Nelle sale di CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia arriva la mostra dedicata a uno dei più importanti e famosi maestri fotografi del Novecento: Robert Doisneau, considerato uno dei padri della fotografia umanista francese e del fotogiornalismo di strada, assieme a Henri Cartier-Bresson.
In mostra oltre 130 fotografie ai sali d’argento in bianco e nero, inserite in un percorso che comprende sia immagini iconiche - come quella che ritrae il bacio di una giovane coppia indifferente al contesto che la circonda - sia immagini meno conosciute, selezionate tra gli oltre 450.000 negativi di cui si compone il suo archivio, una collezione dell’Atelier Robert Doisneau a Montrouge, a sud della capitale francese.
L’esposizione racconta quindi la carriera di Doisneau, il suo modo di girovagare per Parigi con sguardo curioso, che ha prodotto fotografie realizzate su commissione o durante le lunghe giornate di cammino capaci di testimoniare i temi ricorrenti da lui affrontati in più di cinquant’anni e raccolti in 11 sezioni:
- Bambini (1934 - 1956);
- Occupazione e Liberazione (1940 - 1944);
- Il dopoguerra (1945 - 1953);
- Il mondo del lavoro (1935 -1950);
- Il teatro della strada (1945 - 1954);
- Scene di interni (1943 - 1970);
- Portinerie (1945 - 1953);
- Ritratti (1942 - 1961);
- Una certa idea della felicità (1945 -1961);
- Bistrot (1948 - 1957);
- Moda e mondanità (1950 - 1952).
Ad accompagnarlo nel suo vagare sono stati gli amici scrittori come Jacques Prévert, Robert Giraud e Blaise Cendrars, che hanno influenzato il suo modo di fotografare impregnato di surrealismo premeditato che traspare dalla sua capacità di comporre scene all'apparenza spontanee. Doisneau è stato in grado di catturare la vita quotidiana di uomini, donne e bambini di Parigi e della sua banlieue, sapendo tradurne le azioni e i gesti, i desideri e le emozioni, tracciando uno spaccato realistico ed empatico dell’umanità del dopoguerra. Requisiti principali di questo mestiere, secondo lo stesso fotografo: disobbedienza e curiosità.
Per la sua capacità nel riuscire a toccare corde universali, nel 1983 gli viene assegnato il Grand Prix national de la photographie che, assieme alle esposizioni in Francia e all’estero, alle opere che rivisitano la sua fotografia e ai documentari a lui dedicati, consacra una carriera estremamente ricca e densa.
Completa l’esposizione un’intervista video al curatore Gabriel Bauret e la proiezione di un estratto dal film realizzato nel 2016 dalla nipote del fotografo, Clémentine Deroudille: Robert Doisneau, le révolté du merveilleux (Robert Doisneau. La lente delle meraviglie), che contribuisce ad approfondire la conoscenza dell’uomo e della sua opera.
L’esposizione è accompagnata dal catalogo Robert Doisneau, edito da Silvana Editoriale.
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