«La voce di Primo Levi: nitida, precisa, illuminante. Carica di una sapienza che si costruisce nella continua osmosi fra emozioni ed esperienza di vita. Per questo e per tanto altro la voce di Primo Levi è necessaria a tutti. Per come ha saputo disegnare la memoria e raccontarla. Per come ha saputo trasformare la memoria in una lezione morale e in un percorso di conoscenza condivisa». Con queste parole Elena Loewenthal, direttrice del Circolo dei lettori, introduce il nuovo ciclo di incontri dedicato a Primo Levi Condividere la memoria. Nel cammino di Primo Levi.
Appuntamento giovedì 14 gennaio alle 21 con l'incontro Annunciazione. Dodici poesie intorno ad Auschwitz, selezionate da Domenico Scarpa del Centro Internazionale di Sturi Primo Levi. Letture di Valter Malosti in collaborazione con Fondazione TPE – Teatro Piemonte Europa.
Martedì 19 gennaio alle 18 la presentazione del romanzo (postumo) di Aharon Appelfeld L’immortale Bartfuss, in uscita il 14 gennaio per Guanda Editore. Nessuno, come Bartfuss, sarebbe riuscito a sopravvivere con più di cinquanta pallottole in corpo. Evaso da un campo di sterminio e rifugiatosi nella foresta vicina, è stato contrabbandiere sulla costa italiana, da dove si è poi imbarcato per Israele. Oggi, a cinquantasette anni, vive a Giaffa insieme a una famiglia da cui si sente perseguitato. Si tiene isolato nella sua stanza per non rischiare di incontrare la moglie Rosa e le due figlie. Impaziente di lasciare quella casa, per lui covo di nemici, Bartfuss passa le giornate muovendosi tra la riva del mare e i bar della città, dove a ogni angolo incrocia i volti di chi come lui ha attraversato l’esperienza dei campi e gli anni in Italia. Ma Bartfuss è davvero immortale? Ormai vera e propria leggenda vivente, ma solo e lontano da tutti, inizia a provare un bisogno di comunicare, di condividere i ricordi che si scontra con la sua radicale ricerca di solitudine. Aharon Appelfeld ritrae in queste pagine una nuova figura di sopravvissuto alla Shoah, quella dell’antieroe che, nostalgico di un passato che è stato anche la sua tragedia, è ormai incapace di costruirsi una nuova esistenza.
Martedì 26 gennaio alle 18, uno sguardo inedito su uno dei crimini peggiori dell'umanità, il campo di concentramento di Auschwitz. A partire dal libro di Primo Levi Auschwitz, città tranquilla (Einaudi, a cura di Fabio Levi e Domenico Scarpa con Wlodek Goldkorn e Nadia Terranova) si indaga sugli stati d'animo che accompagnavano i prigionieri all'ultimo respiro: «Può stupire che in Lager uno degli stati d’animo più frequenti fosse la curiosità. Eppure eravamo, oltre che spaventati, umiliati e disperati, anche curiosi: affamati di pane e anche di capire». Costruito dal Centro internazionale di studi Primo Levi, il libro offre dieci testi narrativi incorniciati da due poesie in versi. Dodici punti di vista, inaspettati e avvincenti, sulla maggiore tragedia collettiva del Novecento.
Il ciclo prosegue giovedì 28 gennaio alle 21 con Se comprendere è possibile, conoscere e necessario, una selezione di brani da I sommersi e i salvati, a cura di Fabio Levi e Vincenzo Iossa. Oggi Fabrizio Gifuni li legge e presenta in dialogo con Ernesto Ferrero, per studenti e insegnanti delle scuole secondarie. E per tutti.
