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Teatro Regio: la Stagione 2018/19

L'Opera italiana che emoziona

di Alessia Belli

Autunno 2018

14 TITOLI DI CUI 11 OPERE E 3 BALLETTI, OLTRE A 12 APPUNTAMENTI DI GRANDE PRESTIGIO CON LA MUSICA SINFONICA. SCOPRIAMO NEL DETTAGLIO IL CARTELLONE DELLA STAGIONE 2018-2019 DEL TEATRO REGIO DI TORINO

È stato il capolavoro simbolo del Romanticismo, che conquista da oltre un secolo le platee di tutto il mondo, ad aprire quest’anno il sipario del Teatro Regio di Torino. Il Trovatore di Giuseppe Verdi, diretto sul podio dal celebre Maestro Pinchas Steinberg e firmato dal pluripremiato regista scozzese Paul Curran, ha infatti inaugurato la stagione d’Opera e Balletto 2018-2019, coinvolgendo il pubblico in un grande spettacolo dal cast stellare. A dare voce e corpo ai protagonisti, quattro interpreti di caratura internazionale, quali Rachel Willis-Sørensen (Leonora), Diego Torre (Manrico), Anna Maria Chiuri (Azucena) e Massimo Cavalletti (Il conte di Luna), affiancati dagli artisti dell’Orchestra e Coro del Teatro Regio: per una prima che ha saputo travolgere ed entusiasmare. Quintessenza del melodramma, manifesto di un teatro costituito da personaggi consumati da forti passioni, Il Trovatore ha dato così il La a una programmazione all’insegna della grande opera italiana. «Un cartellone che raccoglie insieme i più grandi compositori nazionali, costruito per proporre una ampia visione sulla nostra storia musicale e attrarre, nel loro nome, un pubblico nuovo e giovane», racconta il nuovo sovrintendente William Graziosi, nominato lo scorso maggio, e Alessandro Galoppini, al Regio dal 2009 e oggi direttore artistico non può che essere d’accordo.

Mese dopo mese, si alterneranno alcune tra le partiture più emozionanti della lirica, pietre miliari della produzione musicale italiana a cavallo tra Ottocento e Novecento che hanno influenzato artisti e compositori in tutto il mondo. «Una vera stagione d’opera italiana, realizzata da un teatro italiano, con un suono italiano, creata per risvegliare il gusto e la passione per il belcanto, per la bellezza e la cultura che rappresentiamo», si legge tra le pagine della presentazione artistica. Un impegno che si riflette anche nel programma de I Concerti e nei progetti collaterali rivolti al pubblico.

Ezio Bosso

È iniziato così un nuovo corso per il Teatro Regio di Torino, che porrà in primo piano 14 titoli entrati nel mito dell’Opera e della danza, per una stagione di grandi classici e qualche originale sorpresa…

Il manifesto della stagione

Da Donizetti a Puccini, intonando Paër

In cartellone fino al 23 ottobre, Il Trovatore cederà il palco a L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti. Melodramma giocoso in due atti, in programma dal 13 al 24 novembre, vedrà il debutto sul podio di Michele Gamba, giovane musicista milanese, tra i più apprezzati della nuova generazione. A curare l’allestimento è stato chiamato invece Fabio Sparvoli che ambienterà la vicenda amorosa in un mondo bucolico e autentico all’epoca del dopoguerra italiano.

Il trovatore © Rocco Casaluci

A dicembre, dal 14 al 23, tornerà nuovamente protagonista Verdi con un altro immenso capolavoro: La Traviata. La storia, appassionata e tragica di Violetta, incanterà il pubblico con una messa in scena leggendaria, per la prima volta al Regio, firmata dalla regia di Henning Brockhaus. Conosciuta come ‘La Traviata degli specchi’, indagherà il sottile confine tra la natura intima della protagonista e la sua immagine pubblica, sottolineando questa dicotomia attraverso un enorme specchio inclinato che ne moltiplicherà la figura sotto ogni punto di vista. La lirica lascerà poi spazio alla danza espressa nella sua massima potenzialità grazie al ritorno, ormai attesissimo, del Gala Roberto Bolle and Friends.

Roberto Bolle © Giovanni Gastel

In cartellone dal 29 al 31 dicembre, l’Étoile del Teatro alla Scala e Principal Dancer dell’American Ballet Theatre di New York saluterà il 2018 a Torino portando, sullo stesso palcoscenico, le principali stelle del balletto di oggi. Il nuovo anno si aprirà poi con Giacomo Puccini e la sua Madama Butterfly diretta dal maestro Daniel Oren: dal 10 al 20, infatti, Karah Son nei panni di Cho Chosan indosserà kimono preziosi muovendosi in un Giappone non folkloristico ma, anzi, poetico ed evocato con malinconia, così proposto da Pierluigi Pizzi.

Madama Butterfly

Dal 6 al 17 febbraio sarà la volta dell’ultimo appuntamento con la trilogia verdiana in programma al Regio, il Rigoletto. Interpretato dal grande Carlos Álvarez, sarà presentato alla platea torinese in una versione assolutamente originale e imperdibile: alla regia ci sarà infatti John Turturro, attore newyorkese di origini italiane che ha lavorato con i maggiori registi di oggi, da Martin Scorsese al Woody Allen e i fratelli Coen, al suo debutto nel mondo dell’Opera. Con l’arrivo della primavera giunge inoltre la prima delle sorprese previste in calendario, fortemente voluta dallo stesso Alessandro Galoppini.

