Torino, autunno 2021
Uno dei temi più affrontati dalle pellicole presentate alla 78a Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia è stata la maternità. Argomento complesso, eternamente affascinante.
L’Événement, il film di Audrey Diwan, ha vinto il Leone d’oro con la storia di una giovane donna che si misura con un aborto clandestino nella Francia degli anni Sessanta. L’opera nasce dall’adattamento del libro autobiografico di Annie Ernaux, che ha cercato di rappresentare, attraverso la dimensione corporea dell’esperienza, il dramma di tutte le giovani donne che, in passato come oggi, si trovano a combattere per difendere questa scelta ardua quanto dolorosa.
Il film, dunque, narra della presa di coscienza della protagonista, nel tentativo di arrivare direttamente allo spettatore attraverso una visione ampia, asciutta, non edulcorata da etica e poesia; per spiegare quanto sia importante non negare ad alcuno il diritto di scegliere, e quanto possa essere difficile a volte scegliere.
E l’età giusta è quella che sta vivendo Torino Magazine. Centocinquanta numeri che raccontano una lunga storia d’amore con Torino. Che tenerezza pensare che avevo proprio la stessa età quando posai impavidamente per una sua copertina. La donna con il sassofono…
Un film duro ma necessario, che non flirta con il dubbio, né con il giudizio, ma resta strettamente ancorato alla riflessione. Brava la regista, oggi quarantenne, donna giovane ma adulta, nell’età giusta per affrontare, con la necessaria consapevolezza, una trasposizione letteraria così difficile. La sua regia è dura affinché possa turbare e affascinare nel contempo.
E giovane ma adulta è anche l’insuperabile, irresistibile Penélope Cruz, vincitrice della Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile. Ci vogliono il suo garbo, la sua intelligenza emotiva e la sua grande capacità interpretava per dare spessore e i necessari colori cangianti al ruolo di Janis in Madres Paralelas, il film di Pedro Almodóvar che rappresenta un viaggio commovente nel mondo della maternità. Giovane, ma già donna, Milena Smit, coprotagonista nei panni di Ana, ragazza turbatissima che dovrà affrontare un’inattesa maternità. L’attrice, già rivelazione al Premio Goya, è stata scelta da Almodóvar per quella straordinaria capacità di trasmettere gioventù e verità nel contempo. È nell’età giusta…
E l’età giusta è quella che sta vivendo Torino Magazine, che io amo declinare al femminile come “rivista”. Da tempo curo per lei questo editoriale e posso dire di averla vista crescere nell’ambito della città e, ormai, oltre i suoi confini.
Più di cinquantamila pagine scritte, centomila foto pubblicate, cinquecentomila persone ritratte, per un totale di cinque milioni di letture.
Centocinquanta numeri che raccontano una lunga storia d’amore con Torino. Una lunga narrazione che ha donato alla rivista la maturità necessaria per diventare indispensabile cono di risonanza della storia contemporanea della città e, nel contempo, le ha permesso di mantenere intatta la freschezza di una giovane donna adulta nel pieno delle sue potenzialità. È il momento più propizio, per lei, per scalare orizzonti internazionali.
Che tenerezza pensare che avevo proprio la stessa età quando posai impavidamente per una sua copertina. La donna con il sassofono, seppur adulta, era solo all’inizio del suo percorso di vita…
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