Alle 18 di lunedì 1 febbraio la presentazione del libro Il fratello minore. Il mistero di Ettore Barzini, ucciso a Mauthausen (Solferino, 2021) di e con Andrea Barzini, in collegamento anche l'attore e scrittore Giuseppe Cederna. Che fine ha fatto Ettore Barzini, figlio del celebre giornalista Luigi Senior e fratello di Luigi Junior? Perché in famiglia nessuno ricorda la sua morte nel campo di concentramento di Mauthausen? A dare una risposta all’enigma è il nipote Andrea, in un intenso racconto personale che è anche un capitolo di storia italiana attraverso le vicende di una famiglia eccentrica e di due fratelli molto diversi tra speranze e guerre, amore e morte, fascismo e aneliti di libertà.
Lo stesso giorno alle 21 Se non io, chi? Se non ora, quando? Le letture di Lucilla Giagnoni sono tratte dai romanzi di Primo Levi Se non ora, quando? e La tregua.
Martedì 2 febbraio alle 18, una riflessione a tre voci a partire da La chiave a stella (1978) e Il sistema periodico (1975) di Primo Levi con con Marco Belpoliti, Claudia Durastanti, Claudio Bartocci. Introduce l'incontro Mimmo Sammartino, presidente Fondazione Sinisgalli. Primo Levi e Leonardo Sinsigalli tra scienza e letteratura: chimico l’uno, ingegnere l’altro, hanno entrambi sempre vissuto questa che non è una scissione bensì una sovrapposizione simultanea di saperi. Cultura scientifica e cultura letteraria che si alimentano, per natura, a vicenda. Le parole di Levi: «Io non ho mai pensato che la matematica e la meccanica siano la stessa cosa della poesia. Quello che ci trovo in comune è una tensione dell’intelligenza, e la felicità nella fatica, nello sforzo. Nel sonetto c’è molto di più di quello che c’è scritto. E in una macchina c’è molto di più di quello che è disegnato. Sono forse entrambi dispositivi capaci di produrre energia e di trasformarla, di trasfigurarla».
Martedì 9 febbraio alle 18 Vuoti di memoria. Il 27 gennaio tra istituzionalizzazione e consapevolezza, in collaborazione con il Polo del '900. Non tutti i ricordi 'fanno memoria'. C’è una scelta sul se, cosa e come ricordare. A maggior ragione questo vale per quegli eventi che si impressionano nel dna dell’umanità intera. Ma quando e in che modo – e con quali conseguenze – essi vengono integrati dal singolo e dalla comunità? Soprattutto in quest’epoca digitale così ossessionata dalle immagini, cosa diventa memoria e cosa cade nell’oblio?
Alle 21 di giovedì 11 febbraio la scrittrice Jhumpa Lahiri parte da Quaestio de Centauris per formulare una lectio in forma di sillabario – dal titolo Il mio Primo Levi – in cui prendere le lettere della parola 'centauro' ed esplorare i temi della letteratura di Primo Levi: per ogni lettera, una parola chiave utile per capire, analizzare e sviscerare le sue opere e il suo mondo.
Martedì 16 febbraio alle 18 Ann Goldstein, traduttrice dell’opera omnia di Primo Levi e Gian Luigi Beccaria, linguista, autore di I «mestieri» di Primo Levi (Sellerio) dedicano un incontro a La lingua di Primo Levi. Quello di Levi è «il linguaggio pacato e sobrio del testimone, non quello lamentevole della vittima né quello irato del vendicatore», non è strumento di giudizio ma prepara il terreno ai lettori: sono loro a dover giudicare ciò che è successo. Accessibile ma non generica, semplice ma non banale, la forma diventa essa stessa parte del contenuto perché rispecchia l’impegno alla precisione dei fatti, la volontà di limpidezza nel racconto, la necessità di linearità morale.
Il calendario di incontri, in aggiornamento, fa parte del progetto Io so cosa vuol dire non tornare di Fondazione Circolo dei Lettori realizzato in collaborazione con Centro Studi Primo Levi, Fondazione TPE – Teatro Piemonte Europa (Stagione TPE), MIUR Ministero dell'Istruzione Università e Ricerca, Comune di Novara, Fondazione Leonardo Sinisgalli.