Home > Food > Food Partners > Bar Briac: vino e amore incondizionato
BAR BRIAC È UN MUST DI VIA MONFERRATO, UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER CHI CREDE CHE IL VINO SIA PIACERE, DIVERTIMENTO E CULTURA. IL TUTTO ABBINATO A UNA PROPOSTA DI APERITIVO DIRETTA E STIMOLANTE. UNA BELLA INIZIATIVA DI GUSTO DA POCO SBARCATA A SESTRIERE E CESANA TORINESE
“Bar Briac” ai più, come nome, fa pensare alla sfera lessicale dell’ubriaco, dell’innocente e ancestrale “ciucca”. Intuizione comprensibile, ma non esattamente corretta. Nella testa di Alessandro, quando ha ideato questo nomignolo, esisteva sì la simpatia del gioco lessicale, ma la scelta definitiva ha radici più poetiche. Briac è nome bretone (esiste anche un Saint-Briac-sur-Mer) ed è un chiaro riferimento all’affetto nutrito nei confronti della Francia, madre di tanti grandi vini. Il corpo del Bar Briac ha una mente, quella di Alessandro Gualano, e un cuore: l’amore per il buon vino: «Dal Piemonte alla Francia fino in Spagna, vita e lavoro mi hanno sempre tenuto a contatto con il mondo della mescita, mia personale passione; quindi anche con il Bar Briac è stato naturale mettere al centro del progetto il vino, e il resto vi ruota attorno».
Alessandro è stato uno dei pionieri del nuovo aperitivo torinese, uno di quelli che per primi hanno portato in città il concetto di tapas (usanza che varia il nome in base al luogo). Non è certo uno nuovo del mestiere e nel Bar Briac ha convogliato le sue varie esperienze: «Le tapas più che ricette sono un ritmo, battono il tempo del servizio e influenzano il mood del locale. Succede lo stesso nei ristoranti con la proposta scelta. Qui puoi entrare, bere un calice e basta, mangiare… Questo perché l format è flessibile». Molto easy direbbero i contemporanei. Quello che certamente però non manca è la qualità: «Cerchiamo di proporre soluzioni smart e semplicemente buone, con un paio di must a cui sono particolarmente affezionato, come i grandi salumi di importazione, vedi il Patanegra, con cui andiamo a comporre i taglieri». Come già annunciavamo però, il grande amore di Alessandro sono i vini: al bicchiere ne serve una trentina (ampissima scelta calcolando la media cittadina). E la ricerca è costante, spazia dal caro Piemonte al resto d’Italia, viaggia all’estero con un occhio di riguardo alla Francia. Ci sono poi le etichette più sperimentali, i macerati, gli orange: «Qui non esistono “religioni”, l’idea è lavorare su prodotti eccellenti da produttori con una determinata etica. Ecco la regola base. Di conseguenza molti nostri fornitori sono piccole maison e praticamente tutte lavorano sul biologico. Continuando a “studiare” cambiamo spesso la selezione delle bottiglie, così non ci si annoia mai».
Il Bar Briac ha un’identità precisa, e prima che un luogo di gusto è un polo di cultura; in cui assaggiare e chiacchierare di vino per il piacere di farlo. Un locale dalle luci soffuse ma allo stesso tempo di aggregazione, “trasandato” eppure curato nei dettagli: dal velluto verde dei divanetti al rovere della boiserie: «In un’epoca che ha molto a cuore la “facciata”, che in parte è pura apparenza, la vocazione del Bar Briac è fare informazione raccontando i contenuti e non il contenitore. Ovvio la cura per l’estetica è obbligatoria, come la qualità nei piatti, basilare, ma tutto ruota attorno alla cultura della mescita; messa ovviamente in pratica nei bicchieri».
La cura per l'estetica è obbligatoria, come la qualità nei piattiVia Monferrato è oggi una bella realtà del microcosmo della zona attorno alla Gran Madre, una via valorizzata dalla pedonalizzazione e dal coraggio di chi ha investito su di essa. Alessandro è stato uno dei primi a dettare la via, diventando uno dei riferimenti nel settore.
Lo dimostrano il gran numero di persone la sera a questi tavolini (dalle 17 in poi) e l’ampliamento dell’universo Bar Briac anche fuori città. Recentemente a Sestriere ha aperto, in piazza Fraiteve 2H, il secondo punto, e questa estate, a Cesana Torinese, ha debuttato Vin au verre, un’enoteca innovativa con 200 vini al bicchiere (record!) e una cucina molto interessante. Insomma, il mondo disegnato da Alessandro Gualano piace: perché è intuitivo, trasmette serenità, esplora il gusto, permette di godersi per davvero il mondo della mescita, con le sue tantissime e magiche sfaccettature. A noi ha ricordato, per i divanetti e le lampade, un locale a Soho (Londra); in cui non si servivano però falafel di barbabietola, insalata russa né tantomeno salsiccia cruda di Bra; aveva però un fascino speciale, che infatti non ci siamo scordati. Alessandro non ama i social, preferisce l’approccio schietto di chi pensa alla sostanza e ama ciò che fa: anche questa genuinità fa parte della formula vincente. Noi in compenso ci siamo divertiti a farci raccontare le bottiglie, fotografandole appoggiate al velluto dei divani. Ecco, il vino è questo: cultura, divertimento, piacevole passatempo. Un ringraziamento al Bar Briac per avercelo ricordato.
Dal Piemonte alla Francia fino in Spagna, vita e lavoro mi hanno sempre tenuto a contatto con il mondo della mescita, mia personale passione; quindi anche con il Bar Briac è stato naturale mettere al centro del progetto il vino, e il resto vi ruota attorno
Briac è nome bretone (esiste anche un Saint-Briac-sur-Mer) ed è un chiaro riferimento all’affetto nutrito nei confronti della Francia, madre di tanti grandi vini.
BAR BRIAC
Tel. 392.4024235
BAR BRIAC 2
Via Fraiteve, 2 – Sestriere (TO)
VIN AU VERRE
Via Roma, 43 – Cesana Torinese (TO)
(Foto di FRANCO BORRELLI)
(Servizio publiredazionale)