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Home > People > Editoriali > Storie dal set > Il talento. Quando la fiamma diventa falò
Torino, speciale 2021
Nel corso dell’esperienza trascorsa in Film Commission Torino Piemonte, in qualità di vicepresidente, ho vissuto molti momenti emozionanti legati al lavoro che la struttura svolge sul territorio, ma quelli più entusiasmanti sono tutti connessi all’incontro con i giovani talenti. È sempre un attimo folgorante quello che inchioda i tuoi occhi allo sguardo di un talento in erba. Lo riconosci al volo, perché arde come una fiamma in procinto di divampare per appiccare il grande falò. I giovani talenti sembrano non dormire mai. Scalpitano in preda all’idea che si è impossessata di loro per diventare progetto.
Uno in particolare ha segnato gli anni del mio incarico, perché la sorte ha voluto che mi imbattessi in lui fin dagli esordi: Matteo Bernardini. Look scanzonato, sguardo luccicante, sorriso smagliante, berretto eternamente indossato al contrario, sono rimasta colpita dalla freschezza e dalla competenza con cui una sera, al Museo del Cinema, affrontò la disamina di un’opera complessa come Rusalka di Antonín Dvořák.
Sono rimasta colpita dalla freschezza e competenza di Matteo Bernardini. Nel 2016 realizza il cortometraggio An Afterthought, poi arrivano le collaborazioni internazionali, fino al successo di The Little Broomstick Rider
Impossibile non farsi prendere dalla curiosità nei confronti di quel giovane che, proprio in quell’occasione, veniva premiato per Il palloncino di carta, spot pubblicitario nato da una collaborazione con Scuola Holden e Associazione Museo Nazionale del Cinema, cortometraggio di due minuti realizzato dalla Città di Torino nell’ambito della campagna permanente di sensibilizzazione sull’affidamento familiare. Ecco, lì ho scoperto il talento di Matteo che, in quelle sequenze prive di dialogo, ha saputo affrontare con maestria e grande sensibilità un tema così complesso come l’affidamento minorile. E poi, cosa dire della scelta musicale, così insolita e raffinata, cui destinare la narrazione: Robert Schumann, Quintet in E Flat major op. 44 – II. In modo d’una marcia. A quel punto è stato inevitabile curiosare nel percorso di quel giovane brillante, che lo ha portato fino al diploma presso la New York Film Academy e al master di alta specializzazione con Marco Bellocchio. Il resto l’ha fatto il suo talento.
Matteo, prima del suo spot, aveva già realizzato molti lavori prestigiosi e, giovanissimo, ha iniziato la sua carriera di docente di regia cinematografica prima presso la Scuola Holden di Torino, poi all’Università di Amburgo. Nel 2016 realizza il cortometraggio An Afterthought, unico fedele adattamento cinematografico del finale originale del romanzo Peter Pan, così come venne concepito dall’autore J. M. Barrie. A questo punto il suo lavoro può iniziare a contare sulla collaborazione di importanti artisti internazionali, fra cui il celebre direttore della fotografia Italo Petriccione, il “prodigio beckettiano” Lisa Dwan e la scrittrice Sahar Delijani. An Afterthought diventa un piccolo capolavoro… Tutto quello che è avvenuto dopo è stato naturale.
Sono iniziate le collaborazioni più strette con celebrità del calibro di Christopher Nolan, Matthew Vaughn, Peter Greenaway, Robert Carsen per la regia di opere cinematografiche e liriche. Poi, sono arrivati i riconoscimenti internazionali, fino all’ultimo, recente successo: la serie animata The Little Broomstick Rider (2021), che ha vinto il Premio del Pubblico al leggendario Slamdance Film Festival, prestigiosa kermesse americana di cinema indipendente.
Nel corso della pandemia che ha costretto l’umanità al lockdown, per realizzare questo lavoro Matteo ha fatto recitare le sue illustrazioni e ha utilizzato le proprie mani quali troupe: è nata un’opera di “illustrazioni che prendono vita”, più che un’animazione vera e propria. È stato bello scoprire nel tempo di non essermi sbagliata su di lui…