Come naufraghi su una piattaforma / palcoscenico, gli attori della Scuola Teatro Baretti portano in scena ‘Caosbook’, lo spettacolo che dà corpo a dinamiche, convenzioni e modalità comunicative dei social network.
«Io dico», «io so», «io penso», «io qui», «io là», «io faccio», «io sono». Nel mondo virtuale si può dire qualunque cosa, contraddire chiunque, ed è proprio un invisibile ‘la qualunque’ a farsi giudice impietoso, verbo divino, testimone – nemmeno troppo silenzioso – del primo vagito di un bambino, dei sorrisi al proprio gatto, del surriscaldamento globale, di quello politico e di infiniti altri momenti.
Una tempesta di non-sense in cui tutto è il contrario di tutto e dove parole, gesti, impulsi nero su bianco e selfie multicolor entrano in un frullatore virtuale. Del resto, nel web, ogni aspetto dell'esistenza sembra diventare più reale.
'Caosbook' è stato concepito nell’autunno del 2019, poi la sua metamorfosi in testo drammaturgico, allestimento scenico e corpo attoriale è entrata nel vortice di qualcosa di più caotico, irrazionale, globale e onnivoro: la pandemia, di cui riporta le tracce, come un sottotesto nel reciproco riflesso tra reale e virtuale, sempre e costantemente in progress.
Nato da un'idea di Monica Luccisano, che ne ha ideato anche il testo, la regia è a cura di Olivia Manescalchi e Maria Grazia Solano.