Torino, Inverno 2023
Torino ama l’arte in tutte le sue forme. La ritroviamo nell’architettura rinascimentale, barocca e contemporanea delle sue regge e palazzi, nei tanti musei, nelle pinacoteche e gallerie, nella sua tradizione musicale classica e moderna, nella sua vocazione al cinema e alla fotografia. Una passione che si ritrova ogni anno a novembre, il mese dedicato all’arte, ricco di manifestazioni che attraggono un pubblico ogni anno più numeroso. Un’Arte diventata, nel tempo, un “saper fare” allargato ad ambiti come il design industriale, i gioielli e l’arredamento, i tessuti, il cibo. Un connubio di tradizione e innovazione che riflette la storia della città e la sua posizione di rilievo nella cultura italiana. L’Arte è stata per noi uno strumento di rigenerazione economica e sociale che ha contribuito ad aumentare il benessere di un intero territorio, lasciando però da parte gli individui intesi come collettività. Su questo tema si potrebbe lavorare prendendo spunto dalla Finlandia. Nel 2010 il sociologo Erik Allrtid ha condotto una significativa ricerca indagando sui determinanti che permettono agli individui di sperimentare piacere ed entusiasmo, di potenziare la capacità di socializzare e comunicare, di sentire affetto, di sognare e di imparare. La risposta all’interrogativo è stata: l’Arte. Sulla base dei risultati della ricerca nel 2010 è nato un progetto audace e innovativo, Taiku – Arte e cultura per la salute e benessere della popolazione, un programma che ha coinvolto cinque ministeri: Salute e Affari Sociali, Cultura e Sport, Ambiente, Istruzione, Economia e Lavoro.
Diffusa nei cuori, nelle emozioni, nei sogni e nelle mani dei torinesi
Il più ambizioso ed esteso progetto di arte a sostegno della promozione della salute mai realizzato, che ha generato una riforma radicale del modo di concepire le politiche sanitarie e sociali, capace di tener conto anche dello spirito e della mente degli individui. «L’arte deve innervare la vita di ogni cittadino, nelle condizioni ordinarie e di quelle straordinarie di cambiamento e di malattia, stimolando le capacità e l’abilità di ognuno di mettersi in gioco e riconoscere le proprie risorse interiori, di facilitare le relazioni con gli altri e con l’ambiente, di favorire l’inclusione sociale». I risultati sono stati talmente incoraggianti che l’esperimento ha dato vita al progetto ancora in corso Artsequal. Grande attenzione è riservata al mondo del lavoro, come sostegno efficace nei percorsi di riqualificazione, per evitare isolamento sociale e depressione, e aumentare la fiducia in se stessi e nella capacità di ricreare la propria vita professionale. Oggi è chiaro che il benessere personale è direttamente connesso con gli obiettivi economici dell’azienda in termini di efficienza, creatività, intraprendenza, collaborazione, motivazione. Il prof. Ahonen, a capo della ricerca sul tema nel Ministero della Salute, ha affermato che un euro investito dall’azienda sul benessere individuale e organizzativo porta a guadagnarne sei. Sarà anche per questo che la Finlandia è in testa alla classifica del World Happiness Report come Paese più felice al mondo? Nel mio ultimo viaggio in Finlandia, ospite da nord a sud dei tanti parenti della mia compagna Eija, scrittrice, ho visto Ritva dedicarsi alla pittura, Pertti lasciare meravigliose poesie nei boschi, Esa scolpire il legno. Alcuni esempi di persone normali che grazie al progetto hanno potuto, gratuitamente, imparare differenti forme d’arte, per un’Arte parte integrante della loro vita. Questo “passaggio” ancora ci manca e su questo occorre lavorare. Rendendo l’arte accessibile ad ogni livello, integrando nel nostro modello ricco di iniziativa e intuizione, ma ancora troppo lasciato al coraggio e alla creatività dei singoli, un modello progettato e coordinato dalle Istituzioni in collaborazione con le imprese, capace di coinvolgere i cittadini in una nuova, grande impresa: affiancare a una Torino, centro primario in Italia della ricerca e sviluppo AI, una Torino con il più grande livello di AD (Arte Diffusa). Diffusa nei cuori, nelle emozioni, nei sogni e nelle mani dei torinesi. Come recita l’iscrizione sulla lapide di Beppe Fenoglio.