A causa delle disposizioni imposte dal DPCM del 3 novembre 2020 contenente le nuove misure per fronteggiare l'emergenza epidemiologica Covid-19, fino al 3 dicembre sono sospesi gli spettacoli aperti al pubblico nelle sale teatrali
Un pirotecnico Matthias Martelli passa dal lazzo comico alla poesia, fino alla tragedia umana e sociale, con una satira che tocca in chiave buffonesca. 'Mistero Buffo' di Dario Fo è un atto unico composto da monologhi di ispirazione religiosa, narrati in chiave mordace dal regista Eugenio Allegri.
Nella sua prima versione, datata ottobre 1969, lo spettacolo si propone come una 'giullarata' in lingua grammelot: una forma espressiva inventata, onomatopeica, di ispirazione medievale e mescolata con i dialetti padani. Dopo numerose repliche, versioni e integrazioni il testo, già di per sé sovversivo, diventa una vera e propria satira politica e sociale che non dimentica la sua origine popolare. E neppure quelle 'giullarate' che, nella loro versione aggiornata, gli conferiscono una carica (teatralmente) esplosiva.
«Quando Matthias Martelli mi chiese di essere il regista di un Mistero Buffo di Dario Fo in cui lui sarebbe stato l’attore [...] gli risposi subito di sì – racconta Allegri – ad un patto, però: che il 'Mistero Buffo' che avremmo messo in scena sarebbe stato lo stesso che avevo visto interpretare da Dario Fo a Torino nel 1974, nell’Aula Magna della Facoltà di Lettere a Palazzo Nuovo».