Nel Giorno della Memoria, il Teatro Regio presenta il tradizionale Concerto per il Giorno della Memoria, per il quale il direttore Riccardo Frizza ha scelto un programma musicale che invita alla riflessione, per meditare sulla tragedia della Seconda guerra mondiale ascoltando musica bandita dal nazismo, musica “incompiuta” come le vite delle vittime della Shoah, e musica che si beffa dei trionfalismi di qualsiasi regime.
In apertura, l’Orchestra del Teatro Regio esegue Le Ebridi (La grotta di Fingal) di Felix Mendelssohn-Bartholdy, la cui musica, durante il nazismo, venne proibita a causa delle origini ebraiche del suo autore, dal momento che si riteneva le sue composizioni fossero troppo influenzate da quel giudaismo che il regime voleva sradicare, arrivando nel 1936 a distruggere a Lipsia una statua a lui dedicata.
Segue la Sinfonia n. 8 in si minore di Franz Schubert, nota come L’incompiuta, è inusuale per una sinfonia del periodo classico tanto da venir spesso considerata la prima sinfonia romantica. La sua incompiutezza potrebbe simboleggiare le tante vite prematuramente spezzate dalla follia nazista.
L’ultimo brano in programma è la Sinfonia n. 9 di Dmitrij Šostakovič; completata all’indomani della fine Seconda Guerra Mondiale, diventando un inno alla vittoria. Šostakóvič, nato a San Pietroburgo nel 1906, divenne famoso nei primi anni dell’Unione Sovietica con opere che combinavano la tradizione russa e le moderne correnti dell’Occidente. Ebbe però sempre un rapporto tormentato con il governo: i suoi lavori furono periodicamente censurati e venne denunciato ufficialmente nel 1936 e nel 1948, vivendo così un’altra forma di totalitarismo, quello di Stalin.
Molti sono i temi di riflessione che si intrecciano nelle note di questo concerto, e per questo motivo il Teatro Regio ha deciso di affidare un’introduzione a Sergio Bestente, musicologo ed editor della casa editrice EDT che, seguendo il ritmo dei brani in programma, si focalizza sui differenti metodi messi in atto dalle dittature per cancellare il ricordo, sottolineando l’importanza fondamentale di non dimenticare.