Home > People > Interviste > Riccardo D’Elicio: Torino è una città perfetta per i giovani
“IL SIGNORE DELLO SPORT TORINESE”: È STATO DEFINITO COSÌ RICCARDO D'ELICIO, DAL 1999 PRESIDENTE DEL CUS TORINO, MA CON UNA VITA NELLO SPORT A 360°. CON LUI ALLA PRESIDENZA DEL CUS TORINO È NATO NEL CAPOLUOGO PIEMONTESE IL PROGETTO JUST THE WOMAN I AM, E NEL 2025 TORNERANNO IN CITTÀ LE UNIVERSIADI INVERNALI
Quante volte nelle sue interviste l’abbiamo sentita parlare di una Torino sempre più città universitaria. È questa una delle identità vincenti del nostro capoluogo?
«I giovani scelgono Torino per il loro percorso di studi, attratti dall’eccellenza offerta dai nostri atenei, e trovano una città bella, vivibile, accogliente. Se la parte didattica è determinante e la proposta sportiva aggiunge un plus che molti studenti ritengono fondamentale, il poter vivere in un territorio che regala tanto anche dal punto di vista culturale, artistico e culinario non è da sottovalutare. Quando pensi a Torino pensi alla Mole Antonelliana, al Museo Egizio, al fiume Po, ma guardate anche ai suoi cortili nascosti, alle facciate Barocche, all’eleganza straordinaria. Senza parlare dell’intrattenimento e della vivacità delle proposte che si trovano in città in ogni stagione. Ecco, credo che Torino abbia a tutti gli effetti le caratteristiche di una città universitaria».
C’è qualcosa su cui far leva perché questa identità sia ancora più percepita e apprezzata?
«Sicuramente potremmo comunicarlo meglio. La città è piena di giovani (parliamo di 120mila studenti iscritti ai nostri atenei), si respira un’atmosfera internazionale, ma bisogna che ogni giorno sia un invito a vivere Torino nelle sue diverse anime. Ad esempio, si potrebbero sviluppare delle agevolazioni per il tempo libero, studiare dei prezzi speciali per i trasporti, Caselle e le ferrovie comprese, collegare meglio le zone vissute dai giovani e dal mondo universitario, aumentare il numero dei posti letto. Non bisogna dimenticare inoltre che non stiamo parlando di un turismo di lusso. I costi sono importanti: facciamo quindi attenzione che siano calmierati. Perché, ricordiamocelo sempre, stiamo parlando di un target che vive la città 260 giorni all’anno (e quindi con molte potenzialità) e che si porta dietro amici e parenti che a loro volta possono diventare testimoni delle nostre bellezze una volta tornati a casa».
La città è piena di giovani (parliamo di 120mila studenti iscritti ai nostri atenei), si respira un'atmosfera internazionaleLe Universiadi del 2025 saranno ulteriore occasione per promuovere e valorizzare la città?
«Le Universiadi sono nate a Torino ed è anche per questo motivo che Torino è conosciuta in tutto il mondo. Ma ogni appuntamento di valore contribuisce a sostenere l’identità della città, anche all’estero. Offriamo occasioni perché si parli di Torino, invitiamo a cliccare sui siti che raccontano del nostro capoluogo. Così tutti scopriranno quanto sia bello e ne saranno incuriositi. Anche perché l’evoluzione della città continua: l’intervento di riqualificazione previsto per i Murazzi restituirà a turisti e torinesi un angolo dal fascino impareggiabile. Mentre con la nascita del nuovo Polo Scientifico universitario di Grugliasco è prevista un’estensione della rete ferroviaria che connetterà tra loro le diverse aree. Già con la metro abitare a Cascine Vica significa essere a 10 minuti dal centro. Ora, con questo nuovo intervento, gli spostamenti saranno ulteriormente facilitati».
Parliamo di passione: è qualcosa che fa parte dell’essenza del CUS, e di Just The Woman I Am in particolare, da sempre.
«Eventi come JTWIA sono l’occasione per sensibilizzare il mondo universitario, e non solo, verso tematiche importanti: prevenzione, stili di vita, lotta alla violenza sulle donne. Ricordiamoci che ci stiamo rivolgendo ai futuri genitori e imprenditori che, una volta acquisiti questi principi, li trasmetteranno ai loro figli, ai loro collaboratori. Just The Woman I Am è in grado di unire più realtà sotto la sua bandiera, tutti uniti da un’unica passione. Lo dimostrano le 8mila persone che lo scorso 3 marzo si sono trovate alla partenza sotto una pioggia battente e le oltre 28.800 che hanno scelto di sostenere la ricerca universitaria sulla salute e sul cancro. Non sarebbe stato possibile se non ci fosse stata un’emozione a sostenerli. E mi sono emozionato anche io».
La passione è ancora il fattore trainante per fare qualcosa di bello quindi…
«La nostra vita è passione: sportiva, professionale, emotiva. Vorrei che le università insegnassero anche questo valore, non solo a studiare. E spiegassero cosa significa vivere in una comunità. Sono i piccoli gesti che fanno grande una società: se in montagna incrociandosi ci si saluta, perché in un centro urbano questa abitudine sembra fuori luogo? O ancora, perché ci sorprendiamo se un’automobile si ferma alle strisce pedonali o se rispetta la pista ciclabile? Comportamenti che in altri Paesi sono scontati. Ritengo che lo sport possa rappresentare un anello in questo discorso: il mondo sportivo insegna ai suoi atleti regole di rispetto, altruismo, collaborazione, senza dimenticare che è la forza della passione che ti spinge ogni giorno a metterti alla prova, nonostante la stanchezza, le delusioni, i momenti di sconforto. Ma voglio aggiungere una riflessione: quando l’ambiente in cui vivi è bello e pulito anche le persone tenderanno ad adeguarsi, diventando più “belle” e mostrando il loro senso civico. A Torino potremmo lavorare un po’ di più su questo aspetto».
(foto CUS TORINO e MARCO CARULLI)