Giorgio Barbieri, partner di riferimento per l’ufficio di Torino di Deloitte & Touche S.P.A., è una dei nostri Piloti Metropolitani per un futuro vincente.
Gli obiettivi da raggiungere per Torino: indichiamo un traguardo. Quali saranno le sfide improcrastinabili che cambieranno il volto di Torino?
«Considerando il mio ambito professionale, permettetemi di focalizzarmi prima di tutto su quello che è il settore dell’automotive. Credo che un passo imprescindibile sia quello di attivare politiche e azioni per il rilancio dei distretti Automotive di eccellenza e la valorizzazione del made in Italy in una logica di ecosistema e di open innovation. Con questo mi riferisco a innovazione di prodotto, design, attività R&D, condivisione di know-how e competenze, con una forte interconnessione fra mondo imprenditoriale e centri di formazione/ricerca/specializzazione. Strettamente legato a questo punto principale, vedo il potenziamento delle tecnologie 4.0 (non solo per le grandi aziende ma anche per le PMI) per una filiera industriale all’avanguardia e innovativa, in grado di rendere l’Italia un Paese leader in Europa nel settore automotive. Ovviamente tutto questo deve collocarsi in un progetto di ridisegno urbano – pensiamo ad esempio a tutto ciò che concerne una “Smart City” – per attrarre investimenti, imprese, start up, talenti e partner internazionali. E in questo contesto giocano un ruolo primario la sostenibilità ambientale e la transizione energetica, quali condizioni essenziali per un rilancio industriale di ampio respiro, duraturo e capace di coniugare priorità economiche, sociali e ambientali».
Il rilancio economico della città: da dove cominciare, quali gli attori da coinvolgere e come?
«In generale credo nella partnership fra attori privati e pubblici affinché, insieme, ci si impegni per l’ottimizzazione delle risorse PNRR, l’identificazione delle priorità del mercato e la massimizzazione del valore/ritorno degli investimenti. La complessità delle sfide richiede un dialogo costante anche nell’automotive fra tutti i rappresentanti della filiera industriale: dai fornitori alle case produttrici, fino ad arrivare ai grandi gruppi di distribuzione commerciale. Occorre una visione di insieme per coordinare e conciliare gli interessi spesso divergenti dei molteplici stakeholder coinvolti (imprese, istituzioni, università, consumatori e cittadini) e conciliare gli inevitabili trade-off. Grazie a questo sistema Torino potrà riproporsi come “bandiera” e città simbolo del rilancio dell’industria automobilistica italiana e, in questo modo, delineare una vera e propria “politica nazionale dell’auto” con una visione di crescita di lungo periodo».
Pro
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Il bagaglio costruito negli anni come città dell’automotive
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La presenza di stakeholder che insieme possono fare sistema
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La disponibilità dei fondi PNRR
Contro
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Servono più politiche a favore di una Smart City
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La mobilità è tutta da migliorare
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Fondamentale implementare la tecnologia 4.0
Quali sono secondo lei gli scenari sui quali puntare?
«Ritengo si possa pensare a una città polidimensionale in cui siano però individuabili 4 concetti chiave su cui puntare per quel che riguarda l’automotive: l’Ambiente (proprio il settore auto e mobilità deve avere un ruolo guida nella transizione verso un modello di sostenibilità a emissioni zero e “carbon neutral”); la Connettività – e con questo intendo il potenziamento delle componenti software a bordo dei veicoli e della loro capacità di comunicazione/interconnessione con l’ambiente esterno e con altri dispositivi, macchine o infrastrutture; torniamo al discorso di Smart City, insomma. Poi la Multimodalità e lo Sharing, cioè il ripensamento dei modelli di mobilità da parte dei produttori e delle istituzioni, nell’ottica di favorire soluzioni di trasporto sempre più integrate, multimodali e focalizzate sulle specifiche esigenze dell’utente. Esistono già formule flessibili come Mobility as a Service e Subscription/Pay-Per-Use. Infine l’Energia, creando le condizioni per offrire supporto alla transizione energetica e la creazione di competenze, tecnologie e innovazioni essenziali per lo sviluppo della filiera elettrica e la riduzione della dipendenza tecnologica dai paesi asiatici. Torino potrebbe diventare il polo dell’auto elettrica, perché no?».
A che punto siamo nell’offrire un habitat metropolitano inclusivo e una città attrattiva
«Credo che la mobilità rientri in uno di quei focus che devono essere presi in considerazione se vogliamo una Torino inclusiva e attrattiva. Pensiamo a quanto valore potrebbe offrire il potenziamento dell’accessibilità ai servizi di trasporto/mobilità, ad esempio studiando abbonamenti integrati o dando incentivi a sharing di veicoli. Ci vorrebbe, allo stesso tempo, il potenziamento delle infrastrutture urbane di mobilità per favorire l’interconnessione fra veicoli differenti. Occorrono anche standard e misure ambientali all’avanguardia e ambiziose per ridurre le emissioni inquinanti del 55% entro il 2030 (come delineato dagli obiettivi europei) e ciò vale in particolare per le metropoli, Torino compresa. Infine, se vogliamo attrarre investimenti e persone, sono convinto che incentivare la strutturazione di start-up al servizio del mondo dell’auto potrebbe essere una componente strategica: software, energy, R&D, sharing mobility, tanti ambiti, tutti che guardano al futuro».
Giorgio Barbieri e altri 15 sono i nostri Piloti Metropolitani:
Partner della società di revisione Deloitte & Touche S.P.A., Giorgio Barbieri ha una laurea in economia e commercio presso l’Università degli studi di Torino ed è iscritto all’albo dei revisori contabili. Ha maturato significative esperienze nel coordinamento di attività di revisione su gruppi multinazionali, quotati e non, principalmente nel settore automotive, retail, e telecomunicazioni. Ha oggi la responsabilità per il settore automotive per il nord e sud Europa. Dal 2012 è parte del comitato esecutivo con la responsabilità per l’Audit & Assurance dell’area Piemonte-Liguria-Valle d’Aosta della Deloitte & Touche S.P.A.
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(Foto DELOITTE e MARCO CARULLI)