SIAMO STATI ALLA PRESENTAZIONE DELL'UNDICESIMA EDIZIONE DEL TORINO JAZZ FESTIVAL. 9 GIORNI, 93 APPUNTAMENTI, 49 CONCERTI E 234 ARTISTI SPARSI IN 62 LOCATION DI TORINO
A Palazzo Civico, nella caratteristica Sala delle Colonne, è stata presentata la prossima edizione del Torino Jazz Festival 2023 (22 – 30 aprile) che torna a essere diffuso in 62 sedi capaci di coinvolgere tutta la città.
A parlare il nuovo direttore artistico Stefano Zenni, che per l’XI edizione propone oltre ai Main Events anche un cartellone nei club, Jazz Talk, Jazz Blitz, Jazz Meeting e Jazz Special, per un totale di 49 concerti, 93 appuntamenti e 234 musicisti.
«Appena nominato, ho chiamato subito alcuni artisti appartenenti al mondo del Jazz che ritenevo non potessero mancare a questa edizione. Alcuni scelti ancora prima che ottenessero riconoscimenti importanti come: Roberto Ottaviano, premiato come miglior musicista jazz dell’anno, o Sarathy Korwar, inserito nella classifica dei migliori musicisti contemporanei».
L'XI edizione del TjF propone oltre ai Main Events anche un cartellone nei club, Jazz Talk, Jazz Blitz, Jazz Meeting e Jazz Special, per un totale di 49 concerti, 93 appuntamenti e 234 musicisti in 62 location diverseDurante la settimana del Festival si cercherà di toccare tutti gli ambiti del jazz grazie alla presenza di grandi figure storiche «per le quali non servono presentazioni o tante parole, ma solo menzionarli» come Kenny Barron, Roberto Ottaviano e Steve Coleman; dei migliori innovatori contemporanei come Nilssen-Love, Shabaka Hutchings, Risser, Diodati, Korwar che mescolano ritmi indiani, africani con hip hop, elettronica, punk e free jazz; e di nomi di ampio richiamo come Peppe Servillo e Stefano Bollani.
Proprio questi ultimi sono gli artisti a cui è stato affidato il compito di aprire e chiudere il Festival. Si inizia infatti con Natura morta con custodia di sax con estratti del libro omonimo letti da Peppe Servillo accompagnato da un gruppo creato appositamente per l’occasione, il Tjf All Stars: «Sì, può sembrare un nome altisonante ma fidatevi, è davvero azzeccato se si considerano i nomi de musicisti coinvolti». A Stefano Bollani invece è affidata la grande chiusura all’Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto, con una performance che segna la fine del Festival e, allo stesso tempo, l’inizio del suo tour di concerti live, segnandone il ritorno ufficiale sulla scena musicale dopo la pandemia.
Ovviamente sono in programma tanti altri eventi come l’esibizione del già citato Kenny Barron Trio, il ritorno/debutto, dopo molti anni di assenza, di Steve Coleman and Five Elements, e un omaggio a Alice Coltrane con uno spettacolo che porta un messaggio di pace e amore universale tramite Hamid Drake, uno dei maestri della batteria jazz.
I concerti si terranno in giro per la città, in ambienti, spazi, teatri e club senza un centro di riferimento definito. «Per questa edizione, i club sono stati coinvolti in modo diverso rispetto al solito: a loro è stata lasciata la possibilità di proporre la propria programmazione e di lavorare in autonomia. Sono proprio loro i primi a conoscere i musicisti e il grande parterre musicale della città. Siamo molto contenti facciano parte integrante dell’organizzazione».
Un programma che può rivelarsi estremamente interessante sia per gli appassionati del genere che per i neofiti; il Festival tenta di avvicinarsi e farsi avvicinare dai giovani, ai quali sono dedicate iniziative mirate (come la vendita dei biglietti a 1 euro ai nati dal 2009).
Un Festival che, con le sue incursioni musicali, anche in “luoghi apparentemente marginali della città”, vuole essere inclusivo. E pensiamo lo possa essere davvero considerando che il Jazz, per nascita ed elezione, arriva proprio dai margini.