Home > People > Interviste > Che gara ci interessa fare?
Io un’idea ce l’avrei.
Perché non vorrei mai essere una megalopoli con tutte le disgrazie che si portano dietro in fatto di povertà, degrado e insicurezza. E perché la decrescita felice è una categoria che non mi appartiene.
Io immagino una città di 1 milione di abitanti, quelle che vanno forti oggi in Europa, nella quale storia, tradizione, ricerca, innovazione, tecnologia, ambiente, competenza, formazione e cultura compongano la nostra brand value. E siano la sostanza della nostra vita di tutti i giorni, in una città che pensa alla qualità come lavoro e non come hobby.
Per una gara così ci vanno idee, coraggio, qualche soldo e voglia di fare, e allora abbiamo pensato di chiedere a 16 teste in gamba su cosa Torino debba puntare per garantirsi un futuro brillante.
Un futuro da raggiungere in fretta.
Visto che per ora i suoi padroni sono ancora qui, potremmo cercare di essere una Ferrari, tanto per dire.
Andrea Barabino
Spingere su internazionalizzazione delle imprese e attrattività del territorio
«Occorre lavorare su quegli strumenti che permetterebbero di rinforzare le connessioni con l’Europa. Penso al potenziamento dell’aeroporto, delle linee ferroviarie e automobilistiche. Tutti i distretti che sviluppano qualità a livello internazionale si portano dietro occupazione e benessere, pensiamo soltanto a due cose in questo momento all’attenzione di tutti noi cittadini: il distretto aerospaziale e la futura Città della Salute. È chiaro a tutti come possano essere due fattori di sviluppo economico per la città»
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Giorgio Barbieri
L’automotive come chiave per la Smart City del futuro.
«La complessità delle sfide richiede un dialogo costante anche nell’automotive fra tutti i rappresentanti della filiera industriale […]. Occorre una visione di insieme per coordinare e conciliare gli interessi spesso divergenti dei molteplici stakeholder coinvolti (imprese, istituzioni, università, consumatori e cittadini) e conciliare gli inevitabili trade-off»
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Alberto Bertone
Giovani, turismo, eventi. E rilanceremo Torino
«Credo che una delle sfide che Torino dovrebbe in primis affrontare è quella di avere una visione più giovane e per farlo dobbiamo coinvolgere i giovani: il futuro è loro, e per tanti anni! Quindi perché non proviamo a chiedere a loro cosa vogliono e quali, secondo la loro esperienza, sarebbero i pedali da schiacciare?»
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Beatrice Borgia
Torino è una città laboratorio, da sempre
«La bellezza di Torino sta nell’essere, per tradizione, una città laboratorio. Perché? Perché ha le competenze tecniche per sperimentare, sia in ambito pubblico che privato, e perché sa cogliere in che modo le tecnologie siano applicabili anche in settori tradizionali»
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Federica Deyme
«Sono quattro le mie parole magiche per la Torino del futuro»
«Fare networking e lavorare in rete diventa strategico, soprattutto se si vogliono intraprendere azioni che diano un contributo fattivo e non solo immaginato. Ma per farlo è necessario poter contare su competenze molto specifiche. Credo quindi che gli attori da coinvolgere siano tutti coloro in grado di promuovere e sviluppare tale approccio, capitale umano dunque»
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Alberto Di Tanno
Ecco la ricetta: etica del lavoro, cultura dell’errore, ricerca dei talent
«Una strategia vincente è una cultura che cambia in favore dell’etica del lavoro e del merito; una cultura senza invidia in cui il sistema valorizza chi crea valore e prova a fare le cose. L’aspirazione, il sogno creano generazioni che danno vita a scenari di futuro positivi. Occorre circondarsi dei migliori e lasciare che esprimano il proprio potenziale»
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Chiara Foglietta
La città delle opportunità
«Torino può diventare la città delle opportunità, tornare a essere un luogo di cui sentirsi orgogliosi, un posto dove la qualità della vita è alta, dove ci sono occasioni di crescita, dove non solo è bello studiare, ma, soprattutto, fermarsi a vivere o arrivare per crescere professionalmente; scrivere il proprio futuro»
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Dario Gallina
Rilancio economico solo se si coinvolge tutto il territorio
«Non esiste rilancio economico se non coinvolge tutto il territorio. Le aree in cui si sviluppa innovazione, crescita e attrazione di investimenti sono basate su potenti ecosistemi dove pubblico e privato lavorano bene insieme. La presenza di grandi imprese è determinante perché queste hanno la forza di essere globali e trainare le PMI di filiere articolate e profonde. Solo unendo le energie economiche e professionali di più stakeholder del territorio possiamo raggiungere risultati utili per l’area»
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Marco Gay
Condividere le priorità e credere nei più giovani
«È tempo di condividere priorità e responsabilità in modo trasversale, trasparente e aperto. Sono convinto che lavorare insieme alla pubblica amministrazione sia l’unica direzione da intraprendere. Non ho dubbi che lo sviluppo debba essere supportato e debba essere una logica e naturale conseguenza delle risorse anche pubbliche, purché ciò avvenga in accordo e a supporto degli investimenti e delle strategie di sviluppo dell’industria piemontese»
