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Home > People > Interviste > Fulvia Quagliotti. La città dell’aerospazio come linfa per Torino
Fulvia Quagliotti, presidente del distretto aerospaziale del Piemonte, è una dei nostri Piloti Metropolitani per un futuro vincente.
Gli obiettivi da raggiungere: indichiamo un traguardo. Quali saranno le sfide che cambieranno il volto di Torino?
«Quando penso a una sfida non posso non menzionare quello che si presenta come uno dei più imponenti progetti del settore aerospaziale a Torino: la nuova Città dell’Aerospazio. Si tratta della riqualificazione di tutta l’area che ospitava l’Alenia, fino ad arrivare all’aeroporto Aeritalia, che sarebbe coinvolto per i testing. Sarà un polo di attrazione per tutte le attività legate alla progettazione e alla produzione del settore, un ecosistema che creerà sinergia tra industria, accademia, PMI, startup dell’incubatore del Politecnico e di ESA BIC (che si occupa di spazio per conto dell’ESA, NDR). Parliamo di 1 miliardo e 150 milioni di investimenti previsti. È già in fase di avviamento il primo nucleo che ospiterà Leonardo Divisione Velivoli, Thales Alenia Space e Avio Aero, oltre a una parte riservata all’Università, che qui pensa di trasferire più avanti il corso di ingegneria aerospaziale per la laurea magistrale. È davvero un progetto di fondamentale importanza per Torino e per la Regione: la grande tradizione dell’aeronautica prima e dello spazio poi, verrà concentrata e valorizzata in uno spazio comune, il che permetterà di implementare la ricerca & sviluppo e favorire le PMI. Come distretto finanziario, abbiamo di recente offerto un premio di laurea per uno studio realizzato sul territorio piemontese da cui si evince che sono circa 350 le imprese legate al settore aerospaziale, 20mila gli addetti, per un fatturato da 7 miliardi all’anno nonostante il periodo di crisi. È evidente quali siano le potenzialità. La Città dell’Aerospazio saprà favorire lo sviluppo di queste PMI facendole crescere in innovazione, nei rapporti con i grandi (per i quali potranno diventare non solo fornitori ma partner) e farle esplodere a livello internazionale. Questo è un mondo molto aperto e in cui lo spirito di competizione è tendente allo zero. C’è “spazio” per tutti, ci sono opportunità per tutti. Così non sarà una città chiusa in se stessa ma aperta al territorio nazionale e all’estero».
Quali gli attori da coinvolgere e come?
«Alcuni li ho già menzionati per quel che riguarda il progetto della nostra “Città”: i grandi nomi del settore, le piccole medie imprese, le start-up, l’università. E poi ci devono essere le istituzioni, nel ruolo di guida, sostegno e aggregatori delle realtà coinvolte: in primis la Regione, ma anche il Comune. D’altronde, Regione, Comune e Camera di Commercio hanno creduto fin da subito in questa iniziativa: la Regione ha stanziato 15 milioni di euro per il primo nucleo e anche la Camera di Commercio sta valutando un intervento. Ovviamente si deve bilanciare in maniera equa l’aiuto all’aerospazio e all’automotive, con la consapevolezza che si tratta di due ambiti il cui approccio (e quindi la tipologia di sostegno) deve essere completamente diverso perché diverso è il DNA. Per l’aerospazio si devono considerare collaborazioni internazionali ed evoluzioni rapidissime: pensiamo a come, in soli 100 anni, siamo passati da velivoli in legno a tela, a mezzi di ultima generazione come li vediamo oggi».
Gli scenari sui quali puntare – industria, tecnologia, cultura e turismo, ambiente e sostenibilità – siamo chiamati a scegliere o avremo una città polidimensionale?
«L’aerospazio rappresenta una fetta importante del nostro PIL e oggi rappresenta Torino nel mondo, così come è stato nel passato con l’automotive. Allo stesso tempo, però, è bene riflettere su come molta della conoscenza che viene sviluppata all’interno dell’aerospazio trovi applicazione anche in altri settori, come l’automotive! La smart mobility ne è un esempio, la guida in autonomia, l’uso dei droni. Esiste quindi una connessione tra le parti, dei punti di contatto che possono contribuire alla crescita di entrambi i comparti. Dopo il 2006 si sono spese molte energie nel cercare di mostrare come Torino potesse essere una città polidimensionale, ma se devo esprimere un’opinione, supportata da dati, è l’industria che continuerà a dare il contributo maggiore alla città e in questo si inserisce ovviamente l’aerospazio. Tengo però ad aggiungere un altro aspetto che riguarda il nostro settore: l’aerospazio coinvolge e quindi supporta indirettamente molti altri settori trasversali, spesso inimmaginabili. Penso all’agricoltura, alla medicina, alla biologia, alla tessitura. È evidente come la sua espansione diventi di traino per altri settori».
Pro
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Tradizione industriale
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Collaborazione con le istituzioni
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Investimento in ricerca e sviluppo
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Un progetto che coinvolge le periferie
Contro
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Serve essere più attrattivi per le imprese
La città attrattiva: a che punto siamo nell’offrire un habitat metropolitano inclusivo?
«La Città dell’Aerospazio nasce per essere attrattiva. Uno dei claim dell’assessore Gianna Pentenero è quello di cercare il modo per far tornare le imprese a investire sul nostro territorio. Ecco, credo che nel momento in cui si strutturi una bella realtà a Torino, questo potrebbe essere di appeal per molte imprese. Anche a livello universitario si può pensare a scambi internazionali: si attireranno studenti, l’area stessa diventerà attrattiva, si insedieranno delle start-up interessanti. Insomma, la nostra “Città” rappresenterà una nuova linfa per il capoluogo intero. Aggiungo infine che il progetto prenderà forma in un’area periferica. Visto che la domanda chiedeva una riflessione sul concetto di habitat inclusivo, ecco che questo investimento si inserisce in un processo di riqualificazione delle periferie, coinvolgendo sia Torino che Collegno. È previsto, in una zona interna, un intervento di rigenerazione urbana e questo implementerà ulteriormente l’appeal di chi se ne occuperà se, in quella zona, ci sarà un polo industriale interessante come ci auspichiamo che sia».
Fulvia Quagliotti e altri 15 sono i nostri Piloti Metropolitani:
Nata a Torino, si è laureata in Ingegneria Aeronautica al Politecnico di Torino con una tesi sulla stabilità del Concorde. È stata consulente per lo sviluppo dei programmi europei per lo Spazio nella delegazione italiana all’OCSE, a Parigi. Ha preso parte a diversi programmi per la FIAT Aviation Division (poi Aeritalia e ora Thales Alenia Space). Dal 1974 è membro del Politecnico di Torino come professore e responsabile di attività di ricerca nazionale e internazionale. Ha contribuito a diverse pubblicazioni di settore. Dal 2020 è presidente del distretto aerospaziale del Piemonte. Nel 2018 ha ricevuto il prestigioso premio NATO STO Scientific Achievement.
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(Foto ARCHIVIO FULVIA QUAGLIOTTI)