Home > People > Editoriali > Imprenditoria metropolitana > I giovani e il vino
Anche i giovani apprezzano sempre di più i vini e alcuni di loro sono diventati dei veri cultori ed esperti, grazie a una grande curiosità e alla visione del vino come un prodotto da scoprire, da conoscere, ideale per fare bella figura con amici e in situazioni conviviali. In tanti anni di studi e ricerche che ho condotto per creare vini che i giovani apprezzassero ho capito che è fondamentale avere la stessa lunghezza d’onda, e che loro sono molto più responsabili e attenti al bene di quanto si possa pensare. Con Federvini ho contribuito a lanciare il bere responsabile partendo dal modello dello stile mediterraneo, la cui dieta è anche patrimonio dell’umanità per l’UNESCO e dimostra come l’educazione al bere del nostro Paese sia un modello da prendere come esempio nel mondo. Con il Comité Vin ho contribuito a creare il Wine in Monderation (www.wineinmoderation.eu/it/) a livello europeo.
Per i produttori di vino i giovani rappresentano i consumatori dell’oggi, ma, soprattutto, quelli del domani, che dovranno passare il testimone ai loro figli e nipoti. I giovani hanno oggi, rispetto alla mia generazione cresciuta negli anni ’70-’80, una capacità di apprendimento straordinaria, e molta più facilità nella fruizione di informazioni.
Per i produttori di vino i giovani rappresentano i consumatori dell’oggi, ma, soprattutto, quelli del domani. I giovani hanno una capacità di apprendimento straordinaria, e molta più facilità nella fruizione di informazioni
Possono non solo assaggiare i vini nei locali che frequentano con amici, ma trovano anche tante offerte sul web, canale molto utilizzato grazie alla loro capacità nel navigare e ricercare novità. Anche i social aiutano i giovani a divulgare informazioni, esperienze e a condividere assaggi e scoperte. Il COVID e i lockdown hanno portato a un incremento degli acquisti di vino via web, che attraverso siti dedicati hanno registrato un vero e proprio boom. Le cantine si sono ormai tutte attrezzate per ospitare il pubblico e far visitare i siti produttivi, organizzando degustazioni, e non aspettano altro che poter ripartire.
Ma quali sono i vini indicati per i giovani? Sicuramente le bollicine di tutti i tipi, e in particolare il prosecco, adesso anche rosé, che si utilizza per lo spritz, e poi il moscato, per le ragazze che amano i vini aromatici, l’Asti secco, una vera scommessa per loro, ma anche i vini bianchi, in particolare quelli freschi e fruttati, i rosati e i rossi giovani di pronta beva che si apprezzano soprattutto in primavera. Ma i giovani, se hanno risorse e finanze, apprezzano anche i grandi vini rappresentati dalle Denominazioni Controllate e/o Garantite o IGT, i vini varietali e quelli da vitigni autoctoni (originari dei territori italiani), un patrimonio tutto da scoprire.
Oggi i giovani sono più esigenti e vogliono costantemente provare vini nuovi, cercandoli anche da piccole e medie cantine. Esiste un forte bisogno di formazione, per questo ho contribuito a creare il Master Executive in Wine Business Management & Entrepreneurship (www.masterwinebusinessmanagement.it), attivato dalla SAA (School of Management), in partnership con PADUS Business Academy e Brainscapital di Torino. Il master è gestito dal COREP, con l’obiettivo di preparare e formare giovani che rappresentano l’energia e la voglia di fare per il futuro del vino italiano, attraverso l’incontro con un team di docenti esperti che hanno vissuto e contribuito a fare il successo del prodotto italiano nel mondo.
Credo tanto nei giovani e sono sempre stato sensibile nel riconoscere il ruolo di coloro che “fanno il vino”, così nel lontano 1989 ho contribuito a fondare l’Associazione dei Giovani Imprenditori Vinicoli Italiani AGIVI (www.unioneitalianavini.it/agivi/), riunendo giovani under 40 in rappresentanza delle migliori aziende italiane: un modo per aumentare i valori creando coe- sione fra le diverse case e, così, poter vincere la competizione internazionale, adottando una comunicazione che aumenti la voce del vino italiano e sappia diffondere la cultura del bere responsabile.