Cultura

“Turandot” al Teatro Regio

Turandot va in scena al Teatro Regio nella produzione realizzata da Stefano Poda che firma l'allestimento, la regia, le scene, i costumi, la coreografia e le luci.

Turandot di Giacomo Puccini va in scena al Teatro Regio nella produzione realizzata da Stefano Poda nel 2018 e trasmessa sulla piattaforma OperaVision e in DVD per UnitelClassica/CMajor. Un suggestivo allestimento firmato dall'artista - che si affida all'elegante visualizzazione di una storia raccontata in modo molto personale e onirico - a cui va la paternità di regia, scene, costumi, coreografia e luci.

Sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro Regio sale il giovane, ma già affermato direttore Jordi Bernàcer.

I personaggi che popolano la scena sono irreali, diafani e a tratti criptici, e sono interpretati da un unico cast per tutte le sette recite in programma:

nel ruolo della protagonista canta il soprano Ingela Brimberg, al suo debutto sul palco del Regio, nota per le interpretazioni delle più complesse eroine dell’opera;
nel ruolo di Calaf si cala il tenore Mikheil Sheshaberidze, anche lui per la prima volta a Torino;
Liù è interpretata dal soprano Giuliana Gianfaldoni, una delle voci più promettenti del panorama della lirica contemporanea;
Timur è il basso Michele Pertusi, uno dei più acclamati cantanti della scena lirica mondiali.

Stefano Poda, proponendo una visionaria messa in scena, afferma: «Lo spettatore che assiste a Turandot compie un viaggio, assiste a un processo che prima o poi tutti dobbiamo vivere. È quella che io definisco la storia del mistero dell’alterità: è il confronto con l’altro con il “fuori da sé”, può essere un processo naturale, doloroso, felice, traumatico, c’è chi ha paura di questo confronto, e questo diventa un simbolo di quello che io chiamo poema dell’alterità. Io non offro interpretazioni, non sposto l’opera da Pechino al tempo delle fiabe o nella New York di oggi per rendere la vicenda più vicina o più comprensibile allo spettatore… Io depuro lo spazio, lavoro per sottrazione e permetto allo spettatore di vedere uno spazio dell’anima».

Sette repliche in programma: