Home > People > Interviste > Carlo Dall’Oppio «La tecnologia per continuare a essere punto di riferimento per la cittadinanza»
Classe 1959, romagnolo di Faenza, Carlo Dall’Oppio, direttore regionale dei Vigili del Fuoco del Piemonte, è approdato nella capitale subalpina nel 2021. Ingegnere civile edile, il suo curriculum vitae è fitto di esperienze e competenze. È stato comandante in molti luoghi della nostra penisola tra cui Milano, Trieste, Bologna, Ferrara e Ravenna, nonché direttore della Calabria. Ha partecipato a molte operazioni di soccorso ma è anche consulente tecnico presso diverse Procure della Repubblica, componente di comitati tecnici per la prevenzione degli incendi e per i grandi rischi. È stato docente di Ingegneria della Sicurezza al Politecnico di Milano e presso le Università di Ferrara e Bologna. Una vita dedicata alla sua passione, l’ingegneria, che lo ha portato a lavorare per l’amato corpo dei Vigili del Fuoco, affrontando situazioni complicate e gestendo operazioni di crisi e di soccorso molto delicate. Il direttore Dall’Oppio ci accoglie calorosamente nella sede di Grugliasco, ci racconta con puntualità e chiarezza il lavoro giornaliero dei pompieri e, insieme al suo competente staff, ci mostra alcuni strumenti fondamentali per diverse operazioni come i droni, la nuova sala operativa e alcuni mezzi pronti agli interventi, rossi come le divise di cui tutti andiamo fieri. Intervistarlo è un grande onore e rafforza l’apprezzamento per il valoroso corpo a cui appartiene.
Come ha trovato Torino?
«Sono arrivato a Torino un anno fa, la trovo raffinata ed elegante, una città di respiro europeo, con un passato e una tradizione importanti che ci riportano alla nascita della nostra Repubblica. Mi dispiace, a causa dei tanti impegni lavorativi, non viverla fino in fondo».
Quali sono le problematiche che vi impegnano maggiormente sul territorio?
«Il Piemonte è una regione di notevole superficie che spazia dalla pianura fino alle Alpi ed è per questo motivo che le nostre operazioni sono di diversa natura. Sostanzialmente, a parte quelli ordinari come gli incendi, la ricerca di persone scomparse o le fughe di gas, i nostri interventi sono anche di carattere stagionale, in primavera e in autunno quelli causati dagli incendi boschivi, mentre in inverno quelli legati agli allagamenti, il Po fa la sua parte».
I dati cosa dicono, quali sono i fenomeni in calo e quelli in aumento?
«Sicuramente gli incendi forestali hanno registrato un aumento, le statistiche dicono che a livello regionale nel 2022 il fenomeno è quasi raddoppiato rispetto all’anno precedente. Stessa cosa per gli interventi per le fughe di gas, che sono aumentate circa del 10%. Il calo di molte problematiche lo abbiamo registrato durante il periodo pandemico quando era quasi tutto fermo, circolavano poche macchine e le attività erano rallentate».
La crisi economica ne ha creati di nuovi?
«C’è un aumento di interventi che noi classifichiamo come “fughe di gas” che riguardano gli impianti della produzione di calore, apparecchiature per cuocere o per scaldarsi. Ciò potrebbe essere causato dalla attuale crisi economica e dalla tendenza a voler trovare soluzioni alternative e poco sicure. Certamente anche la mancanza di manutenzione è causa frequente di questa categoria di problemi. Recentemente il Comando di Vercelli ha organizzato un convegno in collaborazione con la ASL sui pericoli che possono derivare dalla mancata manutenzione e dall’utilizzo non corretto di alcuni impianti. Gli incidenti da intossicazione causati dal monossido di carbonio sono dovuti proprio a questa carenza di controlli».
Qual è il rapporto con la cittadinanza in termini di iniziative e di comunicazione per informare ed educare alla sicurezza e alla prevenzione?
«Organizziamo in maniera sistematica visite di scolaresche, abbiamo creato “Pompieropoli”, un’iniziativa a scopo formativo con percorsi realizzati appositamente per i più piccoli, partecipiamo a convegni divulgativi come quello che ha recentemente organizzato il Comando di Torino per la sicurezza e la prevenzione degli incendi negli istituti scolastici. Con la nostra associazione nazionale pensionati abbiamo creato la Casa degli Errori, un container mobile, ristrutturato da poco, attrezzato per fare simulazioni di incidenti domestici con forni, caldaie, fornelli e altri elettrodomestici che troviamo all’interno delle abitazioni. Abbiamo firmato da poco, inoltre, un accordo con Azienda Zero della sanità Regione Piemonte per creare squadre congiunte al fine di effettuare salvataggi di persone a seguito di crolli, terremoti ed esplosioni. Il personale dei Vigili del Fuoco e quello sanitario verranno preparati per intervenire sinergicamente in scenari complessi, come i terremoti per fare un esempio, per salvare più persone possibili. Siamo tra i primi in Italia ad aver creato questa partnership, e queste squadre potranno intervenire anche in caso di incidenti fuori dai nostri confini nazionali».
