
News
Home > People > Interviste > Alberto Bertone. Giovani, turismo, eventi. E rilanceremo Torino
Alberto Bertone, presidente e amministratore delegato di acqua Sant’Anna, è uno dei nostri Piloti Metropolitani per un futuro vincente.
Gli obiettivi da raggiungere: indichiamo un traguardo. Quali saranno le sfide improcrastinabili che cambieranno il volto di Torino?
«La prima riflessione che mi viene da fare è questa: è facile parlare di qualcosa in cui non si è coinvolti. Anche nel mio lavoro incontro persone che vorrebbero darmi consigli. “Perché non fai l’acqua in vetro?”, mi chiedono, per esempio. Ma siamo tutti ottimi allenatori quando non giochiamo la nostra partita. Ecco, fatta questa premessa, credo che una delle sfide che Torino dovrebbe in primis affrontare è quella di avere una visione più giovane e per farlo dobbiamo coinvolgere i giovani: il futuro è loro, e per tanti anni! Quindi perché non proviamo a chiedere a loro cosa vogliono e quali, secondo la loro esperienza, sarebbero i pedali da schiacciare? Altra chiave fondamentale per la crescita della città è incaricare qualcuno che giri il mondo a caccia di novità. Copiare opportunità e cercare di farle proprie. È quello che faccio io periodicamente: vado alla ricerca delle tendenze nel settore beverage, dei nuovi prodotti che nascono all’estero e cerco di portarli in Italia. Certo, non potremo trasformare in progetto concreto qualsiasi spunto, ma cogliere quelli che meglio potrebbero adattarsi alla nostra realtà, già significa molto. Questo è un mio metodo imprenditoriale che userei, ad esempio per gli eventi. Pensiamo all’Eurovision: ad essere onesto non mi sarei mai aspettato questo successo ma il risultato e la ricaduta sulla città sono stati imponenti. I grandi eventi, le manifestazioni, le fiere, portano flusso di gente, gente che investe e far girare l’economia. Ovviamente, dall’altra parte, c’è bisogno di una città pronta ad accogliere. Mi riferisco ai servizi che il Comune dovrebbe pianificare, partendo dalle azioni per rendere la città più pulita e ordinata, per arrivare alla viabilità, alle infrastrutture, in primis l’Aeroporto di Caselle che potrebbe essere implementato nella sua offerta. Allo stesso tempo, anche i cittadini dovrebbero convincersi che, nonostante provvisorie difficoltà di parcheggio e viabilità che si è costretti a vivere nei giorni “caldi”, in realtà non si hanno che benefici. È impegnativo, lo so, ma Torino ha le carte per essere una città turistica».
Le strategie vincenti e il team per i prossimi 12 mesi. Il rilancio economico della città, da dove cominciare, quali gli attori da coinvolgere e come?
«Come dicevo, i giovani, che potrebbero presentare al Sindaco delle proposte stimolanti per creare appuntamenti coinvolgenti e attrattivi in città; poi il Comune, che deve farsi trovare pronto; e poi le fondazioni, che già hanno operato in passato e continuano a operare oggi dove le istituzioni non hanno la possibilità e dove i privati non hanno i mezzi. Sappiamo bene come il contributo delle due maggiori fondazioni di Torino sia stato determinante per eventi quali le Olimpiadi 2006 o la visita del Papa. Lo ripeto, sono occasioni per portare turismo e quindi ricchezza a Torino. Possiamo iniziare con accendere piccole “luci” in maniera continuativa, in modo che ci sia sempre un motivo per venire a trovarci, e poi vedrete come si attireranno anche le più grandi. Così che anche le agenzie straniere specializzate in incoming implementino le proposte viaggio nel nostro capoluogo».
Gli scenari sui quali puntare: lei sta parlando in particolar modo di turismo ed eventi. Siamo chiamati a scegliere o avremo una città polidimensionale?
