È dedicata alla narrativa araba contemporanea tradotta in italiano la prima edizione del Premio biennale Mario Lattes per la Traduzione, promosso dalla Fondazione Bottari Lattes, in collaborazione con l’Associazione culturale Castello di Perno.
In attesa della cerimonia premiazione che si svolgerà sabato 18 luglio 2020 alle ore 18 nel giardino del Castello di Perno (CN), nel cuore delle Langhe, il premio e la sua rosa di finaliste fanno tappa a Torino, alla Libreria Belgravia.
Un momento di riflessone sulla narrativa araba contemporanea a cui parteciperanno Caterina Bottari Lattes, presidente Fondazione Bottari Lattes e Mario Guglielminetti, direttore marketing. Tra i membri della giuria Anna Battaglia (ha insegnato Lingua francese all’Università di Torino e tradotto, tra le diverse opere, 'Oiseaux' di Saint-John Perse), Mario Marchetti (traduttore di lungo corso dal francese e dall’inglese per le case editrici Einaudi e Bollati-Boringhieri, presidente del Premio Italo Calvino, autore di saggi e recensioni) e Antonietta Pastore (scrittrice e traduttrice dal giapponese a cui si deve la traduzione di numerose opere di Haruki Murakami e altri autori come Soseki Natsume, Kobo Abe, Yasushi Inoue). Conduce Jolanda Guardi, professore di Letteratura araba all’Università di Torino.
Le finaliste
Maria Avino. Traduttrice di 'Morire è un mestiere difficile' di Khaled Khalifa (Bompiani, 2019) è stata selezionata dalla Giuria perché «il testo tradotto risulta molto scorrevole e non pone ostacoli a chi legge, anzi lo si potrebbe definire un page-turner. Si rileva una precisa attenzione agli aspetti culturali del contesto. Non si ricorre a note né per questi né per i pochi termini arabi conservati: tutto viene agilmente sciolto nel testo».
Samuela Pagani. Traduttrice di 'Corriere di notte' di Hoda Barakat (La nave di Teseo, 2019) è tra le finaliste perché «la sua traduzione, pur distinguendosi per alcune scelte linguistiche innovative, scorre con naturalezza, in un linguaggio chiaro e vivace che fa entrare senza sforzo il lettore nell’atmosfera peculiare di quest’opera. Il testo italiano offre una lettura coinvolgente, restituendo l’equilibrio stilistico dell’originale».
Nadia Rocchetti. Traduttrice di 'Viaggio contro il tempo' di Emily Nasrallah (Jouvence, 2018) è stata scelta perché nel suo lavoro «la lettura scorre piana, equilibrata, con felici rese dei personaggi, pochi impedimenti e rare ambiguità. Quasi assenti le espressioni stereotipate o con connotazioni regionali. Il testo risulta avvincente».
Monica Ruocco. Traduttrice di 'Il suonatore di nuvole' di Ali Bader (Argo, 2017) è in finale perla traduzione «scorrevole, vivace, fresca, con scelte lessicali e registri linguistici plausibili e consoni all’attualità dell’argomento e dell’ambiente; particolarmente felice nel rendere l’ironia sottesa al resoconto del tipo di esistenza narrato».
Barbara Teresi. Traduttrice di 'Una piccola morte' del saudita Mohamed Hasan Alwan (E/o, 2019) è tra le finaliste perché «la traduzione scorre in modo armonioso, conducendoci attraverso la varietà dei registri, delle epoche, dei paesaggi umani e politiche per l’eleganza complessiva di una prosa capace di restituire le tonalità linguistiche del passato».