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Giorgio Marsiaj

La formula magica per rinascere c’è già

di Redazione

Speciale Torino Futura 2022

Giorgio Marsiaj, presidente dell’Unione Industriali Torino e della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, è uno dei nostri Piloti Metropolitani per un futuro vincente.

Gli obiettivi da raggiungere: indichiamo un traguardo. Quali saranno le sfide che cambieranno il volto di Torino?

«Partiamo dal presupposto che, negli ultimi vent’anni, l’Italia ha accumulato un ritardo di crescita e un deficit di produttività rispetto ai principali Paesi Europei. Torino ha sofferto di questo contesto, con diversi gradi di resistenza. Le difficoltà della manifattura dopo il 2008, le conseguenze economiche della pandemia, e subito dopo il rincaro dei costi di energia e materie prime, hanno avuto un impatto pesante sul nostro territorio, che tuttavia, più di altri, ha dato dimostrazione di grande resilienza. Ora è il momento di reagire con tutta la forza di un nuovo rilancio. A volte si sente parlare di una città in declino, che ha bisogno della formula magica per rinascere, ma gli ingredienti ci sono già tutti. Sta a noi utilizzarli nel modo migliore. Inoltre, oggi, Torino sta già ripartendo dalla sua vocazione: la tecnologia e la ricerca applicata all’industria. La sfida è proseguire su questa strada e raggiungere i nostri obiettivi di crescita. Dobbiamo essere sempre più competitivi, attrarre investimenti, professionisti e soprattutto giovani che vogliano studiare e lavorare qui. Non solo, noi per primi dobbiamo credere di più in questa Città e investire sul suo futuro. Dobbiamo fare in modo che i grandi progetti in via di definizione – penso ad esempio al SMTC, alla Cittadella dell’Aerospazio, al Parco della Salute, sebbene quest’ultimo abbia vacillato molto ultimamente – non si perdano per strada. Dobbiamo mantenere la nostra posizione di leadership in settori chiave come l’automotive, l’aerospazio e i macchinari, senza dimenticare la vocazione culturale e turistica del nostro territorio. E poi le grandi infrastrutture, da quelle di portata internazionale come la TAV, a quelle locali come la Metro 2. Torino in passato ha accumulato ritardi e fatto pasticci su partite importanti, ma ora con il PNRR non possiamo permetterci sbavature. Siamo sulla linea di partenza e dobbiamo essere pronti a scattare».

Giorgio MarsiajLe strategie vincenti e il team per i prossimi 12 mesi. Il rilancio economico della città: da dove cominciare, quali gli attori da coinvolgere e come? 

«I grandi cambiamenti che hanno investito la nostra economia richiedono un ripensamento di molti paradigmi a cui siamo abituati e che restano centrali. Dalla globalizzazione alle catene del valore, dalla formazione di competenze alle politiche industriali. Per crescere, la nostra Città – e vale anche per l’intero Paese – ha bisogno di una partnership salda e virtuosa tra pubblico e privato, che parta dalle grandi riforme di cui abbiamo bisogno. Lo abbiamo visto in diverse occasioni, tra cui l’incontro molto positivo con i vertici di Stellantis, cui ho partecipato insieme al sindaco Lo Russo e al presidente Cirio. Finalmente il “Sistema Torino” ricomincia a funzionare, ed è un’ottima notizia, che speriamo tutti sia l’avvio di una nuova stagione di sviluppo . È necessario che le istituzioni locali e nazionali, il mondo produttivo, gli atenei e tutti gli altri attori mantengano un dialogo costante, soprattutto per quelle iniziative cruciali che non possono più essere rimandate, in vista delle opportunità che derivano dal PNRR. Tutto ciò impone un cambio di passo anche alle nostre aziende. La sfida delle grandi transizioni – digitale ed energetica – richiede investimenti, competenze e un vero e proprio salto culturale. Non solo, anche una maggiore managerializzazione e progetti di crescita dimensionale sono fattori indispensabili per essere sempre più competitivi».

 

Gli scenari sui quali puntare: siamo chiamati a scegliere o avremo una città polidimensionale?

