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Torino, Autunno 2022
In un’epoca nella quale più che mai la comunicazione gioca un ruolo centrale nell’affermazione di prodotti e servizi di qualunque genere, le città sono entrate a far parte di questa competizione attivando un’accurata strategia di City Branding. Che significa definire e perseguire una strategia di comunicazione per costruire e affermare l’identità di una città con l’obiettivo di promuoverla (di “venderla”) ad un pubblico (target) differenziato: i cittadini, per aumentare il senso di appartenenza e di orgoglio (se parlo bene della mia città innesto un passaparola più efficace di qualunque campagna pubblicitaria), potenziali nuovi abitanti (di cui le città hanno sempre più bisogno), i turisti (sempre in cerca di nuove destinazioni), le imprese e gli imprenditori (alla ricerca di ambienti innovativi e stimolanti), i grandi eventi culturali e sportivi (format che girano il mondo alla ricerca di nuovi posti ricettivi verso nuove offerte di intrattenimento). Torino, più di altre città italiane ed europee, ha bisogno di tornare a promuovere con forza e originalità i suoi valori, partendo dal presupposto che ne ha tanti e unici. Lo ha fatto in passato sfruttando il volano delle XX Olimpiadi Invernali 2006 ma poi, con il tradizionale autolesionismo sabaudo, ha perso posizioni vivendo ad oggi di comunicazione riflessa dai tanti eventi portati mirabilmente avanti dalle ultime amministrazioni (ATP Finals, Eurovision) e dal lavoro eccezionale fatto dalle Fondazioni bancarie e dal sistema museale, che ha saputo rinnovare luoghi spenti trasformandoli in fari di attrazione internazionali come il MAUTO, il Museo del Cinema, Il Museo Egizio, le nuovissime Gallerie d’Italia Torino di Intesa Sanpaolo o le rinnovate OGR di Fondazione CRT. Iniziative importanti, ma non inquadrate all’interno di un progetto di comunicazione marchiato Torino.
Torino, più di altre città italiane ed europee, ha bisogno di tornare a promuovere con forza e originalità i suoi valori, partendo dal presupposto che ne ha tanti e unici
Quando sappiamo che la comunicazione di un brand (di un prodotto, di un servizio così come di una città) funziona? Quando, appena lo sentiamo nominare o lo vediamo, nella nostra testa si accende un’immagine positiva. Facciamo una prova: cosa immaginiamo se leggiamo New York, Parigi, Barcellona, Bilbao, piuttosto che Milano, Roma, Venezia, Matera, Amalfi, Portofino, Cannes, Montecarlo? Succede che quella città, grande o piccola che sia, come per magia nella nostra testa diventa un’immagine gratificante, attraente, seducente. Da Città a Brand. Online si trovano decine di classifiche delle città ritenute più attraenti e vivibili, ma Torino sembra non essere quasi mai rilevata dal radar del desiderio. Strano, perché chi viene a visitarla e chi ci vive ne parla con entusiasmo e con orgoglio, nella maggior parte dei casi. E allora cosa manca? Manca un progetto di city branding che sul medio/lungo termine promuova i valori tangibili (il patrimonio artistico e culturale, la capacità inclusiva, le tante università, l’ambiente naturale, l’entertainment, l’arte culinaria) attraverso i valori intangibili ma determinanti della comunicazione: una Brand Identity in grado di evocare un’immagine unica, originale, memorabile. Iniziamo realizzando un logo nuovo e contemporaneo, affianchiamogli un pay off indimenticabile (avete presente il “Just do it” di Nike?), e definiamo una “narrazione” di Torino condivisa con i principali stakeholder del territorio, in modo che ognuno possa farla sua all’interno delle specifiche attività di promozione. Un gioco di squadra per riprenderci la posizione che meritiamo, condividendo con il mondo la bellezza della nostra città.