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Torino, Speciale Torino Futura 2022
Torino e l’automotive: un legame in evoluzione. Al di là dei risvolti industriali, economici e sociali connessi a questo rapporto che dura da 133 anni, se prendiamo come inizio la data di fondazione della Fabbrica Italiana Automobili Torino, vi offro la mia interpretazione di questo legame: una comunanza basata sul desiderio di movimento e velocità (altro che bogianen). Dalla visione romantica di Marinetti nel suo Manifesto Futurista del 1909 – «Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità» – il movimento si è trasformato in mobilità. Il mondo fisico è diventato facilmente raggiungibile grazie a mezzi di trasporto sempre più veloci e la sua conoscenza è sempre a nostra disposizione grazie alla rete e agli smartphone. La velocità della Formula 1, la mobilità di internet. Una postura fisica e digitale, chiave di lettura del nostro tempo. Il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle città entro il 2050, secondo le Nazioni Unite, mettendo la mobilità urbana tra le priorità delle amministrazioni. Come interpretare questo scenario? Per i baby boomers l’auto rimane un punto fermo. Ma le esigenze cambiano se guardiamo i comportamenti dei millenials – nati tra il 1980 e il 1994 – per i quali l’auto non rappresenta più uno status ma un mezzo di puro e semplice trasporto (ricerca Ipsos). I centennials – 1995/2010 – gli acquirenti dell’auto del domani, non considerano nessuna marca di auto tra i 100 brand più influenti. Il 61,7% degli under 30 preferisce un trasporto pubblico efficiente alla proprietà di un’auto e il 60% vorrebbe un’auto elettrica (indagine Center for Automotive Mobility Innovation).
Gli esperti conoscono le linee guida della sostenibilità urbana e come pianificarle, ma occorre coordinarsi di più con l'industria automobilistica, osservando meglio i nuovi consumatori e le loro parole chiave: sostenibilità, condivisione, praticità
Le loro priorità? L’ultimo smartphone o un viaggio low cost. All’auto di proprietà preferiscono soluzioni monouso pratiche ed economiche, purché condivise e gestibili da un’app: auto, bici, moto, motorini, tram, bus, metro, treni urbani. Gli esperti conoscono le linee guida della sostenibilità urbana e come pianificarle, ma occorre coordinarsi di più con l’industria automobilistica, osservando meglio i nuovi consumatori e le loro parole chiave: sostenibilità (ambientale, economica), condivisione, praticità. Siamo in un periodo di transizione e le amministrazioni capaci di intercettare questi comportamenti vinceranno la sfida. Come la città inglese di Coventry che ha inaugurato Air-One, il primo porto urbano aereo al mondo per veicoli elettrici a decollo e atterraggio verticale, come droni cargo e taxi volanti, gestiti da un’app per pianificare il proprio trasporto. Il progetto prevede aperture di hub a Londra, a Los Angeles, in Australia, Corea del Sud, Francia, Germania, Scandinavia e Sud-Est asiatico. E perché non a Torino? Un mercato da 1,5 miliardi di dollari entro il 2040 secondo Morgan Stanley. Le esigenze cambiano e lo fanno sempre più velocemente, ma l’idea stessa di trasporto rimane centrale. In questo scenario Torino ha le sue opportunità. In una città in cui si muovono 140mila giovani studenti perché non allineare la solida catena di produzione dell’auto con le nuove abitudini di consumo, iniziando a creare nuove professionalità specifiche in collaborazione con l’Università e il Politecnico? La transizione verde verso il trasporto sostenibile ha bisogno di nuove idee e nuovi professionisti prima di tutto. Partiamo dalla formazione e dall’informazione per scrivere il “Manifesto Futuribile” di Torino: «Affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova. Una mobilità intelligente, condivisa, sostenibile, gratificante».