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Marco Gay

Condividere le priorità e credere nei più giovani

di Redazione

Speciale Torino Futura 2022

Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte, è uno dei nostri Piloti Metropolitani per un futuro vincente.

Gli obiettivi da raggiungere: indichiamo un traguardo. Quali saranno le sfide che cambieranno il volto di Torino?

«Sono nato e vivo a Torino con la mia famiglia perché amo questa città. Come moltissimi imprenditori e lavoratori, quasi quotidianamente viaggio per lavoro nel resto del Paese e posso dire che a Torino, seppur nelle molte difficoltà, avverto una voglia di cambiamento ed energia per cogliere le nuove opportunità. Non si vuole cedere il passo al lamentarsi ma reagire, consapevoli che tanta strada è stata fatta ma tanta bisogna farne perché il nostro capoluogo di Regione torni a correre. Oggi abbiamo industrie, cultura, talenti, tecnologia, innovazione e università riconosciute e riconoscibili a livello globale. Molti sono stati gli investimenti privati e pubblici di questi anni ed oggi è il momento di alzare l’asticella delle nostre ambizioni».

Marco GayLe strategie vincenti e il team per i prossimi 12 mesi. Il rilancio economico della città, da dove cominciare, quali gli attori da coinvolgere e come?

«Da imprenditore e presidente di Confindustria Piemonte, credo che vadano coinvolte maggiormente le imprese, ma non solo quelle torinesi, anche quelle piemontesi, italiane e del resto del mondo. Perché Torino è il cuore del Piemonte, che è una delle regioni maggiormente industrializzate nel secondo paese manifatturiero d’Europa, con un PIL che è circa il 9% di quello nazionale. A contribuire a questa generazione di valore sono le imprese. Ascoltando ogni giorno i miei colleghi, percepisco la forza del coraggio e il peso della storia, nel fare impresa e generare sviluppo in Piemonte. Capacità che anche il premier Mario Draghi, durante la sua visita a Torino in aprile, ci ha riconosciuto, citando una volontà quasi “ancestrale” di innovare, di puntare al progresso sociale ed economico. Da qui deriva la possibilità di conciliare economia circolare e mobilità sostenibile, digitalizzazione e sburocratizzazione della pubblica amministrazione, formazione e aggiornamento professionale. È tempo di condividere priorità e responsabilità in modo trasversale, trasparente e aperto. Sono convinto che lavorare insieme alla pubblica amministrazione sia l’unica direzione da intraprendere. Non ho dubbi che lo sviluppo debba essere supportato e debba essere una logica e naturale conseguenza delle risorse anche pubbliche, purché ciò avvenga in accordo e a supporto degli investimenti e delle strategie di sviluppo dell’industria piemontese».

Gli scenari sui quali puntare – industria, tecnologia, cultura e turismo, ambiente e sostenibilità – siamo chiamati a scegliere o avremo una città polidimensionale? 

«Serve una politica industriale nazionale e regionale per il futuro dell’industria piemontese. Non possiamo continuare a pagare per le scelte, o meglio le non scelte, fatte nel passato. Dalle grandi riforme, che forse ora vedranno la luce grazie all’implementazione del PNRR, agli infiniti comitati del “No”: No TAV, No vax, No alle trivellazioni, No ai rigassificatori. Hanno solo ostacolato la nostra crescita e il nostro benessere. Sgomberato così il campo dagli equivoci, Torino e il Piemonte hanno in ogni settore aziende che vanno bene, le nostre indagini congiunturali lo dimostrano trimestre dopo trimestre. In Piemonte siamo capaci di esprimere eccellenza e innovazione anche in settori d’avanguardia quali aerospace, mobilità, agrifood, enotecnica – che vale oltre 800 milioni – orafo e tessile di ultima generazione, edilizia sostenibile. Come Confindustria, abbiamo raccolto ed elaborato un documento di proposte progettuali condiviso con la Regione, espressione di queste diverse esigenze territoriali. Un piano industriale vero e proprio, grazie a cui abbiamo avviato una mappatura: ne sono nate 80 proposte progettuali distribuite nelle sei missioni che compongono il PNRR, e che possono integrarsi ai Fondi Strutturali della programmazione 2021-27. Abbiamo messo al centro della visione di politica industriale per la nostra Regione alcuni settori chiave e le loro filiere: automotive, agrifood, aerospaziale, tessile, lusso, logistica, costruzioni e formazione. L’innovazione con le tecnologie 4.0 e l’intelligenza artificiale sono poi gli strumenti per essere attrattivi, insieme a infrastrutture e partenariato pubblico-privato. Si tratta di uno strumento di policy, un “open plan” da integrare e aggiornare, che può portare a una crescita strutturale del PIL del nostro Piemonte al 3%, necessario per tornare a correre».

Pro

Centro geografico e culturale d’Europa

Internazionali per indole

Quarta regione per export 2021

Contro

X

Ci definiscono troppo sabaudi

X

E a volte rischiamo di crederci

La città attrattiva, gli ingredienti – università, salute, sport, accoglienza, internazionalizzazione, qualità della vita – a che punto siamo nell’offrire un habitat metropolitano inclusivo? 

«Per rispondere a questa domanda, mi rifaccio a un nostro position paper realizzato con le otto associazioni territoriali piemontesi di Confindustria, dedicato a istruzione, formazione e lavoro, che a novembre abbiamo condiviso con la Regione. In quel documento sottolineavamo come una particolare attenzione vada dedicata alla riqualificazione professionale e accrescimento delle competenze oltre che all’ingresso e alla permanenza nel mondo del lavoro. E poi ci sono ogni anno 120mila studenti in Piemonte che concludono la scuola secondaria di primo grado e i 200mila che terminano il secondo ciclo di istruzione. A loro, alle famiglie e ai docenti è necessario fornire un’azione strutturata di orientamento al lavoro. Di qui, dal saper trattenere questo capitale umano di impareggiabile valore, credo dipenda l’intera valutazione sul nostro habitat. Perché, se non riusciamo ad essere attrattivi per i nostri giovani, il resto sono sogni difficilmente realizzabili pur essendo la quarta regione per export nel 2021, capace di attrarre investimenti dall’estero. Non serve quindi lamentarsi e dobbiamo dare spazio all’entusiasmo dei giovani. Ci credo moltissimo: il mio lavoro di presidente di un incubatore di start-up, mi permette ogni giorno di valutare la centralità del talento e del capitale umano, specialmente dei Millenials e della Generazione Z, che troppo spesso vengono dimenticati e accumunati da sigle come “neet” e inattivi. A Torino e in Piemonte, come in tutt’Italia, invece, raccolgo solo energia dai giovani che incontro, anche dopo il Covid e dopo una prima parte di 2022 così difficile. Ripartiamo da qui».

Marco Gay

Marco Gay e altri 15 sono i nostri Piloti Metropolitani:

È nato il 24 aprile 1976 a Torino, dove tuttora risiede con sua moglie e i suoi tre figli. È presidente esecutivo di Digital Magics, il più importante incubatore italiano di start-up, quotato nel mercato Euronext Growth Milan di borsa italiana. È stato presidente dei giovani imprenditori di Confindustria Piemonte e, tra il 2014 e il 2017, ha ricoperto lo stesso ruolo a livello nazionale. dal 2018 è presidente di Anitec-Assinform. Dal luglio 2020 è presidente di Confindustria Piemonte.

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(Foto ARCHIVIO MARCO GAY)