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È un'impresa

di Marco Vallario

Impariamo a delegare

Torino, inverno 2019

Esiste una patologia che affligge la maggior parte di coloro che decidono di mettersi in proprio, e tormenta soprattutto quelle persone che provano a fare il meglio per i propri clienti. Questo morbo prende il nome di ‘delirio di onnipresenza’. Osservando bene la nostra società, possiamo riscontrare questa malattia in gran parte di coloro che guidano micro imprese, esercizi commerciali, aziende artigiane e studi professionali, e si tratta di uno dei principali motivi di mancata crescita delle strutture da loro capitanate, motivo per cui il nostro Paese ha un tessuto industriale così frammentato e spesso poco sviluppato rispetto ad altri, che prendono in seria considerazione il problema e dove quest’approccio viene superato elegantemente attraverso la costruzione di accurati sistemi basati sul principio di delega e controllo.

Esiste una patologia che affligge la maggior parte di coloro che decidono di mettersi in proprio, e tormenta soprattutto quelle persone che provano a fare il meglio per i propri clienti. Questo morbo prende il nome di ‘delirio di onnipresenza’

Spesso, infatti, a causa di un esasperato tentativo di controllo, non si strutturano adeguati processi di delega, perché si ha l’idea che sia più immediato fare le cose da sé, avendo la certezza che ci toccherà nuovamente rifarle in quanto il risultato del lavoro di altri non sarà quello che ci aspettavamo. Tuttavia, ci si dimentica che non disponiamo né di tempo infinito, né tantomeno di onniscienza. Si tratta di un approccio culturalmente diffuso e altamente dannoso. Il dubbio che affligge il capo che non delega è una vera e propria piaga sociale da debellare. Complice di questa situazione è sicuramente l’idea errata che debba essere l’imprenditore a svolgere le attività produttive più importanti all’interno della sua azienda, e che potrà dotarsi di ‘aiutanti’ solo quando si troverà nella condizione di non essere più efficiente. Vi svelo un segreto? Non è vero! Ammiriamo con grande invidia quegli imprenditori che ce l’hanno fatta a raggiungere il successo, e ci dimentichiamo di osservarne le pratiche più importanti. Circondarsi di persone intelligenti, sia tecnicamente che emotivamente, è fondamentale.

Essere supportati costantemente da persone valide che condividono la nostra visione, in grado di aggiungere un tassello alle nostre competenze, è molto più importante che trattenere su di noi tutto il sapere e delegare solo le cose superflue. Scomodiamo Steve Jobs in una delle sue migliori citazioni («assumere persone intelligenti per dargli ordini non ha alcun senso. Noi assumiamo persone intelligenti affinché siano loro a dirci cosa fare») ed ecco su cosa dobbiamo veramente concentrarci. È inoltre molto utile selezionare persone volenterose da formare, e non è possibile pensare di affidarsi a collaboratori che ci consentano di espanderci senza lavorare sulla loro crescita e sulla loro autonomia; queste, oltretutto, passano anche da errori commessi sul campo e da un incremento delle capacità decisionali dei collaboratori stessi, entrambi fattori utili allo sviluppo del nostro sistema produttivo, il quale prescinde dalla nostra onnipresenza, utile a mantenere il controllo solo in apparenza. Iniziamo un percorso di delega per crescere e migliorare. Impariamo a selezionare le attività da demandare, le persone alle quali affidare i giusti compiti e, soprattutto, impariamo a instaurare un clima di fiducia. Quindi, non perdiamo altro tempo, non è sempre inverno, ma la primavera va preparata.