Stanti le misure per fronteggiare l'emergenza Covid19 in continuo aggiornamento, consigliamo di verificare che gli eventi/mostre siano effettivamente confermati, anche rispetto a date e modalità di svolgimento
Un omaggio al XIX secolo e alla sua storia attraverso un dialogo che, nel passato, ha profondamente mutato la maniera di fruire le arti visive: quello tra pittura e fotografia. Dopo quasi tre mesi di chiusura il Museo Accorsi-Ometto è pronto a riaprire le sue sale con 'Cronache dall'Ottocento', la mostra curata da Sergio Rebora con la collaborazione di Daniela Giordi per mettere a confronto le svariate sfaccettature della vita moderna ottocentesca attraverso la pittura di Carlo Bossoli e la fotografia storica; restituendo fedelmente le vicende del tempo, l'evoluzione dei costumi e del modo di vivere.
Nei primi decenni di diffusione della fotografia, nata ufficialmente il 7 gennaio 1839, la commistione tra i due mondi ha contribuito ad affermare una definizione verista del mondo, dei paesaggi naturali e urbani e della vita che li popola. In questo processo Carlo Bossoli, svizzero di nascita e torinese d'adozione, ha avuto un ruolo emblematico. Determinante il suo ruolo cronista del proprio tempo, come è stato evidenziato da una lunga tradizione di studi, condotti soprattutto sul territorio piemontese nel Novecento a opera di storici dell’arte come Ada Peyrot, Franca Dalmasso, Rosanna Maggio Serra, Pier Giorgio Dragone.
L’esposizione di circa 90 opere, ripartite tra una cinquantina di dipinti e una quarantina di fotografie, si avvale dell’apporto di nuclei collezionistici pubblici e privati. La prima sezione è dedicata alla quotidianità nei centri urbani della penisola italiana, con un’attenzione particolare per Torino, ritratta nelle sue piazze e nelle sue strade in momenti di svago e di festa, ma anche nelle attività lavorative quotidiane.
La seconda sezione riguarda invece gli eventi politici e bellici di cui Bossoli è stato testimone, dalle Cinque Giornate di Milano del marzo 1848 alle campagne della seconda guerra d’Indipendenza che hanno portato all’unificazione d’Italia sotto la monarchia sabauda. Nella terza sezione della mostra, le immagini delle nuove infrastrutture che recarono un notevole ammodernamento alla vita del Paese, come le ferrovie che videro il Piemonte sabaudo all’avanguardia.
Nella quarta sezione sono presenti le immagini ispirate al tema dell’esotismo, mentre l’ultima si sofferma sulle vedute di ville e di giardini storici, una tipologia derivata anch’essa dalla tradizione vedutistica più nobile.
La prenotazione è obbligatoria. Biglietti: intero € 10 / ridotto € 8