Cosa siamo disposti a fare per riparare qualcosa che si è rotto? Dove inizia l'amore, finisce la libertà? Questi i punti interrogativi che Amore ricucito porterà in scena al Gobetti. Lo spettacolo di Anthony Neilson con e di Valentina Virando e Alessandro Federico ripercorre la storia di Abby e Stu, costretti a convivere con il loro amore e il trauma che li ha segnati.
I protagonisti vivono, o meglio rivivono, le scene più segnanti della loro relazione, senza la possibilità di uscirne. Senza possibilità di risolvere, mai. Una casa scatoletta, una prigione in miniatura, dove sono costretti a fronteggiare – in uno spazio vitale piccolissimo – il dramma che li attende o che si è già compiuto. Il montaggio dello spettacolo non segue un tempo lineare, ma accavalla e modifica i ricordi. I due passano attraverso ruoli lontani e rapporti crudeli, tanto che lo spettatore sarà costretto a chiedersi, e poi a scoprire, il vero motivo di questo continuo gioco al massacro, fino alla rivelazione finale che ribalterà la visione degli accadimenti.
«In proscenio – scrive Alessandro Federico – una fila di bicchieri e di bottiglie di vino. L’alcool è il filtro attraverso il quale Abby e Stu agiscono, e mi piace l’idea che lo spettatore guardi queste due persone come da dietro un vetro, in un modo un po’ distorto, dissonante come la fragile vita dei due protagonisti, una vita che nonostante i loro ridicoli e disperati tentativi non si riesce ad aggiustare. Assistiamo inerti a 11 pezzi della loro esistenza che supplicano di essere ricostruiti e messi in ordine, ma c’è sempre qualcosa che non torna, sempre la musica sbagliata, la parola sbagliata che genera violenza e forse, uno strappo difficile da ricucire».