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Dundee

L'inaspettato short break in Scozia

di Silvia Donatiello

Primavera 2019

PER UNO SHORT BREAK IN SCOZIA, VOI DOVE ANDRESTE? FUORI DALLE ROTTE PIÙ BATTUTE, DUNDEE È UNA META DA SCOPRIRE: UNA CITTÀ RICCA DI STORIA CHE OGGI SI STA RILANCIANDO SOTTO IL SEGNO DELL’ARTE E DEL DESIGN

Al di là dei paesaggi incantati delle Highlands, oltre al fascino potteriano di Edimburgo, al romanticismo di Aberdeen o al misticismo di Loch Ness e della sua vicina Inverness, oltre alla più famosa e cosmopolita Glasgow, un piccolo gioiello tutto da scoprire è Dundee, una scelta non scontata che vi riserverà non poche sorprese. Tre giorni sono sufficienti per visitarla tutta e coglierne l’essenza, magari con l’intenzione di ritornarci più in là, come è successo a me, ed estendere la visita al resto di questa meravigliosa regione. Dundee, con un passato industriale alle spalle da cui cerca di rinascere puntando sull’arte, sul design e sulle sue particolarità, ha una storia molto interessante. Conosciuta in passato come la città delle 3 J juta, jam e journalism – oggi Dundee ha ottenuto il titolo di The City of Discovery (la città della scoperta), in onore alla storia dell’attività scientifica della città e all’RRS Discovery, il vascello usato durante le esplorazioni dell’Antartico di Robert Falcon Scott.

Dundee è stata anche sede di una grande industria marittima e navale durante il XIX secolo: 2mila navi furono costruite qui tra il 1871 e il 1881, e prima ancora anche la HMS Unicorn, una delle navi storiche più importanti al mondo e l’ultima nave da guerra in legno superstite, con quasi 200 anni di età. Anche il Discovery è oggi ormeggiato qui, in un museo appositamente realizzato, proprio di fronte al nuovo gioiello che la città sfoggia con eleganza e con un po’ di pudore: il Victoria & Albert Museum, il primo costruito fuori Londra e inaugurato lo scorso 15 settembre. Ma facciamo un passo indietro.

Le vie di Dundee

Dundee si espanse enormemente durante la rivoluzione industriale, prima grazie al lino e, successivamente, grazie all’industria della juta. La posizione della città su un grande estuario facilitò la massiccia importazione di questa fibra tessile dall’India, insieme all’olio di balena – necessario per trattarla – da parte delle maggiori industrie baleniere. Fu così che, dalla fine del XIX secolo, la maggior parte dei lavoratori della città era impiegata nelle numerose fabbriche di juta. L’industria iniziò poi il suo declino durante il XX secolo e l’ultima fabbrica di juta cittadina chiuse negli anni Settanta del secolo scorso. Oggi è possibile visitare il museo dedicato, il Verdant Works, ubicato nella parte alta di Dundee, un po’ lontano dal centro, raggiungibile a piedi in venti minuti. Una visita decisamente interessante. In aggiunta alla juta, la città è conosciuta, come sopra accennato, anche per la marmellata (jam) e per il giornalismo. La marmellata fu inventata qui nel 1797 da Janet Keiller e il marchio divenne famoso grazie alla sua esportazione mondiale. L’azienda locale Mackays produce ancora marmellata in città. Il giornalismo, infine, si riferisce alla casa editrice DC Thomson & Co, che fu fondata a Dundee nel 1905 e rimane tutt’oggi uno dei maggiori ‘datori di lavoro’ del luogo. L’azienda produce una gran varietà di quotidiani, fumetti per bambini e riviste, tra cui The Sunday Post, The Courier, Shout e le famose pubblicazioni per bambini (diffuse in tutto il Regno Unito) The Beano e The Dandy. Visita quasi obbligata, sia per la bellezza dell’edificio sia per la galleria d’arte e il museo che ospita, il McManus.

