La Biblioteca Nazionale Universitaria torinese festeggia il trecentesimo anniversario esponendo l'intero Corpus juvarrianum, cospicua raccolta di disegni dell'architetto – ma anche vedutista, scenografo, interior designer d'antan – e dei suoi collaboratori, che spesso davano corpo alle idee concepite dal maestro. L'esposizione Filippo Juvarra regista di corti e capitali comunica il profilo di un artista 'a tutto tondo', dentro e fuori il Barocco, tra i principali fautori della trasformazione architettonica della Torino settecentesca, ammirata in Italia e in Europa.
Nell’agosto del 1720 Vittorio Amedeo II prende possesso del Regno di Sardegna, dopo aver ceduto all’Austria la corona di Sicilia. Restarono tuttavia legati ai Savoia e al Piemonte numerosi Siciliani insigni, il più celebre dei quali, Filippo Juvarra
Tre sono i principali filoni nei quali si dipana il percorso espositivo, arricchito da un apparato multimediale che permette lo sfoglio di tutto il corpus su monitor a parete: il primo dedicato agli studi di Juvarra e dei suoi collaboratori più specificamente legati alle architetture, religiose e civili; il secondo nucleo espositivo ripercorre l’attività di Juvarra scenografo, in particolare negli anni romani,tra il 1709 e il 1714, mentre la terza sezione si incentra sul legame storico-politico tra Sicilia, Piemonte ed Europa, ambito geografico e culturale in cui si colloca l’attività artistica dell’architetto messinese.
La mostra è corredata da una corposa pubblicazione che ospita saggi per l’inquadramento storico, artistico e culturale della produzione del «Primo Architetto Civile di S.M.», come venne nominato da Vittorio Amedeo II. La curatela è di Maria Vittoria Cattaneo, Chiara Devoti, Elena Gianasso, Gustavo Mola di Nomaglio, Franca Porticelli, Costanza Roggero, Fabio Uliana.
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