«Credo nel turismo come volano strategico per vivacizzare l’economia intera. Ma ovviamente bisogna diversificare. L’ideale sarebbe mettere tante idee sul tavolo e poi scegliere le migliori, ma se hai poca scelta diventa difficile puntare all’eccellenza. Quando invito a lasciare la parola ai giovani, non intendo focalizzarci unicamente sulla musica. Anche l’arte, per esempio, potrebbe essere un settore da valorizzare. È incredibile come tutto nasca qui, a Torino, come si accendano nuove fiammelle e poi queste vengano trascinate altrove, peraltro diventando veri vortici di attrazione».
Pro
√
Tanti giovani con tante idee
√
Fondazioni particolarmente attente
Contro
X
Burocrazia
X
Manca un’adeguata valorizzazione delle nostre colline
X
È necessario implementare l’aeroporto
Una città attrattiva: gli ingredienti?
«Se vogliamo che Torino sia attrattiva per gli investitori stranieri dobbiamo prima di tutto strutturare un’agenzia, un ufficio che si occupi di facilitare la burocrazia che attanaglia l’imprenditoria, quel muro che tutte le imprese si trovano davanti nel momento in cui vogliono crescere ed evolversi, anche quelle autoctone. Sarebbe fondamentale tagliare questi iter burocratici, sia per le “nuove” che per le “vecchie” realtà imprenditoriali: ci troviamo a prendere decisioni che sappiamo avranno grosse difficoltà ad essere attuate. Senza dimenticare che con una riduzione della burocrazia si potrebbe anche assumere maggiore personale. A complicare la situazione, accade che le burocrazie si scontrino: per riportare un esempio concreto, il Ministero spinge sui pannelli fotovoltaici vista la crisi energetica, ma i Comuni o le Belle Arti, sovente, bloccano i progetti. Se davvero ci troviamo in questa situazione d’emergenza legata all’energia, non sarebbe il momento di rendere il tutto più semplice? Altro ingrediente, già accennato poc’anzi: investire sul nostro Aeroporto per aiutare l’internazionalizzazione delle aziende piemontesi. Abbiamo casi esemplari di aeroporti presi in gestione da compagnie low cost che funzionano egregiamente: molteplici tratte senza scali infiniti, persone che vengono facilitate negli spostamenti in destinazioni anche inusuali; sia in ambito business, che privato, ovviamente. Tornando al mio discorso di apertura sul tema dell’incoming, il creare connessioni nelle tratte aeree significherebbe poter garantire ai nostri hotel e ai nostri ristoranti (oltre che a tutto l’indotto) un continuo ricambio di nuovi turisti. Da amante della mobilità sostenibile, mi permetterete di aggiungere un ultimo punto: una città è attrattiva se riesce a valorizzare le sue aree verdi. Sono pochi i centri urbani con colline belle come le nostre: organizziamo gare ciclistiche, sfruttiamo questa rete di percorsi inseriti in un contesto affascinante. Esiste un cicloturismo molto interessante, seguito da molti appassionati. Se poi aggiungeremo ciclabili ben pianificate, ecco che la nostra Torino potrà diventare una città a misura di due ruote».
Alberto Bertone e altri 15 sono i nostri Piloti Metropolitani:
Nasce a Moncalieri il 16 agosto 1966. Già durante il periodo degli studi collabora con il padre Giuseppe nella gestione delle attività di famiglia: il gruppo Bertone opera dalla fine degli anni cinquanta nel settore della progettazione e costruzione di edilizia. Nel ’96 intraprende lo start-up e il lancio sul mercato del brand acqua Sant’Anna, che in pochi anni scala il mercato e diventa leader nazionale. L’attenzione per l’innovazione continua e la preferenza per una razionalizzazione tecnologica del ciclo produttivo, oltre alle qualità intrinseche dell’acqua Sant’Anna di Vinadio, sono alla base di questo grande successo di cui è protagonista il marchio, sua creazione al 100%.
Abbiamo scelto 16 stakeholder capaci di avere il coraggio, le idee e la forza di portare Torino nel suo futuro migliore.
Scoprili tutti qui
(Foto DANIELA FORESTO e ACQUA SANT’ANNA)