Dal 21 marzo 2023 al 21 marzo 2024: un filo lungo un anno che collega l’origine di Xori Group al bell’incontro avvenuto a Torino proprio ieri. Un’occasione per “festeggiare” l’importante anniversario, ma soprattutto per parlare di “energie locali e orizzonti globali”, non a caso titolo dell’evento andato in scena a Palazzo Madama giovedì 21 marzo.
Ecco il format: una location antica e affascinante, un palco, un conduttore, cinque ospiti ad alternarsi all’interno di un brillante talk sul presente e soprattutto sul futuro.
Interessante il “contrasto” estetico generato dall’affiancamento di Palazzo Madama (luogo iconico, bellissimo, storico…) ai LED di Xori Group, gruppo di aziende fortemente vocato all’innovazione.
Ma andiamo con ordine: un passo indietro, e poi due in avanti. Cos’è Xori Group?
Xori Group è una realtà imprenditoriale specializzata nella progettazione civile, industriale e delle infrastrutture, e nella ricerca applicata in campo energetico. Il Gruppo, forte di oltre 200 dipendenti, rappresenta la più grande azienda ingegneristica del territorio e fra le prime 30 in Italia, e integra le cinque differenti realtà aziendali fondate da Luca Rollino. Le sedi del gruppo sono a Torino, Aosta, Milano e Roma, per un fatturato totale di oltre 20 milioni di euro.
Xori Group nasce dunque nel 2023, ma la sua creazione è step di un percorso ben più lungo, iniziato da Flavio Rollino nel 1979, e quindi forte di oltre 40 anni di operatività. È un viaggio dunque, che ha in sé la prospettiva di chi guarda l’orizzonte, con i piedi ben saldi in questo territorio che è idee, know-how ed energia.
Una location antica e affascinante, un palco, un conduttore, cinque ospiti ad alternarsi all’interno di un brillante talk sul presente e soprattutto sul futuro
Proprio con una metafora sul viaggio (inclusa nel video di apertura della conferenza) ha dato il via alle danze il conduttore della serata, Andrea Cenni, direttore editoriale Gruppo Mediapress: «Prendo in prestito la frase finale del video: vuoi fare parte di questo viaggio? Come fai a dire no? Un’altra frase sempre dal video: energie locali, orizzonti globali. Frasi che fanno la differenza, perché non sono solo parole, sono idee. Noi raccontiamo il territorio da oltre 35 anni. E con lui le energie, le storie, le persone che danno vita al luogo che abitiamo. L’idea di Luca Rollino per questo evento era di incontrarci per raccontare le cose belle che accadono qui. Un fantastico ecosistema che è in “gara” col mondo. Qui oggi facciamo una riunione, non un talk: mettiamo a sistema tutto il bello, l’utile, il funzionante. E lo facciamo insieme. Così immaginiamo, già oggi, il futuro».
Prima di lasciare la parola a Luca Rollino, founder di Xori Group, il passaggio “Istituzionale” di Rosanna Purchia, assessore comunale alla Cultura, che ha portato i saluti del sindaco Stefano Lo Russo e ha sottolineato: «Lo sapete un po’ tutti ormai, spesso le produzioni cinematografiche scelgono Torino. Perché è bella e fa innamorare di sé, parola di americani. Io sono qui oggi per ringraziare Xori Group, per portare i saluti delle Istituzioni, per sottolineare l’eccellenza di una realtà come questa, che è un valore, economico e culturale, per tutto il nostro territorio. Se ci scelgono, nel cinema come in altri campi, è perché sappiamo proporre realtà eccellenti come quelle che vediamo su questo palco».
Poi Luca Rollino, che entra nel vivo: «Xori Group è un gruppo di aziende che condivide una serie di valori che riteniamo essere fondamentali per la costruzione di un futuro migliore. Per questo ricerca e innovazione sono parte del DNA del gruppo. Perché crediamo che fare impresa oggi significhi crescere. Crescere insieme. Con un’Academy, con un Istituto per l’innovazione, con confronti come quello di oggi. Che è anche occasione per celebrare il primo anno di vita di Xori. Abbiamo scelto di stare a Torino, sicuramente andremo all’estero, ma resteremo sempre a Torino. Perché qui siamo nati e qui continueremo a creare valore».
