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NUOVE TECNOLOGIE E STRUMENTI ALL’AVANGUARDIA, MA ANCHE SOLIDARIETÀ E COMPRENSIONE DELLE NUOVE ESIGENZE DEL PAESE. INTERVISTIAMO OGGI IL GENERALE BENEDETTO LIPARI, COMANDANTE REGIONALE DELLA GUARDIA DI FINANZA
Palermitano di nascita, napoletano d’adozione, il Generale di divisione Benedetto Luciano Lipari, comandante regionale della Guardia di Finanza Piemonte-Valle D’Aosta, è approdato a Torino nel settembre 2021. Classe 1966, la sua carriera comincia presso la Scuola Militare “Nunziatella” di Napoli nel 1982; nel 1989 conclude i corsi quadriennali presso l’Accademia della Guardia di Finanza di Bergamo e nel 2002 e 2009 consegue, rispettivamente, i titoli presso la Scuola di Polizia Tributaria e il Centro Alti Studi Difesa, istituto deputato all’alta qualificazione dei dirigenti dell’Amministrazione Militare. È laureato in Giurisprudenza, in Scienze Politiche e in Economia e Commercio all’Università degli Studi di Salerno e in Scienze della Sicurezza Economica Finanziaria presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e ha svolto attività di insegnamento in materie giuridico-economiche presso le Università de L’Aquila e La Sapienza di Roma. Ha fatto delle sue competenze una missione, non soltanto ricoprendo importanti incarichi in diverse aree territoriali del Paese ma prestando servizio presso il Comando Generale dove si è interessato nel tempo di problematiche attinenti il settore operativo, l’intelligence nazionale e internazionale e l’area finanziaria e amministrativo-contabile. Intervistarlo è motivo di vanto e un’importante opportunità di approfondimento di temi legati alla società e alla legalità.
Come si trova a Torino?
«È la prima volta che ho il piacere di prestare servizio a Torino ed è stata una piacevole conferma. Nel 2006, venuto per lavoro durante le Olimpiadi invernali, avevo già trovato un’altra città rispetto a quella grigia e industriale descritta mirabilmente da Fruttero e Lucentini in alcuni dei loro gialli più famosi. Ho ritrovato la vivacità intellettuale e il fermento culturale che avevo percepito. L’eleganza della capitale del Regno, che si manifesta soprattutto nelle sue piazze, veri e propri salotti, è sicuramente indiscussa».
Il Covid ha portato sofferenza e disorientamento. Quali sono i business illegali portati da questa emergenza?
«La pandemia ha determinato cambiamenti rilevanti che hanno inciso profondamente sul comportamento, sullo stile di vita e sul lavoro. Il Corpo ha dovuto “rimboccarsi le maniche” e rimodulare i propri schemi operativi e organizzativi; sono stati anni di sequestri di mascherine e di igienizzanti non a norma, di azioni contro illeciti economico-finanziari come l’usura, il riciclaggio, truffe e frodi, pratiche commerciali pericolose per i cittadini, indebite percezioni di risorse pubbliche e frodi nelle pubbliche forniture».
Come interviene la Guardia di Finanza per prevenire questi atti illeciti?
«La risposta delle Fiamme Gialle dinanzi a questa sfida è stata caratterizzata non soltanto da tempestività e concretezza, ma anche da solidarietà e comprensione rispetto alle mutate esigenze del Paese. L’impegno si è incentrato principalmente sull’intensificazione delle attività preventive mediante controlli capillari nei confronti delle nuove partite IVA per neutralizzare sul nascere le frodi e le speculazioni. Essenziale si è rivelato, inoltre, il potenziamento delle sinergie sviluppate con gli altri attori istituzionali come l’Autorità Giudiziaria, l’Agenzia delle Entrate, l’INPS e l’ANAC».
Stessa cosa per il Recovery Fund e gli altri interventi di sostegno come i bonus?
«L’emergenza da Covid-19 ha generato significativi riflessi negativi sull’economia italiana e internazionale. La reazione dell’Unione Europea si è concretizzata con programmi di portata epocale come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che impone sia la necessità di un rafforzamento della capacità amministrativa sia l’urgenza di potenziare le attività di controllo relative alla fase di attivazione delle misure e di realizzazione dei progetti. Quanto al sistema di controllo, in linea con quanto richiesto in sede europea, è stato implementato il cosiddetto sistema antifrode, prevedendo la possibilità in capo ai diversi enti pubblici interessati di stipulare specifici protocolli d’intesa con la Guardia di Finanza (oltre che con l’ANAC), nell’ottica di rafforzare le attività di monitoraggio finalizzate alla prevenzione e al contrasto della corruzione e delle frodi nonché ad evitare il rischio di doppio finanziamento pubblico degli interventi. La lotta alla corruzione e al crimine organizzato ed economico-finanziario attraverso accertamenti patrimoniali, costanti monitoraggi e una decisa azione di contrasto alla concorrenza sleale a favore degli investitori rispettosi delle regole, costituirà la premessa indispensabile per la ripresa economica».