Alessandro Galoppini ©Ramella&Giannese

Dal 12 al 24 marzo, infatti, la Stagione propone la prima rappresentazione moderna dell’Agnese di Ferdinando Paër in un allestimento che incuriosirà pubblico e critica. Capolavoro di assoluto equilibrio stilistico e precursore dell’era rossiniana, sarà affrontato sul podio da Diego Fasolis e da Leo Muscato alla regia. Marzo è anche il mese del primo spettacolo pensato per i più piccoli e frutto del progetto Opera Assieme rivolto ai talenti di domani: dal 22 al 23 il Pinocchio di Pierangelo Valtinoni, liberamente tratto dalla fiaba di Collodi, sarà interpretato da un cast di giovani cantanti selezionati attraverso un bando nazionale (disponibile sul sito) e vedrà impegnati anche l’Orchestra e il Coro di voci bianche del Regio e del Conservatorio ‘Giuseppe Verdi’ di Torino. A distanza di ben venti anni, è stato aggiunto nuovamente nel cartellone operistico La sonnambula di Vincenzo Bellini. Dal 10 al 20 aprile una meravigliosa Ekaterina Sadovnikova trasporterà la platea nel mondo onirico, sospeso e rarefatto di Amina ed Elvino. L’opera sarà diretta dal maestro Maurizio Benini e guidata, alla regia, da Mauro Avogadro. A seguire, dal 3 all’8 maggio, arriveranno a calcare per la prima volta il palcoscenico del Regio i 90 componenti del Balletto dell’Opera di Perm che si esibiranno nel capolavoro di Prokof’ev, Romeo e Giulietta, su coreografia del celebre Kenneth Mac- Millan.

Romeo e Giulietta

Sempre a maggio, dal 22 al 28, il buon umore sarà protagonista grazie alla partitura esilarante de L’italiana in Algeri di Gioacchino Rossini. A condurre l’Orchestra e il Coro del Regio tornerà Alessandro De Marchi affiancato da Vittorio Borrelli alla regia.

L’italiana in Algeri

L’estate giunge poi con un dittico tipicamente mediterraneo che vedrà avvicendarsi, nelle stesse serate dal 12 al 22, due appuntamenti: la prima assoluta de La giara – creazione coreografica ispirata da Pirandello su musiche di Alfredo Casella per opera di Roberto Zappalà e della Compagnia Zappalà Danza – e la Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni in un nuovo allestimento curato alla regia da Gabriele Lavia, attore e drammaturgo ampiamente apprezzato, e da Paolo Ventura per scene e costumi.

La giara © Kasia Chmura

Infine, a chiusura della stagione, l’ultimo spettacolo del Regio sorprenderà la platea intera dal 2 al 7 luglio portando in scena il capolavoro teatrale di George e Ira Gershwin, Porgy and Bess, nell’unica produzione autorizzata dalla famiglia Gershwin. Una ‘America folk opera’ sulla vita degli afroamericani all’inizio degli anni Trenta ambientata a Charleston. Un titolo assolutamente contemporaneo e inaspettato in cui sono custodite alcune delle pagine più straordinarie della storia della musica. Brani indimenticabili che vedranno impegnati l’Orchestra del teatro e i solisti e il coro del New York Harlem Theatre diretti da William Barkhymer.

Porgy amd Bess © L. Romano

Queste le ultime note di un cartellone che torna alle origini del belcanto ma che si spinge fino ad alcune pagine del più recente passato per aprirsi a un uditorio più ampio possibile. «Alcuni l’hanno definita una stagione ‘pop’ e in un certo senso lo è – sottolinea Graziosi – ma è un pop di altissimo livello perché tutto il mondo invidia i compositori che compaiono nel nostro programma. Il Regio – aggiunge – è un grande teatro e il nostro obiettivo deve essere quello di riportare dignità all’Opera preservando questo immenso patrimonio e migliorando la percezione che ne ha il pubblico. Con l’intenzione di far comprendere quanto sia importante per la nostra cultura e il nostro futuro».

Il Regio, un teatro sempre più young

A proposito di futuro, quest’anno il Regio ha potenziato le sue iniziative rivolte ai giovani impegnandosi a diffondere una più ampia cultura e sensibilità musicale, in piena sintonia con la proposta del ministro dei Beni e delle Attività Culturali Alberto Bonisoli di favorire la presenza degli under25 con biglietti a 2€. Il Teatro ha messo in campo numerosi progetti in tal senso, con lo scopo di avvicinare i ragazzi ai capolavori della storia della musica. Ma non solo, perché oltre alle tariffe dedicate per i più piccoli e gli Under30, le politiche culturali adottate dal Regio tendono anche verso la formazione professionale e artistica di alto livello. Come la creazione di un’Agenzia Formativa rivolta ai talenti di domani, che avranno la possibilità di accrescere sul campo le competenze acquisite nel loro percorso di studi, e un programma di collaborazione con lo IED intitolato Fotografia a Teatro, in cui gli studenti di fotografia saranno chiamati a documentare la vita dietro le quinte e gli spettacoli che andranno in scena. Azioni che possano coinvolgerli in prima persona e facciano scoprire da vicino tutta la magia dell’Opera. «È la forma più importante e meravigliosa di spettacolo, perché riunisce il lavoro di artisti e artigiani insieme, diffondendo la cultura italiana nel mondo. Per questo – conclude Graziosi – è fondamentale incentivare le nuove generazioni a conoscere questa arte e aiutarli a diventare dei professionisti. Tutti i giovani di oggi possono tornare a essere degli ambasciatori della nostra musica domani. Grazie alla lirica, infatti, tutto il mondo parla italiano».

(Foto COURTESY OF TEATRO REGIO TORINO)