 

Arte e ancora arte

L’Ufficio del Turismo, situato in una bella piazzetta centrale a poche centinaia di metri dalla stazione ferroviaria, vi consiglierà e vi consegnerà una preziosa brochure, ‘99 cose da fare a Dundee’: tutte hanno a che vedere con l’arte e il design, dato che da poco la città è stata eletta dall’UNESCO Capitale europea del design. Per saperne di più: creativedundee.com

Molto interessante è il DCA – Dundee Contemporary Arts, un centro di arte contemporanea di fama internazionale che consente a spettatori, artisti e partecipanti di vedere, sperimentare e creare. Con due splendidi spazi espositivi su larga scala, due schermi cinematografici, un ufficio stampa estremamente attivo, un programma di apprendimento pluripremiato e un ricco calendario di eventi, workshop, corsi e attività rivolti a tutte le età e abilità, DCA è una delle organizzazioni artistiche di maggior successo nel Regno Unito. Un bellissimo centro moderno, incastonato tra edifici antichi e un po’ rétro, con una magnifica terrazza esterna dove bere un drink, leggere un libro e rilassarsi, se e quando il tempo lo permette. www.dca.org.uk

 

Last but not least

A vederlo sembra un galeone moderno, una nave pronta a spiegare le vele verso il mare, una gigantesca onda che sta per scrosciare sulla costa o una balena approdata per sbaglio sulla riva. Il nuovo museo del design di Dundee, il Victoria & Albert, il primo progetto in Gran Bretagna dell’architetto giapponese Kengo Kuma, in realtà è ispirato alle maestose scogliere della Scozia. L’edificio, sulle rive del fiume Tay, è rivestito di 2500 pannelli di cemento orizzontali, ha un ingresso stretto come l’apertura di una caverna, per poi espandersi in un arioso interno rivestito di legno. All’interno del museo ci sono una grande galleria per le mostre temporanee e delle gallerie permanenti dedicate alla storia del design scozzese, con centinaia di oggetti antichi e moderni, in parte provenienti dalla collezione del V&A londinese e in parte donati da collezionisti privati. La prima e unica ‘filiale’ del grande museo londinese, incomparabile tempio del design, rappresenta per Dundee, città da tempo in declino e a lungo considerata la parente povera della vicina Edimburgo, l’inizio di una nuova fase positiva.

L’investimento fa parte della trasformazione dell’ex porto della città, che dovrebbe attrarre nella zona negozi, aziende, uffici, hotel, bar e ristoranti. Dundee spera in un ‘rinascimento’ della città proprio grazie al museo – così com’è stato per Bilbao con il Guggenheim progettato da Frank Gehry – una seconda vita post industriale, sperimentata anche dalla nostra Torino con le Olimpiadi invernali del 2006 e con quello che ne è seguito. L’apertura del primo V&A fuori Londra fa parte di un trend globale di espansione all’estero dei grandi musei. Lo stesso Guggenheim sta progettando altre gallerie in Europa e negli Emirati Arabi, il Louvre ha inaugurato un nuovo museo ad Abu Dhabi, mentre il Centre George Pompidou di Parigi ha aperto una sede a Metz, solo per citare alcuni casi. Se pensate di fare un salto per Pasqua, o comunque questa primavera, non perdetevi, oltre alle mostre permanenti, l’esposizione ‘Videogames: Design/Play/Disrupt’. Non limitatevi al titolo, questa non è una mostra solo per nerd: parliamo sempre e comunque di design, anche quello che c’è dietro a un videogame.

 

Food food food

Da non perdere la colazione scozzese da The Palais, una sala da tè meravigliosa, in Union Street, con i servizi in porcellana decorata con motivi floreali, proprio quelli di una volta, un po’ spaiati. Il mio consiglio: i bagel con il salmone e ovviamente un tè, nel più puro stile classico. Per pranzare, per cenare o anche solo per un aperitivo, proprio di fronte al porto e al nuovo V&A Museum, vi consiglio Brassica, situato in quello che fu l’antico edificio di un’agenzia di prestiti. Il ristorante ha appena cambiato proprietà, ma sembra voglia mantenere lo stesso stile, con esposizioni d’arte e cucina a chilometro zero. Quindi, why not?


Come arrivare

Voli diretti da Torino o Milano a Edimburgo, e poi trasferimento in treno cambiando a Gogar-Edinburgh Gateway. Un consiglio: Dundee è da girare a piedi, ma ben equipaggiati con un buon paio di scarpe comode.


 

(Foto di SILVIA DONATIELLO)