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di Walter Comello

Il potere delle parole

Torino, speciale 30 anni

«All’inizio era il Verbo». La parola crea e rende un essere creatore. Dio non si vede da nessuna parte, ma ovunque si esprime attraverso la sua parola. Dio è parola. Le parole sono scolpite sulle Tavole della Legge, le parole sono tramandate, le parole guariscono gli ammalati e risuscitano Lazzaro, trasformano l’acqua in vino, fanno miracoli ancor più grandi perché fanno innamorare. Le parole più potenti sono sussurrate, accarezzano l’anima, la mettono in relazione con il cuore e danzano insieme, eccitano il corpo. «Per le donne il miglior afrodisiaco sono le parole. Il punto ‘G’ è nelle loro orecchie. Chi lo cerca più in basso sta sprecando il suo tempo», Isabel Allende. Le parole diventano poesia quando penetrano la corteccia celebrale a sua insaputa e stimolano l’amigdala, il resto è solo ambiziosa vanità.

Le parole sono semi che ambiscono a fecondare la terra della mente, ma dipende dal seme e dalla terra. Il seme appare sempre della stessa forma, eppure ci sono semi potenti e semi impotenti. La terra cambia a seconda del tempo e delle stagioni e la luna forse dà il suo assenso. Godi! Bastarda creatura che tormenti da dentro l’anima, godi della parola che farà di te la donna o l’uomo che un padre o una madre non hanno saputo fecondare; fai della parola nuova l’attivatore della tua nuova genesi, smetterai di essere bastarda e sarai capace di determinare la tua specie. Le parole possono essere forti, ma solo quando dicono il vero. Amore: lasciati andare alla parola amore, è di questa che hai bisogno. Hai fatto di tutto per cercarti in un deserto di parole, senza sapere cosa cercare, ma con la presunzione di saperlo. Hai cercato in altri le parole che non sapevi dire, impara a parlare! Le parole non dette non valgono nulla, perché non esistono.

«Le parole erano originariamente incantesimi e la parola ha conservato ancora oggi molto del suo antico potere magico. Con le parole un uomo può rendere felice un altro uomo o spingerlo alla disperazione... Le parole suscitano affetti e sono il mezzo generale con cui gli uomini si influenzano reciprocamente» Sigmund Freud

Senza quelle parole non hai creato nulla, non sei stato altro se non il tuo inutile silenzio, come tante altre volte, e il tuo silenzio ti sarà compagno. Tu e il tuo silenzio, in attesa che qualcuno lo riempia per darti un senso di sazietà della vita. Ma non sarai sazio fintanto che non imparerai a parlare. Le parole che per te contano sono solo le tue, ma quelle vere, non quelle che solitamente usi per riempirti la bocca, non quelle che usi per cercare di comprarti il mondo. Solo tu puoi nutrire te stesso con le parole vere. Quelle vere sono solo tue: in quel preciso istante e se non le pronunci, non esistono. Non vorrai continuare a vivere di rimpianti o rinunciare ad avere stima di te perché ne hai avuto paura? Sussurrale se vuoi amore, e gridale se vuoi la guerra! Sappi quello che fai, sii certo di dire le parole che ti portano dove vuoi andare. Avrai ciò che vuoi, sussurra o grida. Vivi l’amore o eccitati alla battaglia, consapevole del piacere della stessa.

Le parole feriscono, uccidono le persone e i loro sentimenti, ma curano e guariscono l’anima e il corpo con le stesse competenze. Le parole passano attraverso tre livelli di consapevolezza: quelle che si pensano, quelle che si dicono e quelle che si scrivono. Le parole scritte fanno giurisprudenza nella propria vita e dopo non sei più lo stesso. Scrivile e guardale fino a che non sarai in grado di sentirle così luminose dentro di te da farle diventare capaci di trasformarti e farti diventare come loro. E quando sei insicuro pronuncia le parole, per essere costretto poi a dimostrarle. «Nessuno, mai, riesce a dare l’esatta misura di ciò che pensa, di ciò che soffre, della necessità che lo incalza, e la parola umana è spesso come un pentolino di latta su cui andiamo battendo melodie da far ballare gli orsi mentre vorremmo intenerire le stelle», Gustave Flaubert.