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Le città e l'innovazione

di Valerio Saffirio

Torino d’Amore

Torino, Inverno 2022

Desiderosa, focosa, amorevole, inclusiva, aperta, calda, pulsante, instancabile, seducente. Torino dal prossimo anno me la immagino così, come la migliore delle spose, la più invidiata tra le amanti. Ma come ogni grande storia d’Amore dovremo fare attenzione ai lati oscuri che ogni relazione intensa nasconde. Quest’anno la nostra città ci ha offerto grandi luci che hanno oscurato la magnificente ma spesso algida Milano. Eventi di rilevanza internazionale come Eurovision, le ATP Finals, l’apertura di Gallerie d’Italia Torino, il più prestigioso e originale museo al mondo dedicato alla fotografia e all’immagine, novità assolute che si affiancano ai soliti grandi asset sempre più memorabili e visitati come il Museo Egizio, il MAUTO, il Museo del Cinema e le Fiere internazionali come Terra Madre, il Salone Internazionale del Libro, Artissima. cultura, sport e spettacolo per una Torino sempre più creativa e divertente con le rinate OGR, ClubtoClub e il Kappa FuturFestival, che ci hanno posizionato come capitale europea della musica elettronica a cui si è aggiunto (finalmente) il grande ritorno dei concerti pop e rock, con oltre 50 show internazionali e nazionali. Non male davvero, considerando le ricadute economiche dirette e indirette che hanno dato respiro al tessuto commerciale ed economico cittadino dopo i duri anni di pandemia. Può bastare? No. Torino così, con il tacco 12 e un vestito da sera elegante e sexy tipo “vedoenonvedo”, convince sempre più corteggiatori che vengono da fuori città, ma non del tutto noi cittadini, che, avendola sposata, con lei conviviamo tutti i giorni vedendola la mattina presto senza trucco e troppo spesso con il pigiamone antitrombo (avete presente lei con la maschera di bellezza verde sul volto e le ciabatte plutose imbottite?). Non vorrei che la mia Città Sposa si facesse di botox, o peggio ancora ricorresse alla chirurgia estetica. Non abbiamo bisogno di cambiare, ma di evolvere, rivelando le nostre bellissime rughe: la nostra storia, la nostra cultura, le nostre tradizioni enogastronomiche e culinarie, il barocco dei palazzi, la raffinatezza dei nostri caffè, le anse dolci del fiume con i più antichi circoli di canottieri, una capacità di accoglienza timida ma intensa, non urlata ma proposta con gentilezza e grazia.

Torino deve diventare la capitale di uno Slow Lifestyle improntato al buon vivere, consentendo a chi la abita e a chi la visita un’esperienza profonda e gratificante

La ricetta? Rinvigorire un corpo antico con nuove energie. Tre ingredienti per iniziare, da un vecchio allenatore della comunicazione, nonché innocente frequentatore di donne capaci oltre che belle. Primo: fare squadra. A partire dalla giunta in corso: esemplificativa la presentazione del piano strategico, con il solo sindaco a parlare e sul palco i suoi bravi assessori in silente fila ordinata e ligia. Squadra di governo – bene la governance congiunta con l’ottimo Cirio – da allargare a nuovi e giovani stakeholders spesso trascurati, lasciando a casa gli onorati e vecchi Leoni di sempre. Secondo: rallentiamo anziché accelerare, distinguendoci. Torino deve diventare la capitale di uno Slow Lifestyle improntato al buon vivere, consentendo a chi la abita e a chi la visita un’esperienza profonda e gratificante. Una danza Sabauda improntata alla Bellezza. Terzo: investiamo di più su una sostenibilità non di facciata. Ambientale, sociale, economica. Un modello di sviluppo per soddisfare le generazioni attuali senza compromettere il futuro delle prossime. Una Torino, a partire dal 2023, non per tutti ma per tutti quelli pronti ad Amare. Se stessi e gli altri. Buon nuovo anno e, soprattutto, divertiamoci.