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Marzia Boaglio

E lo story art design. Dove le storie diventano arte.

MARZIA BOAGLIO È PROTAGONISTA DELLA SUA STORIA. FONDATRICE DI UNO STUDIO CHE TRASFORMA LE EMOZIONI DEI CLIENTI IN OPERE D'ARTE E D'ARREDO. L'ANELLO DI CONGIUNZIONE TRA PIANO IDEALE E FISICO. OGNI OGGETTO È UNICO E HA UNA STORIA IN CUI SI FONDONO E DIALOGANO LA SENSIBILITÀ DI MARZIA E LE ECCELLENZE ARTIGIANALI DEL MADE IN ITALY

«L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni».

Non lo diciamo noi, l’ha detto Pablo Picasso, uno che di arte se ne intendeva. Marzia Boaglio è grafica, artista, interior designer… non sappiamo definire con precisione; ha brevettato il concetto di “story art design”, e cioè l’idea di circondarci non di soli mobili e arredi ma di storie, per migliorare la nostra vita. Marzia Boaglio fa questo: si sintonizza sulle vibrazioni del cliente e disegna con il suo aiuto, in forma d’arte, l’ambiente che lui ancora non sa di volere, ma di cui non potrà più fare a meno. Perché? Perché abbiamo bisogno di immergerci in una quotidianità meno superficiale, respirando emozioni come fossero ossigeno, in un mondo che spesso se ne priva banalizzandone l’importanza fondamentale. L’abbiamo incontrata. «In questo mio percorso nulla è stato scontato, ogni tassello, alla fine, ha trovato il suo posto. Nasco graphic designer, con gli studi allo IED e un percorso grafico che mi ha portato a lavorare nel 2006 per il Comitato Olimpico. Ero giovane e sono cresciuta subito e tanto. Dopo questa esperienza ho lavorato in un’agenzia di comunicazione e poi mi sono messa in proprio. Un giorno, per caso ma neanche tanto, è giunta l’occasione: un amico mi chiede un disegno per l’intarsio di una porta, invitandomi per il decoro a ricopiare dei soggetti. La svolta sta tutta in un no: non ho voglia di copiare, voglio proporre i miei disegni, le mie idee, e cosi taccio. Ho sempre amato e studiato l’espressione libera, forte ed evocativa del Futurismo, coniugato a un astrattismo che mi appartiene per indole: questo è il background del mio stile, cresciuto, come me, un passo alla volta. Quando il fascino dell’arte ti tocca l’anima non puoi tornare indietro, anche se dentro di me resterà sempre, l”heritage” del graphic designer :nelle vene senta bisogno di comunicare e raccontare, tradurre le richieste del committente.

Nasce da questa vibrazione quasi ossea la “Prima storia”, un percorso che corre sulla linea poetico-evolutiva della famiglia: da un “Bacio” all’“Alba”, fino alla “Famiglia” e al “Cammino” che ne consegue; un viaggio solo all’apparenza semplice o lineare, da godersi in ogni sfumatura. Ogni disegno si è trasformato in un intarsio, il volto di quattro porte che riassumono la storia di una famiglia. È stata una sorpresa vedere che nel legno, quasi magicamente, prendono vita arte, sogni e opportunità nuove. Mi sono sentita come un mistero da scoprire, uno scrigno contenente il mondo, ma che non trova la sua identità. Guardando però la “Prima storia” mi sono resa conto di come non esistesse qualcuno che raccontasse storie attraverso gli arredi, e in questo “vuoto” ho trovato il mio luogo, me stessa, la mia unicità».
La ricetta è semplice e tutto il contrario: Marzia ascolta, prende appunti, entra in empatia con il cliente. Questo processo origina una forma grezza di sentimento e idee, che il tratto di Marzia trasforma in arte e funzionalità; prodotti unici come il percorso che li genera. Il risultato sono elementi d’arredo d’eccellenza, curati in ogni dettaglio e di grande valore, tanto nei materiali utilizzati quanto nel processo di creazione: «La vera scintilla si accende quando sensibilità e immaginazione si affiancano e si mescolano all’arte incredibile di artigiani custodi di una tradizione manuale e poetica, che dobbiamo tutelare. Si tratta di un dialogo, un ballo tra astratto e concreto, che produce arte caldamente umana. Arte di cui abbiamo bisogno. E dopo le porte e i quadri è venuto il tempo degli altri arredi, delle linee nuove… Questo perché volevo dimostrare, a me e agli altri, le potenzialità dell’arte messa “su misura” al servizio di un’emozione. Lo step successivo è stato più che inaspettato: l’amore per la pittura, sbocciato quasi per caso, come gli amori che infiammano. Un gioco di libertà, tra colori, tessuti e tecniche diversi. Sintomo di un’espressione alla ricerca di una tela sempre più ampia, di una prospettiva di mondo in cui l’arte pervade ogni elemento. Siamo fatti di queste scintille, io ne sono consapevole ma a volte noto che non è scontato. Per questo per ogni lavoro lascio al cliente una lettera personalizzata, il racconto del processo creativo, di come è nato e si è sviluppato. Un dialogo diverso, in cui il cliente è, se vuole, chiamato a partecipare, in cerca di qualcosa di più».

Insomma, il Futurismo urlava al futuro; qua sussurra, saldo, l’emozione che Marzia Boaglio imprime negli oggetti, attraverso una manualità artigianale che chiude il cerchio poetico di una linea di arredamenti (e non solo) veramente unica.