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Home > People > Editoriali > Le città e l'innovazione > Torino Smart city, ecco la ricetta
Torino, inverno 2019
Passando una parte del mio tempo in giro per il mondo, osservo che le città stanno facendo a gara per dimostrare di essere le più innovative. L’idea è di considerare l’innovazione un modo per stimolare la crescita, imitando modelli come la Silicon Valley. Ma come si arriva a essere una città realmente innovativa e smart? A me piace pensare che accada attraverso un percorso bilanciato tra tecnologia e qualità della vita. Partiamo da un punto essenziale: la raccolta e la gestione dei dati e le nuove scienze dei materiali. Oggi, nella maggior parte delle città i dati sono poco standardizzati e frammentati tra istituzioni pubbliche, imprese, associazioni, database personali. Occorre aggregare i dati che coprono i flussi di traffico, la salute pubblica, la sicurezza, le transazioni, i cambiamenti nell’uso dell’energia, e renderli accessibili.
L’innovazione tecnologica deve sempre assecondare lo ‘stile di vita urbano’ che la città deve offrire, soprattutto alle nuove generazioni, quelle che contribuiscono di più al livello di innovazione
«L’informazione in tempo reale funge da occhio per l’amministrazione urbana», spiega bene Clare Ma, leader del settore pubblico di Deloitte. In Cina corrono. A Nanchino, sensori installati in 10mila taxi, 7mila autobus e oltre 1 milione di veicoli privati permettono di aggregare i dati giornalieri su reti fisiche e virtuali. I dati sul traffico sono inviati in tempo reale agli smartphone dei pendolari, per creare nuove rotte di traffico. Los Angeles ha incorporato sensori in 4500 miglia di nuovi LED in sostituzione dei lampioni precedenti. Nel momento in cui una lampadina stradale si guasta o si scarica, può essere riparata quasi immediatamente, facendo parte di un modello di città proattivo che rileva i difetti prima che si verifichino. Sul tema dei dati Torino si è mossa per prima in Italia e, in collaborazione con TIM, sta sviluppando le potenzialità della nuova rete 5G, la tecnologia di telefonia mobile di quinta generazione in grado di raccogliere e trasferire dati in modo più veloce e preciso. Il 5G, unito a dispositivi collegati (IoT, l’internet delle cose) e all’intelligenza artificiale, darà vita a economie di miliardi di sensori che apriranno nuove possibilità per i cittadini, come quella di convalidare la propria identità con un semplice sguardo in qualsiasi direzione, utilizzando il riconoscimento facciale, per acquistare, ad esempio, pacchetti di viaggio personalizzati in pochi secondi. La raccolta dati sarà integrata con le nuove scienze dei materiali. Gli ingegneri dell’Università di Delft hanno sviluppato un prototipo di bio-calcestruzzo in grado di riparare le proprie crepe, uno dei primi casi di autoguarigione di un materiale.
E che dire delle nanoparticelle di silicio per catturare la luce che quotidianamente fluisce attraverso le nostre finestre? Piccole celle solari raccolgono l’energia per un uso immediato: dei ‘concentratori solari’ che, sovrapposti a qualsiasi finestra, potrebbero generare energia su quasi tutti gli schermi rivolti verso il sole. Ma l’innovazione tecnologica deve sempre assecondare lo ‘stile di vita urbano’ che la città deve offrire, soprattutto alle nuove generazioni, quelle che contribuiscono di più al livello di innovazione. Persone che amano vivere vicino a dove lavorano, con una vita notturna brillante, buon cibo, piste ciclabili, spazi di coworking e servizi di sharing, gallerie d’arte ed eventi in grado di soddisfare il desiderio di creatività. Città come Austin, la più innovativa degli Stati Uniti (che frequento da quasi 10 anni, durante i quali mi è letteralmente cambiata sotto gli occhi), sono state costruite per un pubblico disposto a vivere lì per la qualità della vita, il buon cibo, la scena artistica e musicale vibrante e le persone interessanti che vi si incontrano (con eventi come il SXSW e l’Austin City Limits, con la Formula1 e il Moto GP la città è cresciuta del 34% in meno di 10 anni). Questi elementi trasformano le comunità in luoghi che ispirano l’innovazione. Torino parte bene con i suoi innumerevoli festival ed eventi culturali, con la sua vocazione per l’arte, la creatività e il cibo di qualità. Ma per innovare bisogna pensare fuori dagli schemi, evitando approcci superficiali e facendo sistema. Bisogna lavorare partendo dalle infrastrutture tecnologiche e culturali per aumentare il valore della nostra città, attraendo i veri talenti che ci servono e trattenendo quelli che già ci sono. E, a Torino, sono tanti. Due libri per approfondire: ‘The best way to predict the future is to create it yourself’ di Peter Diamandis e ‘La città di domani’ di Carlo Ratti. Due brani per entrare nell’atmosfera: ‘Extreme Ways’ di Moby e ‘All or None’ dei Pearl Jam.