News

È un'impresa

di Marco Vallario

La bussola d’impresa punta i numeri

Torino, Inverno 2022

Quante probabilità abbiamo di raggiungere un obiettivo se prima non decidiamo a quale risultato puntare? Una domanda così banale sembra quasi retorica, eppure la maggior parte degli imprenditori e dei professionisti che oggi calcano la scena industriale italiana dovrebbero proprio porsi questa domanda, perché gran parte di loro si dimentica ogni anno di definire in modo chiaro gli obiettivi per la stagione in arrivo. Si chiama budget, il frutto di questa dimenticanza sistematica, una distrazione che i piccoli imprenditori spesso pagano a caro prezzo. Non è raro infatti incontrare soggetti che non si occupano della costruzione del loro business plan annuo e, inavvertitamente, concentrano la loro attenzione sulle attività produttive, sulla qualità dei prodotti e servizi che progettano per i loro clienti, la cui soddisfazione, nella migliore delle ipotesi, è tutto ciò che a loro interessa. Il risultato è spesso una mancanza di piacere per i risultati conseguiti, troppo distanti da quelli desiderati. Ottobre, o al più novembre, sono i mesi buoni per costruire questi obiettivi. Lo sono
perché, con una ragionevole certezza, possiamo capire con quale trend chiuderemo l’anno in corso e potremo lavorare su una stima dei risultati che il prossimo anno potremo raggiungere nel caso mettessimo a disposizione dei nostri progetti le stesse risorse dell’anno che sta per concludersi; e con la stessa logica, potremmo anche pensare di migliorare grazie a un loro impiego differente, magari superiore, ma pur sempre coerente con gli obiettivi che decideremo di promuovere. Ecco cosa vuol dire costruire il budget: significa prevedere a quali risultati puntare il prossimo anno. Significa predisporre un piano operativo, basato sull’esperienza in corso, proiettando la propria impresa nel futuro attraverso la determinazione di quei fatturati che si intende conseguire, grazie a un impegno economico e finanziario, a una progettazione operativa e organizzativa, a una pianificazione nel marketing e nelle vendite; tutte conseguenze di una visione d’insieme che deve sfociare almeno in un file di Excel in un cui scrivere numeri congrui alla nostra attività e alle esigenze del mercato di cui dovremo diventare grandi conoscitori.

Non dobbiamo dimenticare che, in assenza di una corretta programmazione, le azioni che progetteremo risulteranno prive di direzione, e non sapremo se quella intrapresa sarà la strada corretta

Dall’identificazione di questi numeri, emergerà quindi una visualizzazione di quei frutti ai quali la nostra impresa dovrà tendere nel breve e nel medio periodo. Non dobbiamo dimenticare che, in assenza di una corretta programmazione, le azioni che progetteremo risulteranno prive di direzione, e non sapremo se quella intrapresa sarà la strada corretta, né ci accorgeremo di quanto ci saremo discostati dalla rotta. Ecco perché il budget va definito con cura, in modo coerente e sostenibile, e successivamente va confrontato con la realtà, consuntivando mese per mese il fatturato generato per le singole attività prese in considerazione, verificando gli scostamenti del nostro business dalle previsioni che per forza di cose, nel tempo, diventeranno sempre più accurate. Fidarsi delle sensazioni è una pratica che può andar bene per qualche tempo, ma disporre di un progetto di crescita della propria azienda consente di definire delle azioni pratiche utili a raggiungere obiettivi confutabili e non solo aspirazionali. Un obiettivo si definisce tale quando è concreto, misurabile, diretto al futuro; e diventa raggiungibile quando poniamo tempistiche coerenti entro le quali verificare se lo stesso è stato raggiunto o meno. Non dimentichiamo che potremo dire di aver raggiunto un obiettivo solo dopo averlo dichiarato.