemente ubriaco, la folgorazione avuta guardando per la prima volta Elvis Presley in TV, i primi accordi con la chitarra e i concerti nei locali della East Cost. Dai Castiles ai Child, dagli Still Mills alla Bruce Springsteen Band.
Per non parlare della sera in cui, in un localaccio di Asbury Park, durante un concerto per pochi intimi, entrò un certo uomo nero, enorme, con un sax in mano. Era Clarence Clemons, che da quel momento diventò il fratello di palco di Bruce.
La storia prosegue fino al 9 maggio 1974, all’Harvard Square Theatre di Cambridge. Sul palco c’è un ragazzo nemmeno 25enne con la chitarra in mano. Tra il pubblico siede invece un certo Jon Landau, uno dei critici musicali più importanti del mondo. Pochi giorni dopo sulle pagine del Rolling Stone, appare un presagio scritto con ancora 'i polpastrelli delle dita anestetizzati dopo il tanto tambureggiare sulla poltrona per battere il tempo': «Stasera ho visto il futuro del rock’n’ roll: il suo nome è Bruce Springsteen».
Parlare di Springsteen significa raccontare il mito di uno sfuggente American Dream e la libertà delle highways contrapposta all’oscurità delle strade di periferia, dove giovani amanti si fanno promesse di una vita migliore.
Dall’appassionata ricerca giovanile di 'Greetings from Asbury Park' all’amara constatazione della maturità di 'The Ghost of Tom Joad', Bruce Springsteen traccia, con le sue canzoni e con la sua stessa vita, la parabola di un grande romanzo americano.
E 'Growin' up' ne segue il ritmo.