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Un weekend nella Romagna toscana

Tra rocche, terme e liutai

di SILVIA DONATIELLO

CASTROCARO, TERRA DEL SOLE, DOVADOLA. IN VIAGGIO TRA STORIA E LEGGENDA NEL CUORE DELLA ROMAGNA FIORENTINA

Da dove partire alla scoperta di questa micro regione? Armata di bicicletta, rigorosamente elettrica, la prima tappa è la Fortezza di Castrocaro, perché è il cuore della Romagna, dove immergersi in antiche leggende, misteri e nella storia di questa terra ambita da papi e fiorentini. La prima notizia dell’insediamento fortificato castrocarese, il cui nome si è conservato fino a oggi (Castro Aukario), è del 3 dicembre 961, quando la Rocca ospitò il re sassone  Ottone.

Fonte Littoria a Castrocaro

La  presenza nella Rocca dell’imperatore Federico Barbarossa (nel 1160 e nel 1164) dimostra chiaramente l’importanza strategica che il castello aveva raggiunto. Già dalla fine del 1300 la Rocca divenne territorio conteso tra lo Stato della Chiesa e la Repubblica di Firenze, rimanendo sotto l’autorità fiorentina per secoli, fino al 1923, quando Benito Mussolini riportò la Romagna fiorentina sotto la Provincia di Forlì. Posta sul confine con lo Stato della Chiesa, Castrocaro ebbe un importante ruolo logistico e venne elevata a capoluogo della provincia, con un governatore inviato da Firenze con totale autorità sull’intera Romagna fiorentina. La Rocca nel 1676 venne disarmata e, dopo più di 300 anni di totale abbandono, è stata oggetto di un attento restauro per quasi un ventennio, fino al 2000, quando una parte della Fortezza è stata resa agibile e aperta al pubblico.

Terra del Sole

Con una buona dose di energia per inerpicarsi su un’impervia salita, si raggiungono il ponte levatoio e le quattro porte d’ingresso e si entra nel Cortile del Soccorso, dove troviamo il duecentesco Palazzo del Castellano. L’edificio ospita il Museo Storico-archeologico del Castello e della Città, che illustra le millenarie vicende che coinvolsero la Fortezza di Castrocaro e il suo territorio, in particolar modo nel Medioevo e nel Rinascimento. Da non perdere i locali con ampie pareti scavate nel sasso “spungone”, ricco di inclusioni marine, e la scenografica Loggia dei Cavalieri, da cui si può osservare un suggestivo panorama della Valle dell’Acquacheta, tanto cara a Dante.

Molto suggestiva anche la Corte, dove si trova una pianta di ulivo unica al mondo, dal genoma estinto che risale al secolo XVII.

Ci sono svariate leggende e storie di fantasmi legate alla Rocca, ne citerò una a esempio: il pozzo “a rasoi” di Caterina Sforza.

La leggenda narra che nella parte alta della Fortezza ci sia un pozzo-trappola in cui venivano fatti precipitare gli amanti scomodi di Caterina Sforza, la battagliera e sensualissima contessa di Forlì e di Imola, sposata con Giovanni de’ Medici, detto “il Popolano”, cugino di Lorenzo il Magnifico. Dal matrimonio segreto nacque il celebre Giovanni dalle Bande Nere, padre del primo Granduca di Toscana, il famoso Cosimo I de’ Medici. Il pozzo è assai profondo, ma cosa ci sia sotto le macerie depositate sul fondo resta un mistero.

A qualche chilometro dalla Rocca, e raggiungibile sempre in bici, troviamo Terra del Sole. Concepita come “città-fortezza”, questa splendida cittadella rinascimentale è sorta per volontà di Cosimo I de’ Medici ed è uno dei pochi centri urbani a vantare una precisa data di fondazione: l’8 dicembre 1564.

Fu edificata per presidiare il confine con lo Stato Pontificio, circondata da mura di 13 metri con un’estensione totale di oltre due chilometri, sormontata da due castelli, quello del Capitano delle Artiglierie, a difesa del borgo fiorentino, e quello del Governatore, a difesa del borgo romano.

La sua piazza centrale, detta piazza Maggiore, è il vero centro urbano secondo lo schema della “città a misura d’uomo” tracciato da Francesco di Giorgio Martini. Su di essa si affacciano i due edifici di maggiore rilevanza: la Chiesa di Santa Reparata e, esattamente di fronte, il Palazzo Pretorio.

Un appuntamento da segnare in agenda è il Palio di Santa Reparata, che si tiene la prima domenica di settembre con oltre 300 figuranti delle contrade storiche in costumi del ‘500. Tutta la cittadina si trasforma con palazzi e castelli imbandierati, mercanti, cambi di guardia, musici e sbandieratori.

SPA a Castrocaro

Non lontano da Castrocaro, il nostro giro prosegue a Dovadola, dov’è d’obbligo un salto al forno di Fabio Cappelletti, che vanta ben Tre Pani Gambero Rosso. Ma il fine della pedalata di quasi 9 chilometri è conoscere di persona il liutaio Luigi Foscolo Lombardi, l’uomo che trasforma il legno in musica, uno dei pochissimi artigiani in tutta Italia che intagliano il legno e costruiscono strumenti musicali. Il liutaio è una delle figure che richiamano gli antichi mestieri italiani. La liuteria è l’arte della progettazione, della creazione e del restauro di strumenti a corda, soprattutto violini, viole, violoncelli e contrabbassi. I liutai di oggi conservano le stesse tecniche di intaglio del legno della liuteria classica del 1500-1700. Luigi Foscolo Lombardi ne è la testimonianza vivente. La sua bottega è stata fondata dal nonno nel 1876, poi portata avanti dal padre e dallo stesso Luigi Foscolo fino ai giorni nostri. Luigi predilige la creazione del contrabbasso, e se lo ascolti suonare di colpo ti sembrerà di essere nella mitica scena de Gli Aristogatti in cui i gattacci di strada si riuniscono nella soffitta di una Parigi fatiscente per suonare il jazz.

Dove dormire

Naturale prosecuzione del centro abitato di Terra del Sole è la cittadina di Castrocaro, sede dello storico stabilimento termale. Quindi, perché non soggiornare nel bellissimo Grand Hotel Castrocaro Terme? Questa magnifica struttura, un esempio di art déco a 360 gradi, vanta una Health SPA con molteplici servizi al suo interno, come la piscina con acqua termale salso-bromo-iodica con estensione open air a 36°C, i lettini Zerobody, le docce emozionali e il Kneipp verticale. Inoltre, il centro propone la “long life formula” per una vera e propria remise en forme con metodo certificato, ideale per affrontare la stagione fredda in piena forma.

Terme di Castrocaro

 

(Foto di SILVIA DONATIELLO)