Una vita dedicata alla sua passione, l’ingegneria, che lo ha portato a lavorare per l’amato corpo dei Vigili del Fuoco, affrontando situazioni complicate e gestendo operazioni di crisi e di soccorso molto delicateCi sono delle indicazioni utili che si sente di dare, legate alla gestione quotidiana, per prevenire criticità e incidenti?
«A livello domestico i rischi maggiori sono legati al gas e all’elettricità. Il consiglio è di rivolgersi sempre a installatori di impiantistica professionali, i soli autorizzati a rilasciare dichiarazioni e certificati, e poi sicuramente consiglio di utilizzare apparecchiature e materiali idonei e di provenienza certa. È molto importante non fare modifiche in autonomia o tramite personale non autorizzato. Bisogna prestare molta attenzione perché l’ambito domestico è fonte di numerosi e pericolosi incidenti».
Quali sono le attività dei Vigili del Fuoco meno conosciute che, invece, contribuiscono in maniera determinante alla sicurezza e al bene comune?
«Abbiamo diversi nuclei specialistici organizzati a livello territoriale. Tra questi ci sono il Centro Telecomunicazioni del Piemonte e Valle d’Aosta, il Nucleo Sommozzatori di Torino e il nostro Nucleo Elicotteri con base a Torino Caselle, dotato di elisoccorritori e di sommozzatori a seconda dell’intervento da fare. La ricerca di persone scomparse, invece, sarà sempre più efficiente grazie a una tecnologia che permette la rintracciabilità attraverso il cellulare. A breve il nostro Nucleo SAPR che utilizza aeromobili a pilotaggio remoto, i cosiddetti droni, sarà dotato, infatti, di una apparecchiatura, già in possesso di altri corpi, che, posta su un drone o su un elicottero, è in grado di fare da ripetitore e di dialogare con il telefonino anche in assenza di campo, è necessario solo che il cellulare sia acceso. È un’assoluta novità, la tecnologia del futuro che renderà le operazioni molto più efficaci. A Volpiano abbiamo, inoltre, il Nucleo Cinofilo e la Scuola nazionale di addestramento cani, che una volta preparati vengono mandati in tutta Italia per espletare le loro mansioni. Poi vorrei citare la specializzazione TAS, topografia applicata al soccorso, nata per supportare l’attività del Corpo Nazionale con l’impiego di un’informazione geografica avanzata, ad esempio per acquisire ed elaborare immagini sia pre-incidente, grazie al satellite, che post-incidente, attraverso i droni, per confrontare l’entità dei danni in seguito a calamità; questo servizio consente un grande risparmio di tempo, di mezzi e di risorse».
C’è un’esperienza particolarmente impegnativa che ricorda nella sua carriera?
«Sono intervenuto diverse volte a seguito di terremoti che presentavano scenari davvero complessi, ma una situazione piuttosto difficile l’ho vissuta nel 2018 quando ero comandante a Bologna ed è esplosa l’autocisterna che ha bloccato l’autostrada. C’era da mettere in sicurezza l’intera area, abitazioni, attività commerciali e in seguito anche ripristinare la viabilità, che era molto intensa perché era il periodo di Ferragosto».
L’apprezzamento nei confronti dei Vigili del Fuoco è molto alto, siete percepiti come dei moderni eroi. Secondo lei cosa rappresentate per la gente?
«Il gradimento è senz’altro importante. Siamo un punto di riferimento per qualsiasi necessità, lo spettro delle nostre azioni è molto ampio, dal soccorso alla prevenzione. Siamo anche garanti nei casi di impianti in ambito industriale, rilasciamo pareri ed effettuiamo visite tecniche, volte ad accertare il rispetto delle prescrizioni previste dalla vigente normativa di prevenzione degli incendi. Rappresentiamo la sicurezza sia negli interventi ma anche nella prevenzione. Inoltre nei Vigili del Fuoco ci sono anche molti volontari, la partecipazione è davvero consistente. Certamente le persone percepiscono la forte volontà e l’impegno nel voler garantire la sicurezza, spesso a rischio della propria vita».
La vostra è anche una vocazione, non solo una professione. I giovani sono interessati? Ci sono molte domande per lavorare nel vostro Corpo?
«Ai concorsi abbiamo molte domande. Nell’ultimo a cui ho partecipato come facente parte della commissione per 250 posti c’erano circa 80.000 richieste. Anche nell’ambito del volontariato abbiamo molte domande, l’interesse è alto. Chi aderisce come volontario deve fare una visita medica e diversi corsi di formazione, la preparazione è fondamentale».
Cosa avrebbe fatto se non fosse entrato nei Vigili del Fuoco?
«Sono un ingegnere civile, se non fossi entrato nei pompieri avrei lavorato in uno studio, avrei praticato la professione. Avevo solamente il dubbio se prendere la specializzazione in ingegneria meccanica, sono un ingegnere nel DNA».
(foto o FRANCO BORRELLI)