«In questo momento storico nessuna città può più permettersi di essere monodimensionale, e Torino, che ha conosciuto in passato questo vincolo, più di tutte. Senza dubbio alcuni ambiti possiedono un potenziale occupazionale più elevato di altri, e questo va tenuto in conto nelle scelte strategiche. Penso naturalmente all’industria, soprattutto nei settori di punta per Torino, perché l’obiettivo di noi imprenditori è creare sviluppo e lavoro. Ma la crescita passa attraverso la competitività e l’attrattività del territorio, e questa non può prescindere dall’impegno per un ambiente in cui si viva bene, con stimoli culturali e artistici, verde, curato e inclusivo. Un ambiente in cui sia facile fare impresa, con la nostra cultura dell’innovazione, nel rispetto del lavoro e della comunità. Tutte le componenti del sistema devono avere un rapporto virtuoso di interdipendenza, se vogliamo costruire un futuro solido per le prossime generazioni. A questo proposito, mi fa piacere citare l’impegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, di cui sono presidente. Nei suoi trent’anni di attività, i soci di Consulta– che oggi sono 38, tra aziende ed enti – hanno investito più di 35 milioni di euro e realizzato oltre 100 interventi di restauro, valorizzazione, didattica e innovazione, in collaborazione con le istituzioni e gli enti di tutela. Mi pare indicativo che, nonostante la congiuntura difficile che stiamo attraversando, siano stati mantenuti gli impegni economici presi, all’insegna della responsabilità sociale e dell’attenzione alle necessità socio culturali della nostra area. La cultura è una straordinaria leva economica e inclusiva, che favorisce lo sviluppo, il benessere, e aumenta l’attrattività del territorio in cui le nostre aziende sono radicate e operano».

Pro

Vocazione per tecnologia e ricerca in ambito industriale

Leadership in settori chiave come l’automotive, l’aerospazio e i macchinari

Vocazione culturale e turistica

Contro

X

Momento di difficoltà da cui ripartire

X

Serve più managerializzazione

X

Tasso di disoccupazione giovanile preoccupante

La città attrattiva, gli ingredienti – università, salute, sport, accoglienza, internazionalizzazione, qualità della vita – a che punto siamo nell’offrire un habitat metropolitano inclusivo?

«Siamo a buon punto, ma abbiamo ampi margini di miglioramento. Durante i giorni dell’Eurovision ci siamo ricordati che la Città ha molto da offrire, ai torinesi e al mondo intero, ed è stato un successo che non deve sorprendere, perché dobbiamo credere di più in noi stessi. Però non possiamo fermarci qui: Torino ha ancora un tasso di disoccupazione giovanile preoccupante, il mismatch tra le competenze degli studenti e le necessità delle aziende non si è ridotto, l’età media dei torinesi si alza sempre di più e molte aree cittadine versano in condizioni socio-economiche complesse. Si tratta di piani diversi, di cui siamo tutti responsabili. Come Unione Industriali, abbiamo realizzato diverse iniziative a supporto del sistema scolastico, quali borse di studio, interventi di sostegno alla marginalità, ma c’è molto lavoro da fare. Il principio che ispira la mia presidenza è quello dell’inclusione. Per Torino questo significa mettere al centro il lavoro».

Giorgio Marsiaj

 

Giorgio Marsiaj e altri 15 sono i nostri Piloti Metropolitani:

Presidente dell’Unione Industriali Torino. Fondatore, presidente e amministratore delegato di Sabelt S.P.A., azienda leader nella produzione di sedili sportivi per auto di alta gamma, cinture di sicurezza, abbigliamento tecnico per il motorsport e applicazioni speciali di sistemi di ritenuta nel settore aerospace e aviation. Dal 1985 al 2015, Marsiaj è stato presidente esecutivo di TRW Automotive Italia. È vicepresidente e amministratore delegato della Holding M. Marsiaj & c, fondata dal padre Michele nel 1947. È tra i fondatori del fondo di Private Equity Charme ed è nel CDA di Vittoria Assicurazioni S.P.A. e di Fenera Holding S.P.A. È presidente della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino dal 2020.

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(Foto UNIONE INDUSTRIALI TORINO)