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Paola Giubergia
«Torino è una Ferrari, bisogna “solo” saperla guidare»
«Torino ha in mano un poker d’assi, delle carte che potrebbero farla diventare una città invidiata da tutti. La posizione geografica, il fatto di contare su un passato fatto di cultura, storia, beni culturali; il know-how legato all’automotive, allo spazio, all’intelligenza artificiale, senza contare la bellezza del territorio. Ciò che manca per fare il “passo” credo sia un’interazione efficace tra pubblico e privato. Si dice di continuo che “bisogna fare”, ma per costruire progetti e opportunità è necessario passare ad azioni concrete»
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Giorgio Marsiaj
La formula magica per rinascere c’è già
«A volte si sente parlare di una città in declino, che ha bisogno della formula magica per rinascere, ma gli ingredienti ci sono già tutti. Sta a noi utilizzarli nel modo migliore. Inoltre, oggi, Torino sta già ripartendo dalla sua vocazione: la tecnologia e la ricerca applicata all’industria. La sfida è proseguire su questa strada e raggiungere i nostri obiettivi di crescita. Dobbiamo essere sempre più competitivi, attrarre investimenti, professionisti e soprattutto giovani che vogliano studiare e lavorare qui. Non solo, noi per primi dobbiamo credere di più in questa Città e investire sul suo futuro»
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Patrizia Paglia
Diamo spazio a idee, energie e creatività nella Città Metropolitana
«Anche se l’automobile continuerà ad essere una delle anime della città, Torino e la Città Metropolitana stanno guardando a un nuovo orizzonte fatto principalmente di innovazione e progresso tecnologico. Le sfide da affrontare sono molte. Innanzitutto, essere una città dell’industria innovativa, una città che partendo da un’esperienza ultra-centennale nell’industria tradizionale sappia evolversi “a stella” in tante direzioni diverse: aeronautica, automazione spinta, sviluppo delle batterie, intelligenza artificiale, cultura, sport, turismo. Torino ha tutte le qualità per vincere questa sfida, perché possiede una profonda cultura scientifica e un’innata passione per il know-how, che negli anni hanno contribuito alla nascita e allo sviluppo di realtà di altissimo livello»
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Valentina Parenti
Polidimensionale e inclusiva, ecco la mia Torino
«In primis, credo sia fondamentale ridefinire un modello di sviluppo – economico e sociale – polidimensionale, in grado di integrare la forte identità industriale della città con il ricco patrimonio artistico e culturale di cui dispone, e con lo spirito avanguardistico che da sempre la contraddistingue e l’ha resa una città pionieristica e sperimentatrice. Abbiamo bisogno di una città contemporanea, che sia cioè sostenibile, innovativa e hitech, ma anche a misura d’uomo (e di donna), inclusiva»
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Fulvia Quagliotti
La città dell’aerospazio come linfa per Torino
«La Città dell’Aerospazio nasce per essere attrattiva. Uno dei claim dell’assessore Gianna Pentenero è quello di cercare il modo per far tornare le imprese a investire sul nostro territorio. Ecco, credo che nel momento in cui si strutturi una bella realtà a Torino, questo potrebbe essere di appeal per molte imprese. Anche a livello universitario si può pensare a scambi internazionali: si attireranno studenti, l’area stessa diventerà attrattiva, si insedieranno delle start-up interessanti»
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Andrea Tronzano
Imprese, giovani, lavoro: siamo pronti alle sfide
«Il principio al quale ci ispiriamo è che l’identità del Piemonte, e di Torino, sia racchiusa nella cultura di impresa. La sua declinazione pratica è garantita proprio dalle imprese e la forza di quelle piemontesi sta soprattutto nell’aver creato un mix produttivo impareggiabile. L’automotive deve continuare ad essere uno degli asset strategici, ma non può essere l’unico. Ecco quindi la grande attenzione per l’aerospazio e per la manifattura avanzata, quella capace di transitare in settori a più alta produttività. Il Piemonte e Torino devono continuare ad essere luoghi manifatturieri, posti dove si produce, a cui affiancare tutto ciò che garantisce un’alta qualità della vita e un’ottima organizzazione del proprio tempo libero»
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Maurizio Vitale
Governance digitale per il turismo e impresa culturale come modello
«Mi piacerebbe che Torino, in campo culturale, portasse a termine la transizione dal modello di associazionismo, frequentemente assistenzialista, a quello d’impresa culturale. Soggetto etico ad alto valore aggiunto sul fronte produttivo, occupazionale, culturale e quindi economico. Può rappresentare un investimento per organizzazioni consolidate, così come una “missione possibile” per le decine di migliaia di studenti, qui domiciliati, che vogliano realizzarsi come imprenditori, generando e ridistribuendo ricchezza a beneficio del welfare metropolitano. Sostenibile, digitale, intelligente, contribuirà in misura sostanziale alla tutela e al progresso della collettività».
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