Ancora Istituzioni con Fabrizio Ricca, assessore regionale all’Internazionalizzazione, che ha elencato un po’ di dati utili a comprendere l’importante sinergia imprese-Regione, ribadendo che: «Il Piemonte è oggi regione trainante per il sistema Italia dal punto di vista economico. Non lo diciamo noi per celebrarci, lo dicono i dati, lo dice il Financial Times. È sicuramente un risultato reso possibile dall’impegno di più parti: Istituzioni, imprese, camere di commercio… Ma soprattutto da un certo spirito di riscatto, dall’energia che ci contraddistingue. Xori rappresenta tutto questo. E simboleggia anche l’eccellenza di questo territorio».
Altro fiore all’occhiello: lo spazio. Per questo tra i protagonisti dell’incontro c’è anche Fabio Massimo Grimaldi, presidente di Altec: «Anni fa con il compianto Paolo Tenna avevamo creduto in un progetto di cinema, e avevamo girato una parte di film dentro Altec. Non era una cosa molto facile da spiegare, ma tutti si dissero entusiasti di quel progetto e di Torino. Come Altec facciamo un lavoro che poi viene portato nel mondo. Ed è giusto. L’importante però è che nasca qua. Da queste idee, competenze, ambizioni. Torino è un incredibile laboratorio di cose belle. E dobbiamo continuare ad esserlo, insieme».
Sul palco allestito da Xori Group trovano poi spazio altre due eccellenze del territorio, che non sono solo esempi di virtuosismo imprenditoriale, ma vere e proprie fucine di idee per il futuro. Prima Paola Bertoldo, presidente de L’Opificio e vicepresidente di Exclusive Brands Torino: «“Vestire buono, pulito e giusto”; è un bel libro che racconta di un certo mondo, ma soprattutto è una certa idea di impresa. Ed è anche una certa idea di cultura. Che chiaramente si può traslare in altri ambiti, per esempio nel food. Così è nato il dialogo con Slow Food, che ci ha chiesto di riunire chi nel settore tessile crede in questi valori. Come fecero loro tanti anni fa con il cibo. Noi lo abbiamo fatto, abbiamo riunito tante aziende virtuose, e da qui è stato creato il progetto Slow Fiber. Che non è solo un “gruppo”: è consapevolezza, innovazione, uno step mentale importantissimo».
Poi Marco Piccolo, CEO di Reynaldi: «Alle imprese non basta la tecnica. Come diceva Olivetti le imprese sono fatte di lavoro e cultura. Quando abbiamo preso in mano l’azienda di famiglia abbiamo deciso non solo di continuare, ma di renderla come volevamo noi. E quindi sostenibile, etica… L’economia di Taylor, del profitto e basta, non esiste più. Le aziende del futuro parlano di economia sociale. Perché le imprese del futuro sono appetibili in quanto etiche, sostenibili, umane. Non sono limiti; sono virtù, sono investimenti. E lo sono se chi le guida è animato da questi valori. Se uno lavora così, i risultati arrivano. Noi ne siamo la dimostrazione».
Andrea Cenni ha poi dato inizio a un ultimo giro di considerazioni one-shot, cinque calci di rigore con cinque propositi costruttivi da portarsi a casa, per noi e per Torino. Fabrizio Ricca: «Torino deve smetterla di sentirsi inferiore. Ha tutte le carte in regola, nel passato, nel presente e nel futuro, per giocarsela con tutti. Ma deve credere di più in se stessa». Fabio Massimo Grimaldi: «Dobbiamo saper comunicare. Noi siamo poco abituati. Ma abbiamo le cose da dire e i canali per dirle. Questa serata ne è netta testimonianza. Occorre dialogare con il territorio e poi con il mondo». Paola Bertoldo: «EBT è la prima rete di eccellenza di un territorio, la più antica e la più longeva. E quando si parla di aggregazione di qualità veniamo portati come esempio. Questa è la dimostrazione che l’unione e il confronto fanno la forza». Marco Piccolo: «Tema intelligenza artificiale. Io uso l’AI tutti i giorni. Non è un male, non è il demonio, e non è neanche il paradiso. È uno strumento, una grandissima opportunità ed elemento di competizione. Non dobbiamo mai smettere di cercare strumenti per guardare avanti».
La chiosa a Luca Rollino: «Questo territorio ha tutte le abilità per essere al centro dell’economia italiana e internazionale. Cosa ci portiamo a casa stasera? Il valore del confronto. E poi la convinzione che non dobbiamo avere paura di provare, crescere, credere. D’altronde il termine bugianen nasce da un episodio di coraggio, non di viltà, da parte dei soldati sabaudi durante la battaglia dell’Assietta. E quel coraggio fa parte di noi da sempre. Dobbiamo tornare a valorizzarlo».