Home > People > Editoriali > Le città e l'innovazione > 1988-2021: 150 numeri per l’ottovolante Torino
Torino, autunno 2021
1988: le prime 5 aziende al mondo erano General Motors, ExxonMobil, Ford, IBM, Mobile. 2021: Apple, Saudi Aramco, Microsoft, Amazon, Alphabet (cioè Google).
Dal petrolio agli algoritmi in meno di 40 anni. 1996: Motorola realizza lo StarTac con l’apertura a conchiglia, oggi iPhone ha venduto 1 miliardo di telefonini sugli oltre 5.2 miliardi di persone che utilizzano un cellulare*. Nel 1982 i ragazzi americani di 16 anni passavano 15 ore la settimana a guardare la TV e nel 2002 quasi 3 ore la settimana sul computer**. Nel 2021 il tempo medio globale speso su Internet via mobile è di quasi 7 ore al giorno, per lo più guardando video, e oltre 4 miliardi di persone fraternizzano su Facebook, Instagram, WhatsApp e così via**.
Molte città interpretano il cambiamento con l’andamento più efficace: una crescita continua verso l’alto.
Non Torino.
Qui amiamo l’ottovolante, che però oggi non offre più emozioni
Molte città del mondo interpretano il cambiamento con l’andamento più efficace: una crescita continua verso l’alto. Non Torino. Qui amiamo l’ottovolante.
Nel 1988 FIAT impiegava 34mila persone solo a Mirafiori e lanciava sul mercato la Tipo. Oggi si chiama Stellantis, lancia la 500 elettrica con Di Caprio ma il suo cuore batte a Parigi. 1988: sul palco dello Stadio Comunale si esibiscono a luglio Michael Jackson, Bruce Springsteen e Pink Floyd. A settembre il concertone Human Rights per Amnesty International: di nuovo il Boss con Peter Gabriel, Sting, Tracy Chapman, Youssou N’Dour e Claudio Baglioni. Dal 2020 i palchi di Torino sono silenziosi, e non solo per il COVID. Le care vecchie giostre di piazza Vittorio nel 1986 hanno lasciato spazio ai déhors e alle luci dei tanti locali alla moda.
La movida un tempo padrona dei Murazzi (selvaggi e vivi come i docks di New York di quegli anni) si è imborghesita migrando in quartieri oggi chic&glamour. Al carosello di auto festanti per gli scudetti delle squadre cittadine in via Roma e piazza San Carlo si sostituisce il rito dello struscio pedonalizzato davanti a marchi un tempo aspirazionali, oggi multinazionali. Torino negli anni ’80 non comunicava verso l’esterno, ma al suo interno sono cresciute due tra le agenzie storiche della pubblicità italiana.
E la città ha imparato a promuoversi. Alla fine degli anni ’90 nasce e cresce il brand Torino. Passion lives here, gridavamo al mondo durante il 2006 ed eravamo davvero always on the move, per citare i due slogan delle XX Olimpiadi Invernali. Una cavalcata di entusiasmo, creatività, orgoglio, possibilità. Torino diventa una vetrina internazionale e quindi nasce e cresce con lei il suo Magazine. Rispettivamente fabbrica e voce di novità esclusive: mostre indimenticabili, musei rinnovati e nuovi, luoghi storici che tornano e splendere.
La città acquista un’atmosfera nuova e convincente, quasi seducente. In copertina facce locali con sguardo internazionale. Un “red carpet” che in pochi anni ben comunicati cancella 40 anni di “grey DOC”. Vince il calcio, perdono sport come pallacanestro e pallavolo, ma arriva il tennis più spettacolare con le prossime ATP Finals.
Nel 2016 alle elezioni comunali di Torino i voti totali sono stati 397.811 contro i 599.562 del 1993. Quando leggerete questo articolo sapremo insieme quale sarà stato l’esito della partecipazione al voto il 3 ottobre. Ma una cosa sembra essere certa: i torinesi si sono stancati di andare su e giù su un ottovolante che non offre più emozioni.
Torino è vicina alle montagne. Le montagne vanno rispettate e scalate piano piano verso la vetta. Per raggiungerla ci vogliono preparazione e dedizione, ma anche passione e orgoglio. Alcuni ci arrivano da soli, ma potremmo arrivarci tutti insieme, perché abbiamo dalla nostra la storia e le capacità. Però dobbiamo cambiare strategie e prospettive, puntando sulla nostra propensione all’innovazione, all’inventiva, a un lavoro continuo e programmato.
* Fonte: NailCybart. ** Fonte: Institute for Social Research University of Michigan. *** Fonte: we are social.