Al Teatro Astra viene messa in scena la Medea di Heiner Müller in esclusiva nazionale.
Müller, per tre decenni raccolse appunti sulla famosa tragedia greca, per poi riunirli nel 1983 e riscrivere l'opera seguendo un procedimento comune a diversi autori della Germania dell'Est: tornare alla tragedia greca per parlare del loro tempo. Il risultato è un trittico, tre testi che portano con sé le macerie della civiltà occidentale e una messa in scena installativa che trasforma la sala del teatro in una galleria d’arte nella quale lo spettatore viene guidato; un vero e proprio percorso che dalla sala attraversa il palcoscenico per trovarsi in una platea a capienza ridottissima, rimodulata per lasciare spazio alle opere di Catherine Rankl e a una particolarissima scena che utilizza elementi vicini alla scultura e alla pittura.
Matthias Langhoff, a cui è affidata la regia, ha deciso di riproporre la pièce perché solleva questioni più che mai cruciali in questa situazione storica del mondo, parlandoci di: nichilismo della società, un panorama deturpato dai detriti della storia, lotta tra capitalismo e marxismo, tra Oriente e Occidente, tra uomini e donne in un contesto mondiale sempre più devastato.
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