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Torino, Primavera 2022
Eurovision Song Contest porta a Torino la 66a edizione della più importante manifestazione canora europea e una delle più significative al mondo. Sarà la terza volta in Italia dopo quelle del 1965 e del 1991. L’attesa è tanta grazie al successo degli italianissimi Måneskin, vincitori dell’ultima edizione a Rotterdam, che li ha catapultati tra le stelle del firmamento rock. Ma per Torino è solo una questione di business? Anche, ma non solo. Prendendo come riferimento l’edizione 2016 a Stoccolma, a fronte di una spesa di 13 milioni di euro la ricaduta economica sulla città era stata di ben 36,8 milioni di euro (28 milioni solo di indotto turistico). Anche qui gli effetti si sono visti subito: alberghi tutti pieni per ospitare le 40 delegazioni provenienti da tutta Europa, con migliaia di persone con elevata capacità di spesa. È una questione di visibilità? Anche, ma non solo. La kermesse andrà in onda in oltre 50 Paesi nel mondo. Non i 2 miliardi di ascoltatori delle Olimpiadi invernali di Torino 2006, ma i numeri sono importanti: previsti 200 milioni di spettatori televisivi (fonte: RAI), più il pubblico che potrà seguire l’evento sulle piattaforme digitali e social in live streaming. Una grande vetrina mediatica. Torino ha l’opportunità di veicolare il proprio brand su questa grande platea internazionale. Ma quale brand? Nell’edizione 2021 la Città di Rotterdam ha incaricato lo studio Clever Franke di realizzare l’identità visiva da affiancare al logo Eurovision (potete vederlo qui: www.cleverfranke.com/project/eurovision). Il risultato è stato interessante: «La sfida che ci siamo dati è stata quella di ripensare cosa sia un’identità. Tutte le parti del simbolo sono composte dai colori delle
bandiere dei Paesi partecipanti. Simboleggia che siamo aperti a tutto ciò che i partecipanti ci presentano. Insieme i partecipanti formano il simbolo unificante di Eurovision 2021 con lo slogan Open Up (apertura)». Torino si presenta con un brand e uno slogan molto concettuali (personalmente il lavoro mi piace molto): The Sound of Beauty (potete vederlo qui: eurovision.tv/story/the-sound-of-beauty). Bello.
Lavoriamo per una nuova “colonna sonora” del nostro territorio, capace di riconquistare il pubblico italiano e di attrarre un pubblico straniero aderente alla nostra offerta. Esplodiamo la nostra lirica abituale, ma cambiamo musica. E che sia rock’n’roll.
Ma Torino dov’é? Io non la vedo, ma forse sbaglio. Provate a cercarla voi. Questo tema forse è stato sottovalutato, magari per il passaggio tra due amministrazioni o forse per un’atavica incapacità (molto torinese) di comunicare i propri valori anche attraverso la creazione di un “city brand” contemporaneo ed efficace, capace di evolvere nel tempo. E allora qual è la vera opportunità di questa manifestazione, che, una volta terminata, guarderà già all’edizione successiva? L’opportunità la sintetizzo in una sola parola coerente con lo spirito di Eurovision: energia. La stessa energia che ha consentito ai Måneskin di conquistare solamente in un anno tutte le platee del mondo. Come? Con passione, entusiasmo, creatività. Ma anche con perseveranza, strategia, duro lavoro e dedizione assoluta. Prendiamo quest’occasione per velocizzare il percorso di un nuovo posizionamento di Torino appoggiando le nuove direzioni su queste basi. Lavoriamo per una nuova “colonna sonora” del nostro territorio capace di riconquistare il pubblico italiano e di attrarre un pubblico straniero aderente alla nostra offerta: aziende multinazionali, startup, studenti, imprenditori, turisti, creativi. Esplodiamo la nostra lirica abituale, fatta di progetti, design, cultura, storia, ricerca, intelligenze, artigianalità, enogastronomia, leisure, ma cambiamo musica. E che sia rock’n’roll.