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17 gennaio: da Leica in via Carlo Alberto

al via la mostra insieme a Torino Magazine

IL 17 GENNAIO LEICA HA INAUGURATO “25 ANNI X 50 REPORTAGE”, MOSTRA CURATA ASSIEME A TORINO MAGAZINE, E DEDICATA AL TEMA DEI VIAGGI E DEL RACCONTO FOTOGRAFICO; ATTRAVERSO LE FOTO DI MARCO CARULLI E FRANCO BORRELLI, E LA PENNA DI GUIDO BAROSIO. SIAMO STATI ALL'INAUGURAZIONE, NEL NUOVO STORE DI VIA CARLO ALBERTO 47 A TORINO

Serata di festa, dialogo e foto mozzafiato quella del 17 gennaio. In via Carlo Alberto 47 Leica, all’interno del suo nuovo store, ha inaugurato la mostra 25 Anni X 50 Reportage. Un’epopea fotografica a ogni latitudine, percorsa attraverso 16 scatti in grande formato e un video spettacolare; una sorta di riassunto di 25 anni di viaggi in giro per il mondo di Guido Barosio (travel journalist e direttore responsabile di Torino Magazine) e di due maestri della fotografia quali sono Marco Carulli e Franco Borrelli. Le foto esposte sono solo alcune delle centinaia scattate per raccontare anche con le immagini 25 anni di reportage insieme a Guido Barosio: un lungo viaggio fatto di aneddoti, concetti ed emozioni che hanno trovato spazio proprio nella serata del 17 gennaio.

Marco Carulli: «Mi porto sicuramente nel cuore tre foto più di altre. L’aurora boreale in primis, in Norvegia, è stata un’emozione incredibile, soprattutto la prima volta. Poi Mont Saint-Michel, che era un mio sogno, fotografarla in questo modo è stato fantastico… E direi anche Venezia all’alba, deserta, poco dopo la fine del lockdown». Certe immagini ci rimangono dentro, soprattutto se ne siamo gli artefici, ma cosa cambia tra fare un viaggio e fotografare un viaggio? «Fotografare un viaggio ci obbliga a stare al di qua della realtà – la parola a Franco Borrelli e in qualche modo ci porta a guardarla un po’ come fosse un film. È un’operazione sempre interessante; potremmo provare a riproporla un po’ più spesso anche nel nostro quotidiano. Fotografare ci toglie dalla solita superficie, dalle onde emotive, e ci dona una prospettiva un po’ più oggettiva della realtà, a cui poi, solo dopo, si aggiungono le emozioni».

Al Leica Store di via Carlo Alberto con Franco Borrelli, Marco Carulli, Giada Triola e Guido Barosio

Da Leica Franco Borrelli, Marco Carulli, Giada Triola e Guido Barosio

Le foto esposte sono solo alcune delle centinaia scattate per raccontare anche con le immagini 25 anni di reportage insieme a Guido Barosio

Durante la presentazione sono poi intervenuti Christian Gallo (direttore dello Store), che ha sottolineato la volontà di Leica Camera Italia di credere in Torino e nella qualità del lavoro che si può portare avanti in città; e Giada Triola, responsabile PR ed eventi di Leica Camera Italia: «Questa è una delle case di Leica in Italia, e come tale porta avanti valori, ideali e missione di Leica. Figlia del passato e profondamente legata alla volontà di innovare. Non solo tecnicamente. Con Torino Magazine condividiamo i valori della narrazione di qualità, ed è quindi un piacere inaugurare questa mostra e questo progetto».

La chiosa a Guido Barosio: «È un onore presentare con Leica e da Leica 25 anni di reportage fatti con Torino Magazine insieme a Franco e a Marco. Per noi è un riconoscimento importantissimo, internazionale, perché Leica è la storia della fotografia mondiale. Ci accomuna la passione per i racconti di viaggio di qualità, e quindi non potevamo immaginare partner migliore per questo progetto che è assolutamente da visitare».

Fino al 16 marzo 2024 la mostra è aperta a tutti, e prevede anche diversi incontri tematici per animarne le giornate. È sicuramente una bella occasione per osservare gli iconici prodotti Leica, per sfogliare fotografie bellissime e per interrogarsi sull’arte del racconto, non solo testuale. Tutto nel cuore della città.

P.S. Prima di lasciarvi al nostro video-racconto della serata del 17 gennaio, un po’ di cultura… Si dice Leica o Laica? Leica è il nome scelto nel 1986 come abbreviazione della tedesca Leitz Camera, l’antenata di Leica, nata invece più di un secolo prima. Il dittongo “ei” però in tedesco si legge “ai”, e quindi porta alla più corretta pronuncia “Laica”; anche se, nel tempo, i non germanofili hanno spesso finito per utilizzare la pronuncia con la “e”, intuitiva, ma meno corretta.