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Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, che strumenti vengono messi in campo per contrastare le richieste e la riscossione dei non aventi diritto?
«Il contrasto alle frodi della spesa previdenziale si traduce in una serrata attività preventiva e repressiva, attraverso un approccio operativo mirato, allo scopo di garantire il corretto impiego delle risorse destinate alle fasce più bisognose della popolazione. Essenziale in questo caso è il “blocco” dei contributi indebiti concessi ma non ancora erogati e il sistematico controllo di eventuali ulteriori benefici non spettanti al medesimo soggetto come i noti “buoni spesa”. Viene
assicurato, inoltre, lo sviluppo di ogni ipotesi info operativa che consenta di risalire a fenomenologie fraudolente che vedono il coinvolgimento di centri di assistenza fiscale, patronati e intermediari».
Quali sono i fenomeni più attenzionati in Piemonte?
«Sicuramente c’è il cosiddetto sommerso d’azienda nonché il lavoro nero, quello irregolare e i casi di “caporalato” con i relativi contratti di appalto falsi, stipulati per giustificare la somministrazione illecita di manodopera. Sul versante dell’evasione fiscale internazionale, il Corpo si impegna a scovare i “tesoretti” oltreconfine mediante ricorso agli strumenti di cooperazione tributaria internazionale, alle analisi di rischio, all’attività d’intelligence e alla rete degli esperti del Corpo distaccati oltreconfine; “armi”, queste, efficacissime per individuare i contribuenti che detengono illegalmente patrimoni all’estero. Un ulteriore fronte d’azione è rappresentato dal contrasto alle frodi alle accise compiute per introdurre e commercializzare in Italia prodotti petroliferi che, oltre a danneggiare il gettito erariale, producono effetti distorsivi della concorrenza e importanti rischi per l’ambiente. L’impegno del Corpo è, altresì, rivolto alla repressione degli illeciti nel settore del gioco, alla tutela del mercato dei beni e servizi del made in Italy e al contrasto alla pirateria digitale e televisiva. Va ricordato, inoltre, il concorso alla sicurezza interna ed esterna del Paese realizzato attraverso l’impiego dei “Baschi Verdi” e il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza».
Cosa fa la Guardia di Finanza per informare la cittadinanza su frodi o truffe alle persone?
«Per sensibilizzare i ragazzi sul valore della legalità economico- finanziaria e illustrare quanto la Guardia di Finanza fa a tutela delle Istituzioni e dei cittadini, si è avviato uno specifico progetto, giunto alla sua ottava edizione, denominato “Educazione alla legalità economica”. Esiste un Protocollo d’Intesa tra il Comando Generale e il Ministero dell’Istruzione, che prevede la realizzazione di incontri e stage tenuti da giovani ufficiali e ispettori del Corpo nelle scuole di tutta Italia per promuovere la conoscenza dei valori alla base della convivenza civile e per contrastare fenomeni in crescita nel mondo adolescenziale, quali la criminalità giovanile e la dispersione scolastica. Per quanto concerne la comunicazione, sono in funzione il sito internet, il numero di pubblica utilità 117, i profili su Instagram, Twitter, Facebook, Telegram, YouTube e podcast online scaricabili e riproducibili per approfondire tematiche inerenti all’attività di servizio».
Ci sono nuovi strumenti di cui la Guardia di Finanza si avvale per prevenire i crimini economici?
«Nello sviluppo delle proprie investigazioni economico-finanziarie, la Guardia di Finanza si avvale di database sempre più performanti e interoperabili. Tra le risorse tecnologiche più avanzate va annoverata la Dorsale Informatica, un’applicazione in grado di far interagire, attraverso un’unica interrogazione, le numerose banche dati operative in uso al Corpo. Sono in fase di progettazione, inoltre, strumenti all’avanguardia di data analysis – piattaforme tecnologiche in grado di analizzare e correlare in tempo reale ingenti quantità di dati provenienti da acquisizioni documentali e da attività di digital forensics – e, già in uso, procedure di approvvigionamento che favoriscono l’acquisizione di beni e servizi caratterizzati da elevati livelli di sostenibilità ambientale, ne sono prova le recenti acquisizioni di capi di vestiario, equipaggiamenti tecnici, unità navali a propulsione ibrida e veicoli elettrici per ridurre l’impatto ambientale».
Cosa avrebbe fatto se non avesse intrapreso questa carriera?
«Se avessi assecondato i desideri di mia madre oggi sarei un medico. Ma già a 16 anni ho scelto di intraprendere la vita militare e ho voluto emulare mio padre che è stato anch’egli una Fiamma Gialla».
(foto MARCO CARULLI)