Una passeggiata nel quartiere di Vegueta inizia in un luogo ben preciso, più di cinque secoli fa. Ai piedi del Barranco del Guiniguada si trovavano le gigantesche palme che servivano da punto di riferimento per guidare le navi che venivano a rifornire le truppe spagnole schierate in questo punto dove la città è stata fondata il 24 giugno del 1478, il giorno di San Juan, San Giovanni. Le radici di quelle storiche palme che si trovavano al lato della Chiesa di Sant’Antonio Abate, dove lo stesso Colombo pregò prima di salpare verso il nuovo mondo nel lontano 1492, sono anche l’origine del nome della città di Las Palmas de Gran Canaria. Camminare per Vegueta significa quindi camminare nella storia. Soprattutto se si tiene presente che questo centro storico ha dato origine alla prima città castigliana sull’Atlantico, ancor prima della conquista dell’America, episodio che ha avuto la sua anticamera storica su questa sponda. Quindi l’alba del cosiddetto Nuovo Mondo iniziò in qualche modo a Vegueta e, per estensione, a Gran Canaria.

Vegueta era destinata a entrare nei libri di storia, soprattutto nei momenti chiave della scoperta del continente americano. Durante il suo primo viaggio, nel 1492, Cristoforo Colombo dovette fermarsi a Gran Canaria perché il timone della Pinta, una delle tre storiche caravelle da lui comandate, si ruppe. Si pensa che l’ammiraglio abbia riposato nella casa del governatore, sede dell’odierna Casa Museo di Cristoforo Colombo chiamata in spagnolo Casa de Colón, un museo da vedere in questo itinerario dove risuonano gli echi del passato. Dagli scritti ritrovati si è scoperto che Colombo manteneva una corrispondenza epistolare con alcune famiglie genovesi e nizzarde che già vivevano a Vegueta. Forse per questo, e per la posizione strategica dell’isola, Colombo vi fece scalo anche durante il suo secondo e il suo quarto e ultimo viaggio verso le Americhe.
Vegueta era destinata a entrare nei libri di storia, soprattutto nei momenti chiave della scoperta del continente americano
L’impronta di Colombo non è l’unica impressa nel signorile quartiere di Vegueta. Qui si stabilirono le famiglie più ricche di Gran Canaria. Oggi gli edifici aristocratici sono una festa per gli occhi, con elementi gotici, rinascimentali, neoclassici e persino mudéjar dove la pietra vulcanica dell’isola è stata trasformata in poesia. Inoltre, su molte facciate degli edifici più antichi troviamo un elemento architettonico molto particolare, i doccioni in pietra che da lontano sembrano dei cannoni. Infatti, questi finti cannoni erano dei dissuasori dell’epoca che servivano a tenere lontani i pirati dalle coste dell’isola.

Il carattere primitivo e storico di Vegueta fa sì che all’interno dei suoi confini si trovino alcuni degli edifici più emblematici di Gran Canaria e delle Isole Canarie, come la Cattedrale di Santa Ana, la fontana neoclassica di Plaza del Espíritu Santo, la chiesa di Santo Domingo de Guzmán o il tempio di San Agustín. Davanti alla Cattedrale di Santa Ana, tra l’altro, troviamo accucciati alcuni cani che non hanno mai abbaiato. E non lo faranno mai perché sono in ghisa. L’origine esatta di questi cani, che si trovano nella loro attuale collocazione dal 1895, è ancora oggetto di controversia, ma esiste una fotografia scattata negli anni ’60 a Londra che mostra alcuni signori con la bombetta che camminano davanti a due sculture esattamente uguali, situate di fronte alla chiesa di San Giorgio. È lo strano caso dei cani gemelli, che avrebbe potuto essere il titolo di un romanzo di Agatha Christie (tra l’altro frequentatrice delle Isole Canarie). Ma Vegueta combina perfettamente il peso della storia e dei suoi misteri con lo spirito vitale del presente. A questo contribuisce la presenza di musei interessanti come il Centro Atlántico de Arte Moderno (CAAM), il Museo Canario, che vanta la collezione più importante delle Canarie di reperti archeologici, e il Museo de Arte Sacro.
Il Mercato della Frutta

Se la sete di storia è stata appagata, e vi è venuta fame, proprio in questo centro storico è possibile mangiare delle deliziose patate con salsa mojo o del polpo alla griglia pescato fresco dal vicino quartiere di San Cristóbal. Ma c’è anche un’ampia offerta di bar e ristoranti che offrono menù con piatti ispirati alla nouvelle cuisine in un’atmosfera raffinata. Il Mercato di Vegueta, aperto a metà del XIX secolo, espone frutta, verdura, formaggi, vini e miele provenienti da tutta Gran Canaria. È il luogo in cui gli aromi di oggi e di ieri si fondono al meglio. È facile immaginare Colombo che si gusta una tapa in una delle bancarelle di questo mercato coperto, mentre constata che luogo meraviglioso sia diventato quello in cui gettò l’ancora per riparare una nave.

Perché la passeggiata sia completa non può mancare un’escursione sulla collina sovrastante Vegueta, il Risco di San Juan, famoso per le sue case colorate. La luminosità delle case colorate del Risco de San Juan e di altre colline di Las Palmas de Gran Canaria ha un effetto quasi ipnotico. Queste case cominciarono a sorgere nel XVII secolo, così come su altre colline di Las Palmas de Gran Canaria, quando la città spiegò le sue ali verso il futuro, dal nido materno di Vegueta. Diversi secoli dopo, il quartiere si illumina ancora all’alba e si spegne gradualmente quando il sole tramonta a ovest fino a venir inghiottito dalla propria luce e dalla propria ombra. Il rituale delle albe e dei tramonti a Las Palmas de Gran Canaria non può essere compreso senza i Risco di San Juan, San Roque o San Nicolás, spazi che sono tra i più fotografati della capitale atlantica.
Questi quartieri che si arrampicano sulle colline di Las Palmas de Gran Canaria hanno un’origine marinara. La loro colorazione è dovuta al fatto che le facciate sono state ridipinte con gli stessi avanzi di vernice utilizzati per rivestire gli scafi delle navi. Il Risco de San Juan è un universo di strade intrecciate, di vicoli e abitanti che salgono e scendono come le maree, di corridoi utilizzati come cortili comuni, di persone che hanno appeso vasi di fiori alle pareti esterne per illuminare una bellezza intima e discreta, che si unisce alla festa della luce nel suo viaggio quotidiano attraverso le strette vie. Il mosaico è completato da palme le cui radici si fondono con le fondamenta delle case, resistenti al passo del tempo e testimoni di secoli di storia da condividere con noi.

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(Foto di TURISMO GRAN CANARIA)